I legami con il Sud dell’autonomista Salvini
Eletto senatore in Calabria, da neo ministro opta per un pellegrinaggio in quel di San Luca, al Santuario di Polsi. La regione accoglie anche gli Stati generali della Lega per il dopo-Oliverio
Gestione virtuosa delle risorse, fine degli sprechi, presa di distanza dalla criminalità. Sono cose che chiedono a gran voce i paladini dell’Autonomia, quelli che in questi giorni portano avanti la “battaglia” della super-gestione di Veneto, Emilia e Lombardia. Quella che darà alle tre regioni più ricche – che si lasceranno alle spalle il resto d’Italia ma anche le dinamiche decisionali legate al lavoro parlamentare – competenza in materie chiave. La macchina si è inceppata, e la colpa a detta loro è di quel Sud abitato da “foreste di cittadini” – dalla lettera di Zaia e Fontana pubblicata sul sito della Regione Lombardia – dediti all’assistenzialismo. Sono “gli altri”, quelli che non si nominano ma dove ci si reca in devoto pellegrinaggio a stringere accordi non proprio trasparenti che poi su – assieme a taglieri di polenta – vanno che è una bellezza. Sono “quelli” che amano rotolarsi nel malfunzionamento di enti, ospedali, uffici, sempre messo da parte il fatto che il Meridione presenti comunque i suoi evidenti limiti. Molti dei quali, però, sono indotti. Ma chi sono i perfettini dell’Autonomia? E in che modo hanno portato a termine i loro compiti di amministratori o anche solo la linea politica che hanno promosso? Cominciamo a conoscerne meglio uno: Matteo Salvini.
Il rendiconto il ministro lo invia al profondo Sud
Ogni volta che il ministro dell’Interno fa la dichiarazione e il rendiconto relativo alle spese elettorali sostenute, lo indirizza alla Corte di Appello di Catanzaro e al Collegio regionale sulla garanzia elettorale della Calabria. Sì perché – com’è noto – è qui che il rampante milanese – il cui cognome riporta i più informati ai “fasti” del Venerabile Lino Salvini, Gran Maestro del Goi – è stato eletto senatore. E’ poi nella punta dello stivale, e in particolare in quel di Polsi e di San Luca, che il titolare del Viminale voleva recarsi la scorsa estate. La meta sarebbe stata calcata proprio a due mesi dalla nomina a ministro, ma il programma è stato messo da canto dopo i disastri legati al crollo del ponte Morandi. La Calabria è anche il posto in cui la Lega ha di recente inaugurato gli Stati generali, nell’ovvio tentativo di presidiarne il consiglio regionale dopo la disastrosa parentesi democratica del governatore Oliverio, coinvolto nell’inchiesta Lande desolate.
Salvini, il giano bifronte della politica
Il ministro dell’Interno, del resto, ai doppio-giochi ci è abituato. Non stupisce, quindi, che ufficialmente bastoni il Meridione e regioni con cui, nei fatti, ha stretti legami di opportunità. Anche campagne elettorali, conferenze e contatti con l’elettorato corrono su un doppio binario, e allora capita che quello che si senta tra le valli settentrionali non sia lo stesso che si può udire tra le zone marine del Meridione. Non è diverso con i migranti e non era diverso con l’Unione europea. Nel non lontano 2016, quando erano fresche, freschissime, le affermazioni sull’uscita dall’Euro e dall’Europa, Salvini intascava dall’organismo dei burocrati di Bruxelles 100.182 euro lordi, pari a 8.348 euro mensili, e per un solo anno di mandato, dal primo gennaio al 31 dicembre del 2016. In relazione al 2018 ha dichiarato poco più di 13mila euro, per il 2017 (periodo di imposta 2016, anno in cui è tra le altre cose consigliere a Milano) 8.437 euro di reddito complessivo. Non è dunque chiaro dove faccia comparire uno dei tre perfettini dell’Autonomia i compensi della sua movimentata e ormai ultra-ventennale attività politica.
Le azioni nel Gruppo che aderì al Global compact
Sulle azioni, invece, la trasparenza è quanto meno maggiore, ma le sfumature sono diverse. Stando a quanto dichiarato nel documento sulla sua situazione patrimoniale di titolare di incarichi politici, il vicepremier ha investito in A2A, Acea, Enel e BG Solution. Della prima, riconducibile al Ceo Luca Valerio Camerano e di recente interessata da importanti migliorìe tecnologiche, possiede 3500 azioni. A2A è, lo ricordiamo, una delle aziende italiane che ha permesso di by-passare i vincoli politici legati al Global compact, consentendo nei fatti all’Italia di partecipare ai lavori del contestato documento. Lo abbiamo scritto lo scorso anno poco prima che calasse una coltre di ovvio silenzio sull’argomento prima sbandierato a destra e a manca. Salvini ha dunque azioni – tra parentesi il numero – nelle multiservizi Acea spa (250), in Enel (392) e in BG solution (3094) e, da ministro e vicepremier, non è difficile che sia chiamato a decidere proprio sulle realtà verso cui ha interessi diretti. Che la volata delle multy-utility continuino anche con il governo Conte è, insomma, più che prevedibile.
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Illeciti lungo le coste, i numeri del report “Mare Monstrum”
Legambiente ha presentato il nuovo report “Mare Monstrum 2024” con i numeri degli illeciti ambientali lungo le coste italiane. Il Lazio si posiziona al quinto posto tra le peggiori regioni per numero di illeciti, con 1.529 reati in un anno: 1.626 sono state le persone denunciate, 7 quelle arrestate, 334 i sequestri effettuati, 2.450 gli illeciti amministrativi, 2.470 le sanzioni amministrative e 18.035.897. Sono complessivamente 11 ogni km di costa le infrazioni nella Regione.
“I crimini ambientali lungo le coste del Lazio mettono a dura prova la qualità del nostro mare – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio –, l’attenzione va tenuta altissima contro ogni abuso edilizio che continua ad essere il reato principale, ma anche per contrastare i reflui non depurati, la pesca illegale e tutte le violazioni del codice della navigazione nel settore nautico. Con i nostri volontari e grazie alle nostre campagne, continuiamo come sempre a generare centinaia di momenti di pulizia, individuare criticità nei sistemi di depurazione, analizzare con la citizen science gli elementi di maggior impatto tra i rifiuti abbandonati; c’è però bisogno che le amministrazioni alzino l’attenzione contro gli ecoreati sul mare, senza giustificazioni o condoni come quelli che invece sta continuando a proporre il consiglio regionale e che continuiamo a ritenere un percorso devastante per l’ambiente e per la qualità della vita nei nostri territori: gli abusi vanno abbattuti e non sanati”.
617 sono infatti i reati di abusivismo edilizio, 518 sono i reati di mare inquinato da smaltimento illecito di rifiuti, scarichi illegali e maladepurazione. Sono poi 262 i reati legati alla pesca illegale con 12.596 kg di prodotti ittici sequestrati, e infine 132 sono le violazioni del Codice della navigazione e nautica da diporto. I numeri del rapporto sono elaborati da Legambiente su dati forze dell’ordine e Capitanerie di porto per il 2023.
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Abbandono scolastico, audizione presso la settima commissione del Senato
Il testo dell’audizione presso la 7° Commissione del Senato che si è tenuta il 9 maggio su contrasto a povertà educativa, abbandono e dispersione scolastica
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Premierato, oggi Meloni chiede le stesse cose che voleva ottenere D’Alema con la Bicamerale
Il tentativo del governo Meloni di superare l’assetto istituzionale attuale è solo l’ultimo in ordine di tempo (come spiega il professore Musacchio in un’interessante analisi pubblicata su Rec News), ma tanti ne sono stati fatti dalla cosiddetta Seconda Repubblica in poi. Farà riflettere senz’altro gli elettori di centrodestra come uno dei primi esponenti politici a volere un premierato sia stato l’ex leader della sinistra Massimo D’Alema, tesserato del PCI nel 1968 e tra i padri fondatori del Partito democratico della sinistra.
Sua l’idea – come molti ricorderanno – di instaurare nel 1997 una Commissione bicamerale per le riforme istituzionali, formata da 70 parlamentari. L’obiettivo era sempre lo stesso, e cioè accentrare ancora più poteri nelle mani del presidente del Consiglio, chiamato – tra le altre cose – a nominare e revocare i ministri a suo piacimento. L’esito della Bicamerale fu tutt’altro che scontato: i democratici di sinistra di D’Alema votarono ovviamente a favore, mentre i berlusconiani – oggi incarnati da Tajani e più vicini al premierato – votarono assieme alla Lega Nord a favore del semipresidenzialismo, come testimonia un articolo dell’epoca (in basso).
“L’Unità” del 05/06/1997
I lavori della Commissione si interruppero bruscamente un anno dopo, nel 1998, perché i partiti non riuscirono a trovare una quadra e perché le manovre di palazzo risultavano incomprensibili per l’elettorato. Un copione che potrebbe ripetersi anche stavolta.
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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane
Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale
Cara Direttrice,
Buona sera, scrivo un mio parere sulla notizia che riguarda Salvini, in particolare riguardo al fatto che sia azionista della A2A. Forse ho capito male, ma per come è stata scritta e per come sono stati omessi alcuni dati, alla fine la notizia mi pare tendenzionsa e fuorviante. Al di là delle simpatie o delle ideologie sono andato a vedere cosa valgono 3500 azioni, ho trovato €1,69 cadauna quindi stiamo parlando di 5.000 euro. Viene spontaneo dire: ma di cosa stiamo parlando?
Secondo, riguardo lo stipendio o gli emolumenti da lui percepiti dall’Europa, in un anno ( circa 100.000,00 euro) vogliamo spiegare meglio e con precisione del perchè era pagato? E cosa andava a fare a Bruxelles.
Ho letto alcuni dei vostri articoli, che peraltro personalmente apprezzo molto in quanto “fuori dal coro” e indipendenti rispetto alla stragrande maggioranza dei Vs colleghi e a volte ho riscontrato questa (ripeto solo a volte) tendenza ad essere incomplete così da poter rafforzare meglio “l’opinione” di chi scrive riguardo allo specifico argomento.
Nella mia scena ideale di giornalismo, cioè quello che a me piacerebbe veramente leggere come pubblico, come lettore, c’è “solo” ed “esclusivamente” la notizia, con la fonte, e se ci sono dichiarazioni, col virgolettato. Punto… Fine. L’opinione lasciamo che sia il lettore a farsela o ad esternarla.
Per la mia personalissima opinione e per il mio personalissimo desiderio questa sarebbe la perfezione giornalistica; molto distante da ciò che quotidianamente si legge sul 95% dei media, ma veramente vicinissima al vostro modo di fare il vostro lavoro. Oggigiorno si leggono solo opinioni. Ma chi se ne frega delle opinioni.
Oggigiorno non si riesce più a capire quale sia il dato, la notizia, la verità. E’ quello che noi vogliamo, la verità del dato non la verità dell’opinione.
Per quanto possa valere, avete tutta la mia stima e vi ringrazio di esistere e questo vuol essere solo un contributo e uno stimolo a fare ancora meglio.
Un saluto cordiale.
Nino Filippo Moriggia