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Un salto di qualche anno indietro. Tra la maggioranza il seno al Comune di Riace, i più vicini al ministro dell’Interno Reggino Marco Minniti e vari organismi addetti all’accoglienza c’è un clima rilassato, quasi famigliare. I report degli ispettori che già dal 2016 iniziano a sottolineare numerose “pecche” vengono costantemente ignorati, e con questi le ipotesi di reato che si vanno delineando e che avrebbero portato, un anno dopo, al primo procedimento a carico di Mimmo Lucano per truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Ue, concussione e abuso di ufficio. Ma i vicini all’ex sottosegretario ai Servizi sentono di poter dormire sonni tranquilli, tuttalpiù di dover richiamare con qualche pacca sulla spalla l’amico sindaco che, capita, si rimprovera come si fa con i bambini. A lui tutto è concesso, perché agisce “a fin di bene”, anche se le inchieste a suo carico raccontano tutt’altro.

Ci si può immaginare un clima del genere leggendo le ammissioni che il prefetto Mario Morcone, ex capo di gabinetto di Minniti e presidente del consiglio italiano per i rifugiati, ha rilasciato nel corso di un’intervista di Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera. Sono anzitutto, di ordine personale e proprio mentre la Procura di Locri si concentra su ipotesi di reato da gravi a gravissime. C’è un pezzo di Stato – la Procura di Locri – che nei fatti si è concentrata su una ventina di reati, anche se dal Gip ne sono stati accolti due – e c’è un altro pezzo di Stato che difende “il progetto Riace”, la cui distruzione, afferma “sarebbe un errore grave”.

«Lucano – è quanto dice Morcone alla Sarnanini – faceva entrare nel sistema di accoglienza chi sceglieva lui, non ascoltava le indicazioni, commetteva errori nelle rendicontazioni”. Tanto che, poco dopo, è scattata la denuncia alla magistratura. Anche in quel periodo, stando a quanto diramato dal Corriere, il funzionario non si è fatto problemi a frequentare Lucano. Niente documenti istituzionali e formalità: “Ci siamo visti almeno dieci volte. Forse anche di più. Lo avevo sollecitato a mettersi in regola, gli avevo spiegato che cosa non andava. Lui era ostinato, convinto che l’Anci ce l’avesse con lui. Diceva che c’erano motivi politici dietro la scelta di compiere le ispezioni, ma non era così».

A questo punto dell’intervista Fiorenza Sarzanini dice, quasi arresa, che “Il suo intervento non è servito”. Ma a cosa doveva servire l’intervento di Morcone? Ed era perfettamente normale che i due si vedessero, forse in privato, visti i rispettivi ruoli ricoperti e dopo la denuncia alla magistratura? Tecnicismi, formalità, regole che nulla possono di fronte all’arbitrarietà di decidere tra cosa e bene e cosa è male. Altro che Istituzioni ligie al dovere della Giustizia. “Mimmo – è quanto dice ancora l’intervistato – giocava una partita seguendo le sue regole. Posso però testimoniare che lo faceva a fin di bene. Nessuno ha mai pensato che potesse appropriarsi di quelle somme o avesse un tornaconto personale. Per questo l’ho sempre agevolato».

L’ammissione è fatta candidamente: “L’ho sempre agevolato. Lo aiutavamo ad ottenere lo sblocco delle somme di cui aveva diritto – sono le parole scioccanti dell’ex funzionario di Minniti – perché sapevamo che servivano a garantire l’accoglienza agli stranieri che erano richiedenti asilo. Naturalmente lo esortavamo a rispettare le regole. Quante volte gli ho detto “Mimmo devi stare attento altrimenti finisci nei guai”. Lui mi spiegava che era in ritardo con i pagamenti e voleva pensare a quelle persone». Eppure, forse Morcone stesso avrebbe potuto verificarlo, i conti non tornavano agli stessi ispettori chiamati a sbrogliare la matassa delle mancate rendicontazioni, dei contratti e dei documenti assenti.

Tanto che, proprio qualche giorno fa, da un ministero dell’Interno finalmente rimesso in moto scrivevano al Comune – attualmente presieduto dal vicesindaco Giuseppe Gervasi – che in merito alla “carenza di risorse finanziarie si osserva che tutti gli importi finanziati sino all’anno 2016 sono stati regolarmente erogati. Per quanto riguarda il 2017 – proseguivano dal ministero nella relazione ispettiva di 21 pagine di cui abbiamo dato già conto – pur a fronte di una sensibile riduzione del numero dei soggetti accolti, ampiamente superiore al 30 per cento dei posti finanziati, è stato liquidato il 70% del finanziamento concesso. Ciò nondimeno, le visite condotte dal Servizio centrale e dalla Prefettura hanno accertato gravi anomalie”.

Anomalie o meno, a Morcone non importava. Da buoni italiani, gli amici vengono prima. Anche Minniti e Oliverio non sembravano preoccupati degli sviluppi del “modello” Riace. “Il ministro Minniti era informato?” è la domanda di Sarzanini per Morcone. “Certamente – la risposta – così come il presidente della Regione Calabria. Pretendeva il rispetto delle regole e per questo ci sollecitava a richiamare il sindaco, ma si è sempre raccomandato di non forzare la situazione quindi fare di tutto per non interrompere i pagamenti o minacciare di sgomberare il centro inserito nello Sprar».

Ed è quel “fare di tutto” che, forse, dovrebbe far preoccupare gli inquirenti, o almeno dare loro ragione. Perché, se è vero che già il Procuratore di Locri ha riempito diverse pagine sui rapporti tra Lucano e le sfere alte del ministero, di cui a conti fatti influenzava e dirigeva le attività, è altrettanto vero che accuse formali non sono stati indirizzate nei riguardi di nessuno. Ma, dopo le pesanti ammissioni di Morcone, tutto potrebbe cambiare.

Direttore e Founder di Rec News, Giornalista. Inizia a scrivere nel 2010 per la versione cartacea dell'attuale Quotidiano del Sud. Presso la testata ottiene l'abilitazione per iscriversi all'Albo nazionale dei giornalisti, che avviene nel 2013. Dal 2015 è giornalista praticante. Ha firmato diverse inchieste per quotidiani, siti e settimanali sulla sanità calabrese, sulle ambiguità dell'Ordine dei giornalisti, sul sistema Riace, sui rapporti tra imprenditoria e Vaticano, sulle malattie professionali e sulle correlazioni tra determinati fattori ambientali e l'incidenza di particolari patologie. Più di recente, sull'affare Coronavirus e su "Milano come Bibbiano". Tra gli intervistati Gunter Pauli, Vittorio Sgarbi, Armando Siri, Gianmarco Centinaio, Michela Marzano, Antonello Caporale, Vito Crimi, Daniela Santanché. Premio Comunical 2014. Autrice de "I padroni di Riace - Storie di un sistema che ha messo in crisi le casse dello Stato". Sito: www.zairabartucca.it

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Prove scritte concorso insegnanti, i primi dati del ministero

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Prove scritte concorso insegnanti, i primi dati del ministero | Rec News dir. Zaira Bartucca
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Si sono concluse le prove scritte del concorso per la Scuola dell’Infanzia e per la Primaria e stanno procedendo quelle per la Secondaria. I posti messi a bando complessivamente sono 44.654. Si sono svolti lunedì 11 (sessione mattutina e pomeridiana) e martedì 12 marzo (sessione mattutina) i tre turni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 15.340 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola dell’infanzia e nella Scuola primaria.

Mercoledì 13 e giovedì 14 marzo si sono svolte le prime quattro delle dieci sessioni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 29.314 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola secondaria di I e II grado. I candidati presenti alle tre sessioni per la Scuola dell’infanzia e per la Primaria sono stati 55.676, dei quali 44.615 sono stati ammessi alla prova orale. I candidati presenti ai primi quattro turni per la Secondaria di I e II grado sono stati 130.252, dei quali 113.543 sono stati ammessi alla prova orale.

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Bimbo nato morto a Palermo, la Procura apre un’inchiesta per presunte negligenze

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Bimbo nato morto a Palermo, la Procura apre un'inchiesta per presunte negligenze

È stata aperta un’inchiesta sulla tragedia avvenuta la notte del 5 novembre all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, dove un bimbo è nato morto. I genitori hanno presentato una denuncia ai Carabinieri e la Procura indaga sull’accaduto. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Codici, che ha deciso di presentare un esposto.

“Di fronte al dramma che si è consumato è doveroso fare chiarezza”, afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici. “Stando alla denuncia della famiglia, ci sarebbero state delle gravi lacune negli ultimi controlli. Come associazione siamo impegnati da anni in battaglie legali contro la malasanità. Non possiamo dire se quanto accaduto a Palermo sia l’ennesimo caso, di sicuro bisogna fare chiarezza e giustizia, nel caso dovessero emergere mancanze o errori”.

“Dalle ricostruzioni fornite dai parenti – prosegue la nota inviata dall’associazione – emerge, in particolare, il comportamento di un’ostetrica, che avrebbe deciso di non effettuare il tracciato la notte della tragedia, somministrando soltanto una medicina prescritta nei giorni precedenti. Un farmaco che sarebbe stato indicato pochi giorni prima al momento del ricovero in ospedale, dove la donna si era recata per una visita di controllo e dove sarebbe stato deciso di indurre il parto data l’alterazione della pressione sanguigna ed essendo alla 38esima settimana”.

“La sera del 5 novembre, stando sempre a quanto denunciato dalla famiglia, il tracciato era regolare e la donna sarebbe stata invitata dall’ostetrica smontante a presentarsi in sala travaglio per un nuovo tracciato e la somministrazione del farmaco. Come detto, la nuova ostetrica di turno non avrebbe effettuato il tracciato, ritenendo che non ce ne fosse bisogno. Nel giro di poche ore, però, la situazione sarebbe precipitata, fino al taglio cesareo d’emergenza intorno alle 23.30 ed il bimbo che è nato morto. Una gravidanza normale finita in tragedia. Alla magistratura il compito di fare chiarezza”, concludono dall’associazione.

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Assicurazioni RC Auto e clausole vessatorie, Codici: “Rispettare norme in vigore”

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Assicurazioni RC Auto e clausole vessatorie, Codici: "Rispettare norme in vigore" | Rec News dir. Zaira Bartucca

Nei contratti Rc Auto sarebbero presenti clausole vessatorie che violano le norme sulla concorrenza. È il motivo dell’azione legale congiunta promossa dalle associazioni dei consumatori, a cui partecipa anche Codici, che ha portato alla presentazione di numerosi esposti all’Antitrust per segnalare il comportamento ritenuto scorretto di diverse compagnie di assicurazioni.

“Alcune importanti società – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – applicano ai clienti clausole vessatorie in merito alla riparazione danni dei veicoli. Il tutto in piena violazione delle norme vigenti, che vietano alle compagnie di imporre agli assicurati gli operatori a cui rivolgersi per gli interventi sulle auto. Questa vicenda, a nostro avviso, è emblematica del potere delle lobbies. Hanno un’influenza enorme, che purtroppo esercitano in maniera negativa.

Le lobbies danneggiano l’interesse pubblico e gli interessi dei cittadini. È una realtà che non può più essere ignorata, ma che anzi deve essere presa in considerazione ed affrontata. Tornando alla vicenda delle assicurazioni e delle clausole vessatorie, la legge sulla Concorrenza del 2017 all’articolo 1 comma 9 prevede ‘per l’assicurato la facoltà di ottenere l’integrale risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato avvalendosi di imprese di riparazione di propria fiducia’. Le compagnie assicurative, tuttavia, anche attraverso le reti agenziali e peritali, richiamando clausole contrattuali illegittime, condizionano pesantemente i danneggiati nella scelta del riparatore, indicando le carrozzerie presso cui eseguire obbligatoriamente gli interventi e limitando così la libertà del consumatore ed il suo diritto ad ottenere una riparazione a regola d’arte.

Una prassi vessatoria, contraria al quadro normativo comunitario in tema di concorrenza (articolo 101 TFUE), ed in piena violazione sia dell’articolo 16 della Carta Diritti Fondamentali UE sulla libertà d’impresa, sia dell’articolo 41 della Costituzione che tutela il diritto alla libera iniziativa privata. Dicevamo prima del potere delle lobbies. Ebbene, proprio in questi giorni alcuni emendamenti bipartisan al Ddl Concorrenza hanno tentato di bloccare tale pratica illegale, ma la lobby delle assicurazioni è riuscita ad ottenerne lo stop in sede parlamentare. Il tutto, è evidente, ai danni dei consumatori. Non è più possibile subire situazioni del genere. Per questo, oltre agli esposti all’Antitrust, siamo intenzionati anche a presentare al Governo ed al Parlamento una proposta condivisa affinché nel Ddl Concorrenza sia rafforzata la protezione dei diritti degli assicurati sancita nel 2017”.

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Diplomifici, parte l’indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori

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Diplomifici, parte l'indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori | Rec News dir. Zaira Bartucca
Comunicato stampa

In merito all’indagine di Tuttoscuola sul fenomeno dei “diplomifici” dal titolo «Maturità: boom dei diplomi facili», il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una indagine ispettiva. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). “Sotto il profilo normativo – fa sapere il MIM – verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici”.

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