Google blocca Gayburg per le diffamazioni a Zaira Bartucca
Dopo il pesante attacco dello scorso anno e dopo due segnalazioni, il motore di ricerca ha riconosciuto il carattere lesivo di un articolo. I contenuti ritenuti “discutibili” da diversi utenti. Bartucca: “Ha vinto il buonsenso”
Google ha deciso di bloccare parzialmente Gayburg a seguito delle segnalazioni della nostra responsabile, Zaira Bartucca. Ne dà notizia il sito Open fondato da Enrico Mentana (sotto, tutti gli screenshot). Il blog in questione è impegnato a diffondere contenuti riguardanti l’universo lgbt, ritenuti da diversi utenti “discutibili”, come fa sapere Google. David Puente che firma l’articolo, scrive che la causa del blocco non è l’impegno del Codacons e di Citizen Go, ma due segnalazioni catalogate come “defamation”, cioè diffamazione.
L’antecedente. Tutto ha inizio lo scorso anno, quando la giornalista pubblica alcuni tweets a difesa della famiglia naturale, affermando che sia assurdo che le feste della mamma e del papà disturbino l’universo lgbt e che debbano essere sostituite dalla più generica festa della famiglia. Affermazioni normali che però provocano sdegno nella comunità gay, che si dedica a un’attività di tweets storming organizzata da decine di utenti che dura una settimana, a suon di offese sessiste, all’intelligenza e alla capacità della giornalista di compiere il proprio lavoro. All’apice dei pungolamenti, Bartucca pubblica un tweet che oggi viene evidenziato dal presunto scopritore di bufale David Puente. Talmente “scopritore”, che della questione riporta solo l’epilogo, cioè una battuta poco felice espressa a seguito della pressione psicologica che la nostra responsabile ha dovuto subire.
L’articolo diffamatorio. Non basta perché qualche settimana dopo, il blog decide di “schedare” la giornalista e i suoi tweets, pubblicati in una gallery in cui le vengono attribuite persino affermazioni di altri utenti. L’agglomerato di informazioni è talmente sommario, che l’autore dell’articolo non si rende nemmeno conto che la giornalista non lavora da tre anni per la testata che viene menzionata. Nel pezzo si dà un’immagine distorta della Bartucca, dipinta come “omofobica” e risoluta a mandare i gay nei campi di Kadyrov. In realtà l’affermazione pungente e ironica era rivolta ai soli pungolatori, cosa che si può agevolmente desumere dallo stesso tweet riportato da Puente: “Va bene comunque – scrive Bartucca – siete gay divertenti, campate 100 anni di cui 10 giorni con Kadyrov. Buona giornata a voi”. Il riferimento ironico è, con ogni evidenza, ai destinatari del tweet e non alla totalità degli omosessuali.
“Ha prevalso il buon senso”. Soddisfazione per la scelta di Google di classificare i contenuti come diffamatori e per la chiusura parziale di Gayburg è stata espressa dalla stessa Bartucca. “Ha prevalso il buon senso. Non sono per nulla omofobica, ma per capirlo era sufficiente sapere che dietro la costruzione strumentale di gayburg c’erano state affermazioni normalissime da parte mia a difesa della famiglia, e reazioni strumentali dall’altra, quello che evidentemente Google ha appurato. C’è – ha continuato – un clima assurdo da inquisizione per chi difende i diritti della famiglia naturale o anche solo per chi ne parla. E’ ora di finirla con la retorica pro-gay, pro-ebrei, pro-migranti a tutti i costi che va a scapito di chiunque non rientri in queste griglie religiose, di pensiero o etniche”.
“Non bisogna – ha continuato – cedere alla pressione psicologica di chi scambia strumentalmente il buon senso con l’omofobia o con il razzismo. La decisione di bloccare in parte Gayburg deve incoraggiare le persone, i comunicatori, le associazioni e i politici che oggi combattono la battaglia più difficile: quella a sostegno della famiglia per come è sempre esistita. Quella fatta da un uomo e una donna e da bambini protetti nella loro ingenuità, non oggetto di una pedofilia che ormai si tenta di incoraggiare anche tramite l’informazione. E’ il modello che difendo, senza offenderne altri. Questo, come correttamente riconosciuto da Google, non fa di me una persona omofobica”, ha concluso.
ATTUALITA'
Prove scritte concorso insegnanti, i primi dati del ministero
Si sono concluse le prove scritte del concorso per la Scuola dell’Infanzia e per la Primaria e stanno procedendo quelle per la Secondaria. I posti messi a bando complessivamente sono 44.654. Si sono svolti lunedì 11 (sessione mattutina e pomeridiana) e martedì 12 marzo (sessione mattutina) i tre turni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 15.340 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola dell’infanzia e nella Scuola primaria.
Mercoledì 13 e giovedì 14 marzo si sono svolte le prime quattro delle dieci sessioni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 29.314 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola secondaria di I e II grado. I candidati presenti alle tre sessioni per la Scuola dell’infanzia e per la Primaria sono stati 55.676, dei quali 44.615 sono stati ammessi alla prova orale. I candidati presenti ai primi quattro turni per la Secondaria di I e II grado sono stati 130.252, dei quali 113.543 sono stati ammessi alla prova orale.
ATTUALITA'
Bimbo nato morto a Palermo, la Procura apre un’inchiesta per presunte negligenze
È stata aperta un’inchiesta sulla tragedia avvenuta la notte del 5 novembre all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, dove un bimbo è nato morto. I genitori hanno presentato una denuncia ai Carabinieri e la Procura indaga sull’accaduto. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Codici, che ha deciso di presentare un esposto.
“Di fronte al dramma che si è consumato è doveroso fare chiarezza”, afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici. “Stando alla denuncia della famiglia, ci sarebbero state delle gravi lacune negli ultimi controlli. Come associazione siamo impegnati da anni in battaglie legali contro la malasanità. Non possiamo dire se quanto accaduto a Palermo sia l’ennesimo caso, di sicuro bisogna fare chiarezza e giustizia, nel caso dovessero emergere mancanze o errori”.
“Dalle ricostruzioni fornite dai parenti – prosegue la nota inviata dall’associazione – emerge, in particolare, il comportamento di un’ostetrica, che avrebbe deciso di non effettuare il tracciato la notte della tragedia, somministrando soltanto una medicina prescritta nei giorni precedenti. Un farmaco che sarebbe stato indicato pochi giorni prima al momento del ricovero in ospedale, dove la donna si era recata per una visita di controllo e dove sarebbe stato deciso di indurre il parto data l’alterazione della pressione sanguigna ed essendo alla 38esima settimana”.
“La sera del 5 novembre, stando sempre a quanto denunciato dalla famiglia, il tracciato era regolare e la donna sarebbe stata invitata dall’ostetrica smontante a presentarsi in sala travaglio per un nuovo tracciato e la somministrazione del farmaco. Come detto, la nuova ostetrica di turno non avrebbe effettuato il tracciato, ritenendo che non ce ne fosse bisogno. Nel giro di poche ore, però, la situazione sarebbe precipitata, fino al taglio cesareo d’emergenza intorno alle 23.30 ed il bimbo che è nato morto. Una gravidanza normale finita in tragedia. Alla magistratura il compito di fare chiarezza”, concludono dall’associazione.
ATTUALITA'
Assicurazioni RC Auto e clausole vessatorie, Codici: “Rispettare norme in vigore”
Nei contratti Rc Auto sarebbero presenti clausole vessatorie che violano le norme sulla concorrenza. È il motivo dell’azione legale congiunta promossa dalle associazioni dei consumatori, a cui partecipa anche Codici, che ha portato alla presentazione di numerosi esposti all’Antitrust per segnalare il comportamento ritenuto scorretto di diverse compagnie di assicurazioni.
“Alcune importanti società – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – applicano ai clienti clausole vessatorie in merito alla riparazione danni dei veicoli. Il tutto in piena violazione delle norme vigenti, che vietano alle compagnie di imporre agli assicurati gli operatori a cui rivolgersi per gli interventi sulle auto. Questa vicenda, a nostro avviso, è emblematica del potere delle lobbies. Hanno un’influenza enorme, che purtroppo esercitano in maniera negativa.
Le lobbies danneggiano l’interesse pubblico e gli interessi dei cittadini. È una realtà che non può più essere ignorata, ma che anzi deve essere presa in considerazione ed affrontata. Tornando alla vicenda delle assicurazioni e delle clausole vessatorie, la legge sulla Concorrenza del 2017 all’articolo 1 comma 9 prevede ‘per l’assicurato la facoltà di ottenere l’integrale risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato avvalendosi di imprese di riparazione di propria fiducia’. Le compagnie assicurative, tuttavia, anche attraverso le reti agenziali e peritali, richiamando clausole contrattuali illegittime, condizionano pesantemente i danneggiati nella scelta del riparatore, indicando le carrozzerie presso cui eseguire obbligatoriamente gli interventi e limitando così la libertà del consumatore ed il suo diritto ad ottenere una riparazione a regola d’arte.
Una prassi vessatoria, contraria al quadro normativo comunitario in tema di concorrenza (articolo 101 TFUE), ed in piena violazione sia dell’articolo 16 della Carta Diritti Fondamentali UE sulla libertà d’impresa, sia dell’articolo 41 della Costituzione che tutela il diritto alla libera iniziativa privata. Dicevamo prima del potere delle lobbies. Ebbene, proprio in questi giorni alcuni emendamenti bipartisan al Ddl Concorrenza hanno tentato di bloccare tale pratica illegale, ma la lobby delle assicurazioni è riuscita ad ottenerne lo stop in sede parlamentare. Il tutto, è evidente, ai danni dei consumatori. Non è più possibile subire situazioni del genere. Per questo, oltre agli esposti all’Antitrust, siamo intenzionati anche a presentare al Governo ed al Parlamento una proposta condivisa affinché nel Ddl Concorrenza sia rafforzata la protezione dei diritti degli assicurati sancita nel 2017”.
ATTUALITA'
Diplomifici, parte l’indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori
In merito all’indagine di Tuttoscuola sul fenomeno dei “diplomifici” dal titolo «Maturità: boom dei diplomi facili», il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una indagine ispettiva. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). “Sotto il profilo normativo – fa sapere il MIM – verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici”.