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“Un altro punto è questo. Far uscire i suoi associati è anche la chiave. Scopri quali altri furfanti scontenti ci sono dentro la tenda o fuori. Il mucchio. Spostalo da Paese a paese per far fronte alle varie accuse per i prossimi 25 anni. Bisogna prendere tutto ciò che lui e la sua famiglia possiedono, per includere ogni persona legata a Wiki”. Così parlava Fred Burton dell’omonima società dal quartier generale texano che si occupa di Intelligence internazionale.

Oggetto del discorrere, Julian Assange; data: 7 dicembre 2010, che coincide con il primo arresto a Londra, quando il fondatore di Wikileaks fu deferito da Scotland Yard. Un’occasione per la società vicina a diverse agenzie governative degli Stati Uniti, ma anche il risultato atteso di manovre collaterali volte a mettere alle strette il giornalista australiano. Di lui, si legge nel colloquio informale riportato da Wikileaks, si sarebbe dovuta distruggere la reputazione per distrarre la gente dalle fughe di notizie. Allontanandolo dal team, inoltre – nei propositi del piano ordito ai danni di Assange – Wikileaks avrebbe ben presto perso la capacità di amministrarsi e, quindi, alla lunga quella di pubblicare altro materiale ritenuto compromettente per governi, multinazionali, big tech e big pharma.

Il quasi epilogo raggiunto con l’arresto presso l’ambasciata dell’Ecuador dopo la “vendita” del presidente Lenin Moreno e con l’ingiusta detenzione presso il carcere di massima sicurezza di Belmarsh è ormai noto. Quello che è meno conosciuto è cosa si fosse agitato in questi anni dietro alle spalle del fondatore di Wikileaks, “colpevole” di aver rivelato diverse verità scomode. Un qualcosa di cui, per gli analisti impegnati a organizzarsi ai suoi danni via mail, doveva rendere conto. Assange avrebbe dovuto pagare dando in pegno la stessa vita, ma senza cederla: “Non fatene un martire dell’informazione”, intimava cinico Nate Hughes, “perché è quello che ha sempre sognato per se stesso”.

Il discorso in cui partecipano poco meno di una decina di analisti è stato scovato da Wikileaks e rilasciato il 27 febbraio del 2012 con il nome di “Global Intelligence Files“. Ne riportiamo di seguito la traduzione in italiano.

Re: Discussione – Assange Arrestato

Pubblicato il 2012-02-28 15:00 GMT

Email-ID 1056763
Data2010-12-07 14:50:44
Daburton@stratfor.com
Peranalysts@stratfor.com

Re: Discussione – Assange Arrestato

Un altro punto è questo. Scovare i suoi associati è anche la chiave. Scopri quali altri furfanti scontenti ci sono all’interno della tenda o fuori. Il mucchio. Spostalo da Paese a paese per far fronte alle varie accuse per i prossimi 25 anni. Bisogna prendere tutto ciò che lui e la sua famiglia possiedono, per includere ogni persona legata a Wiki.

Marko Papic ha scritto:
> Nate è a un buon punto. L’arresto non è necessariamente la fine di Julian Assange. Poteva diventare un martire in carcere, in particolare in un carcere Svedese, che immagino abbia un migliore comfort di casa mia.


> Il 7/12/10 7:38 AM, Fred Burton ha scritto:
>> Ci vorranno settimane per l’estradizione, a meno che non si sistema con il processo.
>>
>> DOJ (Titolare) non cercare accuse su di loro, ma guarda affinché il GOP
>> (Congresso) prema per il procedimento penale.
>>
>> Deve essere facile da incriminare.
>>
>> Cercherei la cospirazione e di (premere) politicamente con l’accusa di terrorismo, e di declassificare la morte di una fonte che ha collegamenti con Wiki.

>> 
>>
>> Nate Hughes ha scritto:
L’altro pensiero è che mi sento come se un sacco di gente stesse arrivando a riconoscere la sua stupefacente idiozia, e lui a questo punto mina se stesso e la sua organizzazione. Se lo leghiamo al sistema legale, esce urlando ancora più forte? E se in qualche modo viene imprigionato, l’incarcerazione ha il potenziale per farlo diventare effettivamente un tipo di ispirazione, un martire (perdonate l’eufemismo), la figura che ha sempre immaginato per se stesso nel mondo libero?

>>> ————————————————————————
>>> *Da: * Sean Noonan <sean.noonan@stratfor.com>
>>> *Data: *Tue, 7 Dec 2010 04:42:58 -0600 (CST)
>>> *A: *Analista List <analysts@stratfor.com>
>>> *Rispondi a: * Analista List <analysts@stratfor.com>
>>> *Oggetto: *Discussione – Assange Arrestato
>>>
>>> Abbiamo avuto la discussione prima di venerdì quando è stato suggerito che Assange sarebbe stato arrestato. Ecco un po’ di più:
>>>
>>> La Polizia Metropolitana di Londra ha arrestato Julian Assange, il fondatore e pubblico portavoce di WikiLeaks, alle 09.30 del 7 dicembre. Dovrà presto comparire in un tribunale di Westminster per rispondere delle accuse di stupro di due donne in Svezia. Le accusa di violenza sessuale raramente sono passate attraverso gli avvisi rossi dell’Interpol come in questo caso, quindi questa misura deriva senza dubbio dal proposito di distruggere il rilascio di documenti governativi da parte di WikiLeaks. Mentre è possibile che l’arresto di Assange possa compromettere a lungo termine la vitalità di WikiLeaks, non si fermerà il rilascio di cabli a breve termine, e i governi dovranno ora essere preoccupati per ciò che l’organizzazione potrà rilasciare per vendetta.
>>>
>>> vedi la discussione qui sotto. (la vendetta = crittografato file di “sicurezza”)
>>>
>>> ————————————————————————
>>> *Da: *”Sean Noonan” <sean.noonan@stratfor.com>
>>> *A: *”Analista Lista” <analysts@stratfor.com>
>>> *Inviato: *venerdì 3 dicembre, 2010 10:23:51 AM
>>> *Oggetto: *Re: [OS] UK/USA/AUSTRALIA/CT – WikiLeaks, in linea sull’arresto di Assange
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>>> sì, molto probabilmente non interromperebbero questi (il rilascio di cablogrammi governativi, ndr), ma potrebbe interferire con i prossimi. Anche tutti questi problemi con l’hosting internet potrebbero servire a rallentare questa serie di perdite. E forse una combinazione tra il suo arresto e quello dei server di wikileaks potrebbe fermarlo.
>>>
>>> Il 3/12/10 9:20 AM, Ben West ha scritto:
>>>
Se Assange dirigeva lo show, il suo staff ora non è così sicuro come lo sarebbe con lui, quindi arrestarlo ora potrebbe benissimo fermare il flusso di cablo. Ma tutto quello che serve è una sola persona per continuare ad andare avanti – o solo scaricateli tutti in una volta se diventa troppo rischioso, e questi file sono stati finora ampiamente distribuiti. Ora non riesco a immaginare nessun recupero di tutti i documenti.

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>>>
>>> Il 12/3/2010 8:54 AM, Michael Wilson ha scritto:
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>>> sì anche ricordare che c’era un articolo del nytimes, penso che un sacco di persone nel suo staff sono a disagio con il modo in cui le cose si stanno giocando, senza di lui non si possono non perdere i nervi.
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>>> Su 12/3/10 8:48 AM, Sean Noonan ha scritto:
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>>> Sì, come la fonte di Fred ha precisato, l’arresto e il processo sarebbero solo una politica da circo. Probabilmente non si disturberebbe wikileaks. MA, di rado un leader fa l’organizzazione, e forse nessuno sarà capace o disposto a riempire le sue scarpe (a sostituirlo, ndr). O almeno, non sarà in grado di ottenere molta pubblicità per wikileaks. Come hai detto, questo potrebbe appannare sia la reputazione di Assange che quella di Wikileaks. Potrebbe servire a screditare e a indebolire il gruppo. Forse la gente sarebbe meno incline alle fughe di notizie, o il pubblico potrebbe essere meno incline a prestare attenzione–o, più importante, a dare sostegno finanziario a wikileaks. Anche se devo ammettere la possibilità che il minimo è che con questa causa il pubblico presti meno attenzione, e di fatto farebbe probabilmente aumentare l’attenzione sull’uomo.
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>>> (anche se, personalmente, ottenere uno stupratore in strada è meglio che ottenere un violentatore fuori strada. Inoltre, sua mamma è proprietaria di un teatro dei burattini…)
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>>> Su 3/12/10 8:38 AM, Ben West ha scritto:
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>>> Quale sarebbe il significato complessivo del suo arresto? E’ probabile che il file di backup sia altrove e che qualcun altro potrebbe dare il via libera per il suo rilascio (potrebbe già essere il caso). Se le autorità Britanniche hanno ottenuto la sua custodia, potrebbero condurre le ricerche o ottenere le prove per sostenere le accuse di stupro e, se è capitato di trovare materiale che riguarda le perdite, potrebbero aggiungere nuovi oneri. Ma questo poteva succedere fino a questo momento, e se Assange è stato intelligente, ha già girato la roba davvero sensibile per ridurre la probabilità della polizia di trovare qualcosa di succoso.
>>>
>>> A me sembra che tutto questo in realtà non sporca la sua reputazione e non lo fa apparire come feccia. Si fornisce qualche distrazione da tutti i documenti trapelati, ma non si mina il loro impatto – solo si mina il carattere della persona che ha agevolato le fughe di notizie.

Direttore e Founder di Rec News, Giornalista. Inizia a scrivere nel 2010 per la versione cartacea dell'attuale Quotidiano del Sud. Presso la testata ottiene l'abilitazione per iscriversi all'Albo nazionale dei giornalisti, che avviene nel 2013. Dal 2015 è giornalista praticante. Ha firmato diverse inchieste per quotidiani, siti e settimanali sulla sanità calabrese, sulle ambiguità dell'Ordine dei giornalisti, sul sistema Riace, sui rapporti tra imprenditoria e Vaticano, sulle malattie professionali e sulle correlazioni tra determinati fattori ambientali e l'incidenza di particolari patologie. Più di recente, sull'affare Coronavirus e su "Milano come Bibbiano". Tra gli intervistati Gunter Pauli, Vittorio Sgarbi, Armando Siri, Gianmarco Centinaio, Michela Marzano, Antonello Caporale, Vito Crimi, Daniela Santanché. Premio Comunical 2014. Autrice de "I padroni di Riace - Storie di un sistema che ha messo in crisi le casse dello Stato". Sito: www.zairabartucca.it

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Illeciti lungo le coste, i numeri del report “Mare Monstrum”

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Illeciti lungo le coste, i numeri del report "Mare Monstrum"

Legambiente ha presentato il nuovo report “Mare Monstrum 2024” con i numeri degli illeciti ambientali lungo le coste italiane. Il Lazio si posiziona al quinto posto tra le peggiori regioni per numero di illeciti, con 1.529 reati in un anno: 1.626 sono state le persone denunciate, 7 quelle arrestate, 334 i sequestri effettuati, 2.450 gli illeciti amministrativi, 2.470 le sanzioni amministrative e 18.035.897. Sono complessivamente 11 ogni km di costa le infrazioni nella Regione.

“I crimini ambientali lungo le coste del Lazio mettono a dura prova la qualità del nostro mare – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio –, l’attenzione va tenuta altissima contro ogni abuso edilizio che continua ad essere il reato principale, ma anche per contrastare i reflui non depurati, la pesca illegale e tutte le violazioni del codice della navigazione nel settore nautico. Con i nostri volontari e grazie alle nostre campagne, continuiamo come sempre a generare centinaia di momenti di pulizia, individuare criticità nei sistemi di depurazione, analizzare con la citizen science gli elementi di maggior impatto tra i rifiuti abbandonati; c’è però bisogno che le amministrazioni alzino l’attenzione contro gli ecoreati sul mare, senza giustificazioni o condoni come quelli che invece sta continuando a proporre il consiglio regionale e che continuiamo a ritenere un percorso devastante per l’ambiente e per la qualità della vita nei nostri territori: gli abusi vanno abbattuti e non sanati”.

617 sono infatti i reati di abusivismo edilizio, 518 sono i reati di mare inquinato da smaltimento illecito di rifiuti, scarichi illegali e maladepurazione. Sono poi 262 i reati legati alla pesca illegale con 12.596 kg di prodotti ittici sequestrati, e infine 132 sono le violazioni del Codice della navigazione e nautica da diporto. I numeri del rapporto sono elaborati da Legambiente su dati forze dell’ordine e Capitanerie di porto per il 2023.

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Abbandono scolastico, audizione presso la settima commissione del Senato

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Abbandono scolastico, audizione presso la settima commissione del Senato | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il testo dell’audizione presso la 7° Commissione del Senato che si è tenuta il 9 maggio su contrasto a povertà educativa, abbandono e dispersione scolastica

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Premierato, oggi Meloni chiede le stesse cose che voleva ottenere D’Alema con la Bicamerale

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Premierato, oggi Meloni chiede le stesse cose che voleva ottenere D'Alema con la Bicamerale del '97 | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il tentativo del governo Meloni di superare l’assetto istituzionale attuale è solo l’ultimo in ordine di tempo (come spiega il professore Musacchio in un’interessante analisi pubblicata su Rec News), ma tanti ne sono stati fatti dalla cosiddetta Seconda Repubblica in poi. Farà riflettere senz’altro gli elettori di centrodestra come uno dei primi esponenti politici a volere un premierato sia stato l’ex leader della sinistra Massimo D’Alema, tesserato del PCI nel 1968 e tra i padri fondatori del Partito democratico della sinistra.

Premierato, oggi Meloni chiede le stesse cose che voleva ottenere D'Alema con la Bicamerale del '97 | Rec News dir. Zaira Bartucca

Sua l’idea – come molti ricorderanno – di instaurare nel 1997 una Commissione bicamerale per le riforme istituzionali, formata da 70 parlamentari. L’obiettivo era sempre lo stesso, e cioè accentrare ancora più poteri nelle mani del presidente del Consiglio, chiamato – tra le altre cose – a nominare e revocare i ministri a suo piacimento. L’esito della Bicamerale fu tutt’altro che scontato: i democratici di sinistra di D’Alema votarono ovviamente a favore, mentre i berlusconiani – oggi incarnati da Tajani e più vicini al premierato – votarono assieme alla Lega Nord a favore del semipresidenzialismo, come testimonia un articolo dell’epoca (in basso).

“L’Unità” del 05/06/1997

I lavori della Commissione si interruppero bruscamente un anno dopo, nel 1998, perché i partiti non riuscirono a trovare una quadra e perché le manovre di palazzo risultavano incomprensibili per l’elettorato. Un copione che potrebbe ripetersi anche stavolta.

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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane

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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane | Rec News dir. Zaira Bartucca

Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale

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