Le scelte di parte e gli autogol della Milano fashion week
L’evento che un tempo dettava tendenze in fatto di stile Made in Italy, sempre più pretesto per esporre simboli, feticci e personalità care alla propaganda. Un piano commerciale coraggioso, visto che stando ai dati di una piattaforma che si occupa di visibilità online il bacino potenziale di clienti potrebbe non gradire affatto determinate scelte comunicative
Il taglio del nastro è stato il 17, quando sono iniziati gli eventi previsti per la Milano fashion week, la vetrina modaiola che si propone di dettare tendenze per la primavera/estate 2020 e che un tempo era la roccaforte dello stile Made in Italy. Un tempo, perché la cesura tra l’Italia genuina e le scelte degli stilisti è sempre più evidente. E se, da un lato, a rimanere sulla cresta sono marchi che hanno acquistato solidità proprio grazie ai loro legami – nel nome come in tutto il resto – col territorio, dall’altro le scelte e il modo di esporle non fanno che fare eco ai diktat della politica. Il risultato è abbastanza stucchevole. Noioso, persino. E la noia in un ambito che invece vive di rinnovamento può essere – letteralmente – letale.
Russia, Ucraina e Cipro principali potenziali acquirenti esteri. Ma la propaganda lgbt potrebbe creare disaffezione
Si tratta, tuttavia, di scelte commercialmente coraggiose: stando ai dati forniti dalla piattaforma che si occupa di visibilità online SEMrush, il maggior interesse per la sette giorni milanese arriva oltre che dall’Italia (66,95%), da Cipro (8,41%), dall’Ucraina (6,67%) dalla Russia (5,06%) e infine dalla Germania (3,69%). E se il primo è il Paese di quanti hanno scoperto un rispetto per sé stesso che si ripercuote anche nelle scelte politiche, terzi e quarti fanno parte di quell’est sempre più facoltoso che tendenzialmente non gradisce affatto la propaganda lgbt, che in molti marchi è più che palese.
L’arcobaleno Benetton? Ormai fa sbadigliare
Benetton, per esempio, ha proposto nel corso della sua sfilata l’arcobaleno trito e ritrito, quello delle campagne di un Oliverio Toscani sempre uguale a sé stesso. E’ il fotografo dei colori standardizzati proposti da modelli global, preferibilmente neri e asiatici, che trova di tendenza (ma lo è davvero?) magliette con baci omosessuali in mostra e stampe con preservativi multicolore. Ma quello che forse faceva scalpore negli anni cinquanta, oggi non può che far sbadigliare. Ammesso che ci sia qualcuno che abbia mai avuto reale interesse per questo tipo di elucubrazioni.
L’androgina donna Prada e i modelli da impiegato comunale
Meno esplicita ma che va nella stessa direzione è invece la scelta di marchi come Prada. La sua è una donna sempre più mascolina, che decide di vestire quel che rimane di forme sempre più androgine e appiattite con lunghe giacche di taglio maschile che vanno un amore coi tagli corti. Le scarpe? Basse e preferibilmente mocassini. Perché mentre “l’uomo” fashion di recente si misura con borsette e intimo trash (compresi corpetti per il petto: non ridete!), la “donna” sembra avere sempre più in mente modelli come l’impiegato comunale o l’operaio da cantiere.
Gucci sceglie “italiani” come Ghali
Gucci? Predilige come testimonial “italiani” come Ghali, e così li definisce. Così il rapper tunisino (tale è la sua famiglia da generazioni e questo racconta, del resto, il suo aspetto) diventa il modello che espone calzature che hanno un ché di derisorio verso la vera italianità, e che utilizzano i colori della bandiera nel tentativo disperato di avvicinare chi forse diventerà ancora più scettico.
Attesa per Versace. Alla ricerca del (passato) stile iconico
L’esigenza di coniugare i feticci dell’universo lgbt, quelli del “nero è bello a tutti i costi” e infine quelli di quanti si sentono a disagio con l’Italia e con l’essere italiani, Versace l’ha risolta in partenza. La collezione, una delle più attese, non è stata ancora presentata, ma a giudicare dalle ultime che strizzano l’occhio al total-black, alle tradizioni africane o al gender-black, non ci stupirà con un ritorno allo stile iconico che lo ha reso un marchio che sembrava fosse intramontabile.
ATTUALITA'
Prove scritte concorso insegnanti, i primi dati del ministero
Si sono concluse le prove scritte del concorso per la Scuola dell’Infanzia e per la Primaria e stanno procedendo quelle per la Secondaria. I posti messi a bando complessivamente sono 44.654. Si sono svolti lunedì 11 (sessione mattutina e pomeridiana) e martedì 12 marzo (sessione mattutina) i tre turni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 15.340 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola dell’infanzia e nella Scuola primaria.
Mercoledì 13 e giovedì 14 marzo si sono svolte le prime quattro delle dieci sessioni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 29.314 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola secondaria di I e II grado. I candidati presenti alle tre sessioni per la Scuola dell’infanzia e per la Primaria sono stati 55.676, dei quali 44.615 sono stati ammessi alla prova orale. I candidati presenti ai primi quattro turni per la Secondaria di I e II grado sono stati 130.252, dei quali 113.543 sono stati ammessi alla prova orale.
ATTUALITA'
Bimbo nato morto a Palermo, la Procura apre un’inchiesta per presunte negligenze
È stata aperta un’inchiesta sulla tragedia avvenuta la notte del 5 novembre all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, dove un bimbo è nato morto. I genitori hanno presentato una denuncia ai Carabinieri e la Procura indaga sull’accaduto. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Codici, che ha deciso di presentare un esposto.
“Di fronte al dramma che si è consumato è doveroso fare chiarezza”, afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici. “Stando alla denuncia della famiglia, ci sarebbero state delle gravi lacune negli ultimi controlli. Come associazione siamo impegnati da anni in battaglie legali contro la malasanità. Non possiamo dire se quanto accaduto a Palermo sia l’ennesimo caso, di sicuro bisogna fare chiarezza e giustizia, nel caso dovessero emergere mancanze o errori”.
“Dalle ricostruzioni fornite dai parenti – prosegue la nota inviata dall’associazione – emerge, in particolare, il comportamento di un’ostetrica, che avrebbe deciso di non effettuare il tracciato la notte della tragedia, somministrando soltanto una medicina prescritta nei giorni precedenti. Un farmaco che sarebbe stato indicato pochi giorni prima al momento del ricovero in ospedale, dove la donna si era recata per una visita di controllo e dove sarebbe stato deciso di indurre il parto data l’alterazione della pressione sanguigna ed essendo alla 38esima settimana”.
“La sera del 5 novembre, stando sempre a quanto denunciato dalla famiglia, il tracciato era regolare e la donna sarebbe stata invitata dall’ostetrica smontante a presentarsi in sala travaglio per un nuovo tracciato e la somministrazione del farmaco. Come detto, la nuova ostetrica di turno non avrebbe effettuato il tracciato, ritenendo che non ce ne fosse bisogno. Nel giro di poche ore, però, la situazione sarebbe precipitata, fino al taglio cesareo d’emergenza intorno alle 23.30 ed il bimbo che è nato morto. Una gravidanza normale finita in tragedia. Alla magistratura il compito di fare chiarezza”, concludono dall’associazione.
ATTUALITA'
Assicurazioni RC Auto e clausole vessatorie, Codici: “Rispettare norme in vigore”
Nei contratti Rc Auto sarebbero presenti clausole vessatorie che violano le norme sulla concorrenza. È il motivo dell’azione legale congiunta promossa dalle associazioni dei consumatori, a cui partecipa anche Codici, che ha portato alla presentazione di numerosi esposti all’Antitrust per segnalare il comportamento ritenuto scorretto di diverse compagnie di assicurazioni.
“Alcune importanti società – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – applicano ai clienti clausole vessatorie in merito alla riparazione danni dei veicoli. Il tutto in piena violazione delle norme vigenti, che vietano alle compagnie di imporre agli assicurati gli operatori a cui rivolgersi per gli interventi sulle auto. Questa vicenda, a nostro avviso, è emblematica del potere delle lobbies. Hanno un’influenza enorme, che purtroppo esercitano in maniera negativa.
Le lobbies danneggiano l’interesse pubblico e gli interessi dei cittadini. È una realtà che non può più essere ignorata, ma che anzi deve essere presa in considerazione ed affrontata. Tornando alla vicenda delle assicurazioni e delle clausole vessatorie, la legge sulla Concorrenza del 2017 all’articolo 1 comma 9 prevede ‘per l’assicurato la facoltà di ottenere l’integrale risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato avvalendosi di imprese di riparazione di propria fiducia’. Le compagnie assicurative, tuttavia, anche attraverso le reti agenziali e peritali, richiamando clausole contrattuali illegittime, condizionano pesantemente i danneggiati nella scelta del riparatore, indicando le carrozzerie presso cui eseguire obbligatoriamente gli interventi e limitando così la libertà del consumatore ed il suo diritto ad ottenere una riparazione a regola d’arte.
Una prassi vessatoria, contraria al quadro normativo comunitario in tema di concorrenza (articolo 101 TFUE), ed in piena violazione sia dell’articolo 16 della Carta Diritti Fondamentali UE sulla libertà d’impresa, sia dell’articolo 41 della Costituzione che tutela il diritto alla libera iniziativa privata. Dicevamo prima del potere delle lobbies. Ebbene, proprio in questi giorni alcuni emendamenti bipartisan al Ddl Concorrenza hanno tentato di bloccare tale pratica illegale, ma la lobby delle assicurazioni è riuscita ad ottenerne lo stop in sede parlamentare. Il tutto, è evidente, ai danni dei consumatori. Non è più possibile subire situazioni del genere. Per questo, oltre agli esposti all’Antitrust, siamo intenzionati anche a presentare al Governo ed al Parlamento una proposta condivisa affinché nel Ddl Concorrenza sia rafforzata la protezione dei diritti degli assicurati sancita nel 2017”.
ATTUALITA'
Diplomifici, parte l’indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori
In merito all’indagine di Tuttoscuola sul fenomeno dei “diplomifici” dal titolo «Maturità: boom dei diplomi facili», il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una indagine ispettiva. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). “Sotto il profilo normativo – fa sapere il MIM – verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici”.