In attesa dell’evento romano, la Marcia per la Vita approda a Washington
La camminata pacifica per dire no alla “Roe/Wade”, la controversa legge che al pari della 194 regola l’aborto. Ma ora il Comitato della Marcia per la Vita chiede lo stop dei finanziamenti
Ormai è un appuntamento fisso: ogni anno e in ogni parte del mondo, chi difende la Vita dal concepimento in poi scende in piazza per dire no ad atti controversi come l’aborto o il cosiddetto suicidio assistito. Domani sarà la volta di Washington e della 46esima edizione della March for Life, dove è prevista una presenza stimata di centinaia di migliaia di persone. Una camminata pacifica per dire no alla Roe/Wade, legge che nel 1973 a seguito di un processo con tanto di messa in scena annessa. Jane “Roe” è, infatti, il nome inventato su cui è stata costruita la vicenda di una sedicenne vittima di un presunto stupro, che nei fatti “regalò” agli Stati Uniti l’attuale norma che permette l’aborto anche dopo diversi mesi dal concepimento. Senza che Wade, l’avvocato che ebbe il coraggio di mettere il luce le incoerenze della recita, potesse farci nulla. E’ nata così una norma non priva di conseguenze che oggi priva l’umanità di milioni di nuove vite: per il solo 2019, stando ai dati forniti dallo stesso organismo, Planned Parenthood ha ucciso oltre 350mila bambini, con un incremento del 3,88% rispetto all’anno precedente.
In Italia l’appuntamento è a Roma, il 23 maggio
Marciare diventa allora un modo per sollecitare i potenti a rivedere scelte che inevitabilmente ricadono sulle famiglie, per tentare di aprire le porte di quelle stanze dei bottoni spesso tragicamente lontane da una realtà più simile a un dramma che a un diritto. Lo stesso accade in Italia, dove il Comitato della Marcia Nazionale della Vita da ormai dieci anni solca le strade e attraversa le vie della Capitale per chiedere la revisione della legge 194, la norma ottenuta a seguito delle azioni dei Radicali e senza che al Belpaese venissero risparmiate brutture che Emma Bonino ricorderà. L’appuntamento italiano è per il 23 maggio, quando il Comitato scenderà in piazza assieme a chi, cittadino, medico, studente, rappresentante della società civile, è risoluto a far cambiare le cose. Del resto, dal 1978 in poi di acqua sotto i ponti ne è passata e – messe da canto le proteste strumentali e fatto salvo il valore che tutti dovrebbero tutelare della Vita che nasce – i tempi sono maturi per migliorarsi.
“Chiediamo con determinazione la fine dei finanziamenti pubblici che favoriscono l’aborto”
“Chiediamo con determinazione – fanno sapere dal Comitato – che venga tolto il finanziamento pubblico a questa legge, in attesa che si possa cancellare definitamente dall’ordinamento giuridico del nostro Paese”. E che Paese è, del resto, uno che blatera di umanità e di diritti delle donne, si strugge per i migranti clandestini e per l’ambiente e poi accetta di uccidere la Vita nel grembo materno?
ATTUALITA'
Prove scritte concorso insegnanti, i primi dati del ministero
Si sono concluse le prove scritte del concorso per la Scuola dell’Infanzia e per la Primaria e stanno procedendo quelle per la Secondaria. I posti messi a bando complessivamente sono 44.654. Si sono svolti lunedì 11 (sessione mattutina e pomeridiana) e martedì 12 marzo (sessione mattutina) i tre turni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 15.340 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola dell’infanzia e nella Scuola primaria.
Mercoledì 13 e giovedì 14 marzo si sono svolte le prime quattro delle dieci sessioni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 29.314 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola secondaria di I e II grado. I candidati presenti alle tre sessioni per la Scuola dell’infanzia e per la Primaria sono stati 55.676, dei quali 44.615 sono stati ammessi alla prova orale. I candidati presenti ai primi quattro turni per la Secondaria di I e II grado sono stati 130.252, dei quali 113.543 sono stati ammessi alla prova orale.
ATTUALITA'
Bimbo nato morto a Palermo, la Procura apre un’inchiesta per presunte negligenze
È stata aperta un’inchiesta sulla tragedia avvenuta la notte del 5 novembre all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, dove un bimbo è nato morto. I genitori hanno presentato una denuncia ai Carabinieri e la Procura indaga sull’accaduto. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Codici, che ha deciso di presentare un esposto.
“Di fronte al dramma che si è consumato è doveroso fare chiarezza”, afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici. “Stando alla denuncia della famiglia, ci sarebbero state delle gravi lacune negli ultimi controlli. Come associazione siamo impegnati da anni in battaglie legali contro la malasanità. Non possiamo dire se quanto accaduto a Palermo sia l’ennesimo caso, di sicuro bisogna fare chiarezza e giustizia, nel caso dovessero emergere mancanze o errori”.
“Dalle ricostruzioni fornite dai parenti – prosegue la nota inviata dall’associazione – emerge, in particolare, il comportamento di un’ostetrica, che avrebbe deciso di non effettuare il tracciato la notte della tragedia, somministrando soltanto una medicina prescritta nei giorni precedenti. Un farmaco che sarebbe stato indicato pochi giorni prima al momento del ricovero in ospedale, dove la donna si era recata per una visita di controllo e dove sarebbe stato deciso di indurre il parto data l’alterazione della pressione sanguigna ed essendo alla 38esima settimana”.
“La sera del 5 novembre, stando sempre a quanto denunciato dalla famiglia, il tracciato era regolare e la donna sarebbe stata invitata dall’ostetrica smontante a presentarsi in sala travaglio per un nuovo tracciato e la somministrazione del farmaco. Come detto, la nuova ostetrica di turno non avrebbe effettuato il tracciato, ritenendo che non ce ne fosse bisogno. Nel giro di poche ore, però, la situazione sarebbe precipitata, fino al taglio cesareo d’emergenza intorno alle 23.30 ed il bimbo che è nato morto. Una gravidanza normale finita in tragedia. Alla magistratura il compito di fare chiarezza”, concludono dall’associazione.
ATTUALITA'
Assicurazioni RC Auto e clausole vessatorie, Codici: “Rispettare norme in vigore”
Nei contratti Rc Auto sarebbero presenti clausole vessatorie che violano le norme sulla concorrenza. È il motivo dell’azione legale congiunta promossa dalle associazioni dei consumatori, a cui partecipa anche Codici, che ha portato alla presentazione di numerosi esposti all’Antitrust per segnalare il comportamento ritenuto scorretto di diverse compagnie di assicurazioni.
“Alcune importanti società – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – applicano ai clienti clausole vessatorie in merito alla riparazione danni dei veicoli. Il tutto in piena violazione delle norme vigenti, che vietano alle compagnie di imporre agli assicurati gli operatori a cui rivolgersi per gli interventi sulle auto. Questa vicenda, a nostro avviso, è emblematica del potere delle lobbies. Hanno un’influenza enorme, che purtroppo esercitano in maniera negativa.
Le lobbies danneggiano l’interesse pubblico e gli interessi dei cittadini. È una realtà che non può più essere ignorata, ma che anzi deve essere presa in considerazione ed affrontata. Tornando alla vicenda delle assicurazioni e delle clausole vessatorie, la legge sulla Concorrenza del 2017 all’articolo 1 comma 9 prevede ‘per l’assicurato la facoltà di ottenere l’integrale risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato avvalendosi di imprese di riparazione di propria fiducia’. Le compagnie assicurative, tuttavia, anche attraverso le reti agenziali e peritali, richiamando clausole contrattuali illegittime, condizionano pesantemente i danneggiati nella scelta del riparatore, indicando le carrozzerie presso cui eseguire obbligatoriamente gli interventi e limitando così la libertà del consumatore ed il suo diritto ad ottenere una riparazione a regola d’arte.
Una prassi vessatoria, contraria al quadro normativo comunitario in tema di concorrenza (articolo 101 TFUE), ed in piena violazione sia dell’articolo 16 della Carta Diritti Fondamentali UE sulla libertà d’impresa, sia dell’articolo 41 della Costituzione che tutela il diritto alla libera iniziativa privata. Dicevamo prima del potere delle lobbies. Ebbene, proprio in questi giorni alcuni emendamenti bipartisan al Ddl Concorrenza hanno tentato di bloccare tale pratica illegale, ma la lobby delle assicurazioni è riuscita ad ottenerne lo stop in sede parlamentare. Il tutto, è evidente, ai danni dei consumatori. Non è più possibile subire situazioni del genere. Per questo, oltre agli esposti all’Antitrust, siamo intenzionati anche a presentare al Governo ed al Parlamento una proposta condivisa affinché nel Ddl Concorrenza sia rafforzata la protezione dei diritti degli assicurati sancita nel 2017”.
ATTUALITA'
Diplomifici, parte l’indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori
In merito all’indagine di Tuttoscuola sul fenomeno dei “diplomifici” dal titolo «Maturità: boom dei diplomi facili», il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una indagine ispettiva. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). “Sotto il profilo normativo – fa sapere il MIM – verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici”.