Non solo Soros: chi è David Zaslav, l’altro magnate della propaganda dem
Il padre di un noto network televisivo e il lavorìo per le elezioni USA. I nomi, le cifre e i versamenti a DCCC Democrat, il fondo che sovvenziona la propaganda anti-cristiana, pro-gay, pro-migranti e femminista
Le ultime presidenziali Usa sono state particolarmente accese. Lo scontro tra Clinton e Trump, su cui in questi giorni è stato scritto tanto per il controverso e iper-censurato Rapporto Mueller, non è stato caratterizzato solo da toni accesi, ma anche da fiumi di denaro. 10.961.849.129 di dollari quelli censiti da Campaign Money, molti dei quali confluiti nella piattaforma DCCC Democrat. Tra i principali contributori di famosi notabili (Obama, George W. Bush, John Kerry, Ralph Nader e Hillary Clinton i più foraggiati), un magnate della comunicazione che in Italia è quasi sconosciuto, per quanto la sua attività sia ogni giorno sotto gli occhi di tutti.
Nazionalità americana (anche se il cognome tradisce un’origine polacca), David Zaslav è il Ceo e presidente di Discovery Inc. 59enne, ebreo, il suo network televisivo conta ben sei divisioni aziendali e un parco canali composto da centinaia di unità. Zaslav, volto noto negli Stati Uniti, è rimasto fino a questo momento nell’ombra nel Belpaese, eppure ogni italiano ogni giorno posa gli occhi su qualcosa di suo. Tutto lo scibile umano rivolto alla Penisola è coperto da ben dodici canali: Nove, Real Time, D Max, Motori Trend, Giallo, Food Network, K2, Frisbee, Discovery Channel, Discovery Science, Eurosport e D Play. Lo stesso succede in ogni parte del mondo. Un’attività divulgativa per niente casuale, e iper-connessa alla politica.
I legami con DCCC Democrat sono strettissimi, e l’apice del lavorìo sottotraccia del network si è registrato proprio in occasione delle ultime presidenziali Usa. Il fermento è già iniziato per la tornata del 2020 dove i dem per non sbagliare hanno candidato esponenti tutti uguali tra loro: di colore (Kamala Harris, Cory Booker e Tulsi Gabbard) o gay come Pete Buttigieg (da registrare il “passaggio” di Gabbard, un tempo schierata contro i matrimoni omosessuali e oggi fervente sostenitrice). Stando a quanto ufficializzato, la piattaforma avrebbe già ottenuto più di quattro milioni in donazioni. Per il momento nulla se paragonato alle cifre movimentate nel 2016, che siamo in grado di documentare per quello che riguarda Zaslav (fonte: Campaign Money).
“Per la vittoria di Hillary”
Zaslav inizia a ricevere finanziamenti dal 2006, ma la svolta avviene dieci anni dopo, quando riesce a movimentare 235.100 dollari dal suo network sforna reality, programmi per bambini, documentari e intrattenimento di vario genere. Da qui passa il convincimento delle masse e la promozione dell’ideologia progressista. Gli ultimi versamenti documentati del presidente e Ceo di Discovery coprono due anni, il 2015 e il 2016. Il più cospicuo è quella del 5 ottobre 2016 di 66.800 dollari, che ha come causale “Hillary Victory Fund”, fondo per la vittoria di Hillary (Clinton, nda).
La medusa che si muove con la politica
Ma l’ebreo originario dell’Est non è l’unico. Tra i maggiori foraggiatori di attività politiche c’è notoriamente Bloomberg (che è tra nella Top 10 Contributors), critico di Soros ma accomunato al manipolatore mediatico nella sorte di finanziatore della controversa Planned Parenthood. Soros invece dal ’99 al 2014 ha investito più di 10milioni di dollari nell’attività politica statunitense: il 99.89 per cento a favore dei democratici come Barack Obama e la Presidente della Camera Nancy Pelosi, e lo 0.11% a favore dei repubblicani. Alla corsa all’investimento politico hanno partecipato come contributori anche Bill Gates, l’affiliato a Scientology Tom Cruise e la regina dei talk show Oprah Winfrey.
Aziende note e testate (in)dipendenti
Di scarsa autonomia per le ultime presidenziali Usa hanno goduto anche Microsoft, Apple Computer, Nike, Halliburton, General Electric, Exxon Mobil, Ford Motor e Anheuser Busch. Non mancano testate e tv blasonate e ormai fortemente politicizzate come la CNN (che nel 2014 contribuisce alla Morpac, Mortgage bankers association political action committe), News Corporation e il New York Times, che dal 1999 al 2015 ha foraggiato con piccole cifre ma frequentemente (in un clima di gratitudine reciproca) soprattutto Barack Obama, seguito a ruota da Hillary Clinton, John Kerry e da politici minori.
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Illeciti lungo le coste, i numeri del report “Mare Monstrum”
Legambiente ha presentato il nuovo report “Mare Monstrum 2024” con i numeri degli illeciti ambientali lungo le coste italiane. Il Lazio si posiziona al quinto posto tra le peggiori regioni per numero di illeciti, con 1.529 reati in un anno: 1.626 sono state le persone denunciate, 7 quelle arrestate, 334 i sequestri effettuati, 2.450 gli illeciti amministrativi, 2.470 le sanzioni amministrative e 18.035.897. Sono complessivamente 11 ogni km di costa le infrazioni nella Regione.
“I crimini ambientali lungo le coste del Lazio mettono a dura prova la qualità del nostro mare – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio –, l’attenzione va tenuta altissima contro ogni abuso edilizio che continua ad essere il reato principale, ma anche per contrastare i reflui non depurati, la pesca illegale e tutte le violazioni del codice della navigazione nel settore nautico. Con i nostri volontari e grazie alle nostre campagne, continuiamo come sempre a generare centinaia di momenti di pulizia, individuare criticità nei sistemi di depurazione, analizzare con la citizen science gli elementi di maggior impatto tra i rifiuti abbandonati; c’è però bisogno che le amministrazioni alzino l’attenzione contro gli ecoreati sul mare, senza giustificazioni o condoni come quelli che invece sta continuando a proporre il consiglio regionale e che continuiamo a ritenere un percorso devastante per l’ambiente e per la qualità della vita nei nostri territori: gli abusi vanno abbattuti e non sanati”.
617 sono infatti i reati di abusivismo edilizio, 518 sono i reati di mare inquinato da smaltimento illecito di rifiuti, scarichi illegali e maladepurazione. Sono poi 262 i reati legati alla pesca illegale con 12.596 kg di prodotti ittici sequestrati, e infine 132 sono le violazioni del Codice della navigazione e nautica da diporto. I numeri del rapporto sono elaborati da Legambiente su dati forze dell’ordine e Capitanerie di porto per il 2023.
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Abbandono scolastico, audizione presso la settima commissione del Senato
Il testo dell’audizione presso la 7° Commissione del Senato che si è tenuta il 9 maggio su contrasto a povertà educativa, abbandono e dispersione scolastica
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Premierato, oggi Meloni chiede le stesse cose che voleva ottenere D’Alema con la Bicamerale
Il tentativo del governo Meloni di superare l’assetto istituzionale attuale è solo l’ultimo in ordine di tempo (come spiega il professore Musacchio in un’interessante analisi pubblicata su Rec News), ma tanti ne sono stati fatti dalla cosiddetta Seconda Repubblica in poi. Farà riflettere senz’altro gli elettori di centrodestra come uno dei primi esponenti politici a volere un premierato sia stato l’ex leader della sinistra Massimo D’Alema, tesserato del PCI nel 1968 e tra i padri fondatori del Partito democratico della sinistra.
Sua l’idea – come molti ricorderanno – di instaurare nel 1997 una Commissione bicamerale per le riforme istituzionali, formata da 70 parlamentari. L’obiettivo era sempre lo stesso, e cioè accentrare ancora più poteri nelle mani del presidente del Consiglio, chiamato – tra le altre cose – a nominare e revocare i ministri a suo piacimento. L’esito della Bicamerale fu tutt’altro che scontato: i democratici di sinistra di D’Alema votarono ovviamente a favore, mentre i berlusconiani – oggi incarnati da Tajani e più vicini al premierato – votarono assieme alla Lega Nord a favore del semipresidenzialismo, come testimonia un articolo dell’epoca (in basso).
“L’Unità” del 05/06/1997
I lavori della Commissione si interruppero bruscamente un anno dopo, nel 1998, perché i partiti non riuscirono a trovare una quadra e perché le manovre di palazzo risultavano incomprensibili per l’elettorato. Un copione che potrebbe ripetersi anche stavolta.
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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane
Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale