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Che l’attuale ministero degli Esteri di Luigi Di Maio (quello che voleva sconfiggere la massoneria a colpi di video ignorando i legami della “perla rara” Conte) fosse in realtà un presidio esterofilo volto a far volare l’Africa e il Medio Oriente e dunque le varie Repubbliche islamiche, si era capito. Pochi giorni fa avevamo anzi dato conto delle misure paradossali promosse dalla Farnesina, che dall’Italia delle liste di attesa infinite, delle file ai pronto soccorsi e della malasanità, ha inviato all’estero milioni (116) e ambulanze (dieci).

I malati sbeffeggiati da oggi sono in buona compagnia

Da oggi i malati che da Nord a Sud non hanno digerito la misura promossa da Emanuela Del Re – viceministra grillina vicina a esponenti del Pd come Laura Boldrini e Lia Quartapelle – saranno in buona compagnia. Potranno, cioè, condividere rabbia e amarezza con i produttori di olio pugliesi – quelli martoriati dal batterio killer prima sconosciuto della Xylella – e più in generale con quelli italiani affossati dall’olio tunisino e dai miscugli di olio europeo a basso costo. Perché? Leggiamo Il dispaccio reso noto dallo stesso ministero degli Esteri:

E’ cominciata la produzione di olio alla Nangarhar Valley Agriculture Corporation a Jalalabad che dal 26 agosto può contare su un frantoio (in alto, nella foto) donato dalla Cooperazione Italiana. Accanto alle operazioni di assemblaggio e collaudo dell’impianto, trasportato in Afghanistan dal Ministero della Difesa Italiana, si è svolta la fase di addestramento del personale afghano, a cura dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
Ora è cominciata la prima fase di produzione, in cui le olive non hanno ancora raggiunto la piena maturazione. Il frantoio sta lavorando circa 700 kg di olive all’ora con una resa d’olio dell’8%. Ma una volta che le olive raggiungeranno la piena maturazione, la spremitura potrà arrivare ad un massimo di 1.000 kg all’ora con una resa di circa il 10%, considerata ottima per questa provincia. Il progetto mira al miglioramento del settore olivicolo, in particolare alla produzione di olio d’oliva nella provincia di Nangarhar, dove ci sono 1.500 ettari di uliveti, di cui una buona parte da riabilitare.
comunicato del Ministero degli Esteri, 25/10/2019

La strage di esemplari maestosi di Carovigno è solo la punta dell’iceberg

Con buona pace, dicevamo, dei produttori di olio italiani e in particolare pugliesi, che in piena stagione patiscono gli effetti della strage di ulivi provocata dal noto morbo importato. A Carovigno (provincia di Brindisi) ieri, proprio mentre Matteo Salvini rilanciava in vista delle elezioni regionali la bellezza degli alberi umbri (per carità, da preservare), venivano abbattuti ottanta esemplari maestosi e secolari. E intanto il morbo che si diffonde come la peste medievale si prepara a travalicare province e regioni. Un dramma economico, su cui si era già espresso il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. La posizione del governo del premier (pugliese) Conte? Un po’ quella di Maria Antonietta prima della presa della Bastiglia: se non riescono a produrre olio, si diano all’ippica, ché tanto i sei della Farnesina guardano ai produttori afghani.

Ma c’è chi è d’accordo con la misura

E’ il caso di Giuseppe Basile, un olivicultore calabrese che ci ha contattato via Twitter (@giuseppebasile2) offrendoci nuovi particolari sul frantoio (“usato”, ci dice) e sul suo costo, pari a 20-30 mila euro”. Inquietati dal precedente del frantoio di Riace (costato 320mila euro, pagato con i soldi dei migranti e acquistato dal marito dell’attivista e scrittrice Chiara Sasso, in quota Fatto Quotidiano) abbiamo chiesto al signore come fosse venuto a conoscenza di questi particolari che la Farnesina non ha reso noti. Non abbiamo ancora ricevuto risposta e, per inciso, nessuno “aizza” nessuno: chi ci legge di sicuro sa pensare con la propria testa.

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POLITICA

Zuckerberg: “Su covid e vaccini costretti alla censura dagli uomini di Biden”

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Zuckerberg: "Su covid e vaccini costretti alla censura dall'amministrazione Biden" | Rec News

Dopo la decisione di sospendere i finanziamenti ai Fact Checker, il Ceo di Meta Mark Zuckerberg ha deciso di vuotare il sacco su alcune questioni controverse che avrebbero “costretto” il Social a fare piazza pulita di determinati contenuti. In particolare quelli riguardanti il covid e la campagna vaccinale, che negli Stati Uniti come altrove è stata caratterizzata dalla stigmatizzazione di chiunque osava avanzare dubbi e qualsivoglia critica rispetto al pensiero dominante.

Non un semplice caso – per quanto eclatante – di limitazione della libertà di espressione. Perché a sentire Zuckerberg dietro alla volontà di bannare i comunicatori indipendenti ci sarebbe stato un vero e proprio disegno politico messo in pratica per preservare gli interessi dei democratici. “Durante l’amministrazione Biden, quando cercavano di lanciare il programma di vaccinazione, mentre cercavano di promuovere quel programma, cercavano anche di censurare chiunque sostanzialmente si opponesse ad esso. E ci hanno pressati super forte per eliminare cose che, onestamente, erano vere… Fondamentalmente ci pressavano e dicevano “qualsiasi cosa dica che i vaccini potrebbero avere effetti collaterali, in pratica dovete rimuoverla“. E’ quanto ha dichiarato il Ceo di Meta l’altro ieri, ospite di un podcast condotto da Joe Rogan.

“Queste persone dell’amministrazione Biden – ha proseguito Zuckerberg – chiamavano la nostra squadra e urlavano contro di loro e imprecavano… ci sono i documenti, è tutto pubblico”. E ancora: “Non penso che le pressioni affinché le società di social media censurassero i contenuti fosse legale. Il Primo Emendamento si applica al governo. Questo è il punto. Che al governo non è consentito censurare queste cose. Quindi, a un certo livello penso che, sì, avere persone nell’amministrazione che chiamano i ragazzi del nostro team e urlano contro di loro e imprecano e minacciano ripercussioni se non eliminiamo cose che sono vere, è piuttosto brutto”.

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POLITICA

Maduro e la “grande alleanza mondiale contro i tiranni”

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Maduro e la "grande alleanza mondiale contro i tiranni" | Rec News

Nicolàs Maduro, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha giurato per il nuovo mandato nel corso della cerimonia che si è tenuta nei locali dell’Assemblea nazionale a Caracas. “Il Venezuela – ha detto il neo-eletto in occasione del discorso di insediamento – si prepara insieme a Cuba, al Nicaragua e ai nostri fratelli maggiori nel mondo, nel caso in cui un giorno dovessimo prendere le armi per difendere il diritto alla pace, il diritto alla sovranità e i diritti storici della nostra patria”. Concludendo il Festival internazionale antifascista mondiale, il successore di Hugo Chavez ha inoltre evocato una “grande alleanza globale” simile a quella che sconfisse il fascismo durante la Seconda guerra mondiale in grado di sfidare “la tirannia dei potentati occidentali”.

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Vogliono aumentare (ancora) l’età pensionabile

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Vogliono aumentare (ancora) l'età pensionabile | Rec News

Nel panorama economico e sociale attuale, il tema dell’età pensionabile è diventato particolarmente rilevante. L’aumento dell’età pensionabile che sarebbe previsto per il 2027 rappresenta una questione di grande interesse e preoccupazione per molti lavoratori. In questo articolo, esploreremo le ragioni dietro questa decisione, le sue implicazioni e cosa ci si può aspettare nel breve e nel lungo termine.

Le ragioni dietro l’aumento. La “sostenibilità” del sistema pensionistico

Uno dei motivi principali per cui il governo sta considerando l’aumento dell’età pensionabile è la cosiddetta “sostenibilità del sistema pensionistico”, che in realtà ha molto a che vedere con le casse sempre più asciutte dei sistemi di previdenza. Con l’allungamento della vita media e con produttività e turnover sempre più risicati, il numero di anni in cui le persone percepiscono la pensione è aumentato, mettendo sotto pressione i fondi pensionistici. Secondo i promotori dell’iniziativa, dunque, aumentare l’età pensionabile potrebbe tamponare la situazione bilanciando entrate e uscite. Non si sa per quanto, però, in mancanza di una riforma che possa dirsi tale e che tenga conto di necessità variegate.

Cambiamenti demografici

Un altro fattore cruciale è il cambiamento demografico. La diminuzione del tasso di natalità e l’invecchiamento della popolazione significano che ci sono meno giovani lavoratori per sostenere finanziariamente i pensionati. L’aumento dell’età pensionabile potrebbe ridurre il rapporto tra pensionati e lavoratori attivi, ma ha ripercussioni dirette su quei lavoratori costretti a rimandare la loro uscita dal mercato del lavoro.

Le implicazioni per i lavoratori: maggior tempo nel mercato del lavoro, più il problema dei lavori usuranti

Con l’aumento dell’età pensionabile, i lavoratori dovranno necessariamente rimanere nel mercato del lavoro più a lungo. Questo può avere effetti sia positivi che negativi. Da un lato alcuni potrebbero trovare utile risparmiare di più per la pensione. D’altro canto, tuttavia, le nuove regole potrebbero essere sfidanti per coloro che svolgono lavori fisicamente usuranti o per chi desidera ritirarsi prima dal mercato del lavoro.

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Terzo mandato su misura. Ecco chi agevolerebbe

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Terzo mandato su misura. Ecco chi agevolerebbe | Rec News

Quest’anno si torna alle urne per decretare sei nuovi governatori, quelli di Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Di questi solo due sono investiti dal problema del terzo mandato: Vincenzo De Luca in Campania e Luca Zaia in Veneto.

In teoria anche la Puglia di Michele Emiliano rientrerebbe nella conta dei presidenti di regione che hanno già compiuto due mandati ma lo stesso Emiliano ha annunciato la sua intenzione di farsi da parte per garantire il ricambio generazionale. Diverso il caso di Lombardia e Friuli Venezia Giulia: due regioni dove si potrebbe porre il problema del terzo mandato visto che sia Attilio Fontana che Massimiliano Fedriga stanno compiendo il loro secondo giro alla presidenza. Ma il tema è decisamente prematuro perché, in assenza di crisi politiche, le due regioni andranno al voto solo nel 2028.

Le Regioni che andranno al voto nel 2025, come detto, sono sei. Certamente quella più al centro delle polemiche è la Campania: i cittadini dovranno scegliere il successore di Vincenzo De Luca (Pd). Al voto anche le Marche governate da Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia), la Puglia guidata da Michele Emiliano (Pd), la Toscana di Eugenio Giani (Pd), la Regione speciale della Valle d’Aosta governata da Renzo Testolin (Union Valdôtaine), subentrato in corso d’opera ad Erik Lavévaz (dimessosi nel 2023 a seguito di una forte crisi politica) e il Veneto guidato da Luca Zaia (Lega).


 Complessa è la situazione del Veneto. Perché, con una rincorsa partita già da un anno, è in gioco il nome di Luca Zaia, che allo stato non sarebbe ricandidabile ad una presidenza numero 3 nel 2025. Formalmente Luca Zaia è al secondo incarico consecutivo, perché la legge regionale che ha introdotto il limite dei due mandati ininterrotti per le cariche elettive – recependo la norma nazionale 2004 – è stata approvata dal Consiglio Veneto nel 2012, con decorrenza dal 2015, fatto salvo il mandato che era già in corso. Zaia in quel momento era al suo primo quinquennio da presidente, dopo l’elezione-plebiscito del 2010. L’eventuale ricandidatura – per la prossima legislatura – aprirebbe di fatto per l’esponente leghista la possibilità di una quarta elezione a presidente del Veneto.

Anche in Valle d’Aosta, seppur in forme diverse, c’è un acceso dibattito intorno al limite dei mandati per le cariche apicali all’interno della Giunta regionale. La vicenda, in particolare, riguarda l’attuale presidente della Regione, Renzo Testolin, e il vice presidente, Luigi Bertschy, entrambi esponenti dell’Union valdotaine. Le forze di opposizione sostengono che, secondo la legge regionale 21/2007, entrambi non potranno ricoprire incarichi nella prossima Giunta, anche se eletti (il voto è previsto nel settembre 2025). Ovvero al massimo dovranno “accontentarsi” di fare il semplice consigliere. Della vicenda è stata investita la presidenza del Consiglio regionale.  (ANSA)

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