L’autogol di Pelosi: “Farmaci alterano, Trump va sostituito”. Ma il vero malato è Biden. Il referto medico
La relazione pubblica stilata a dicembre del 2019 dal dottor ‘O Connor della George Washington University. Il democratico, tra le altre cose, è “a rischio demenza”
«Il presidente Trump prende chiaramente medicine. E chiunque di noi assuma farmaci di quella serietà è in uno stato alterato. Ci sono articoli di professionisti che dimostrano come ciò potrebbe avere un impatto sulla capacità di giudizio di una persona». E’ lo stralcio di una recente dichiarazione della Speaker della Camera Nancy Pelosi. La democratica – che in questi giorni sta tentando di strumentalizzare il 25esimo emendamento della Costituzione americana per allontanare Trump dalla Casa Bianca – ha presentato ieri una proposta di legge per la creazione di un’apposita commissione, che nelle sue intenzioni dovrebbe occuparsi di verificare l’idoneità del presidente in carica di terminare il suo mandato e di correre per il nuovo.
In caso di inadeguatezza, subentrerebbe Mike Pence. Ma se un domani vincesse Biden?
Secondo la Costituzione Usa, in caso di inadeguatezza a subentrare provvisoriamente sarebbe il vicepresidente, cioè il repubblicano Mike Pence. Ma che succederebbe se Joe Biden vincesse? Niente che farebbe piacere a Nancy Pelosi, in quanto anche il democratico Biden fa un utilizzo frequente di medicine per far fronte alla sua patologia principale, mentre Kamala Harris rimane incandidabile per effetto dell’articolo 2 della Costituzione americana. Biden soffre, tra le altre cose, di fibrillazione atriale: presenta cioè un battito cardiaco irregolare che lo espone a un rischio quintuplicato di ictus e raddoppiato per infarto e demenza. Questo si evince dal giornale sanitario Heart Talk e dalla relazione medica resa pubblica e firmata lo scorso 15 dicembre 2019 dal dottor Kevin C. ‘O Connor, del dipartimento di Medicina della George Washington University.
Secondo Heart Talk ha “un rischio di demenza raddoppiato”
Sì, colui che un giorno potrebbe stringere in mano il pulsante delle testate nucleari, rischia di contrarre la demenza, e come si può leggere più avanti ha già avuto due aneurismi cerebrali. Non solo. Biden soffre anche di Iperlipidemia, reflusso gastroesofageo e allergie stagionali. Ha – si legge “una storia di diabete, malattie della tiroide, ipertensione, utilizzo di tabacco, angina, infarto del miocardio, malattia polmonare cronica e ostruttiva, ulcera, malattie infiammatorie, disordini neurologici, cancro della pelle”.
H avuto due aneurismi cerebrali, solo uno è stato rimosso
“Biden – scrive il dottor ‘O Connor – ha avuto esperienza di una emorragia intracranica e di un aneurisma cerebrale nel 1988. Il suo aneurisma è stato rimosso chirurgicamente. Durante questo processo, il suo team (medico, nda) ha scoperto un secondo aneurisma, che non è stato rimosso. E’ stato solo trattato. (Biden) non ha più contratto altri aneurismi. Un angiogramma del 2014 ha mostrato che non presenta più i sintomi della malattia. Nel 1988 – continua il medico – ha avuto complicanze post-operatorie che hanno riguardato una trombosi e un’embolia polmonare. Per precauzione, una vena di un arto inferiore è stata rimossa. E’ stato trattato con un anticoagulante a somministrazione orale per diversi mesi. (…) i coaguli erano da attribuire alla sua immobilizzazione; gli anti-coagulanti sono stati sospesi”.
Ha sofferto di asma e occasionalmente soffre di infezioni alle vie respiratorie superiori
Se poi da un lato Donald Trump sembra essere stato esposto solo di recente a lievi problemi legati al “coronavirus”, l’ultra 77enne Biden ha sofferto di “asma fin da teenager”, oltre a soffrire di occasionali “broncospasmi con infezioni delle vie respiratorie superiori“. “Questo paziente – prosegue ancora l’esperto che lo ha visitato per ufficializzare il suo stato di salute prima della sua candidatura alle presidenziali – è stato trattato per iperplasia benigna prostatica. E’ stato inizialmente trattato con medicazioni e poi è stato definitivamente trattato chirurgicamente. La colecisti di questo paziente è stata rimossa nel 2003. In più, ha ricevuto svariati trattamenti medici e chirurgici per vari problemi ortopedici. L’apnea notturna ostruttiva è stata considerata, ma i suoi sintomi non sono significativi dopo un intervento chirurgico al setto nasale”.
Biden vincolato all’utilizzo dei farmaci che secondo Pelosi “alterano”
“Dopo un apposito screening colonoscopico – inoltre – sono stati trovati dei diverticoli e un adenoma non canceroso nel 2008. Il vicepresidente – a dicembre 2019 il vicepresidente era già Mike Pence, nda – ha trascorso molto tempo al sole nella sua giovinezza. Ha avuto dei cancri della pelle localizzati rimossi chirugicamente. Queste lesioni sono completamente guarite, anche se è in costante sorveglianza dermatologica”. Messo in buon conto l’umano dispiacere per qualunque stato di salute precario – colpisca un democratico, un repubblicano o un estremista – viene da domandarsi: Biden potrebbe mai essere presidente (sempre ammesso che riesca a sconfiggere Trump) con questa storia clinica e con le attuali patologie persistenti? Secondo il dottore che ha stilato la relazione pubblica, sì: “Biden – conclude ‘O Connor – è un uomo anziano di 77 anni in salute e vigoroso, che può ricoprire la carica di presidente e altri incarichi istituzionali”. Ma, si evince dalla relazione, solo con l’ausilio di diverse medicine, le stesse che secondo Nancy Pelosi “alterano”.
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Illeciti lungo le coste, i numeri del report “Mare Monstrum”
Legambiente ha presentato il nuovo report “Mare Monstrum 2024” con i numeri degli illeciti ambientali lungo le coste italiane. Il Lazio si posiziona al quinto posto tra le peggiori regioni per numero di illeciti, con 1.529 reati in un anno: 1.626 sono state le persone denunciate, 7 quelle arrestate, 334 i sequestri effettuati, 2.450 gli illeciti amministrativi, 2.470 le sanzioni amministrative e 18.035.897. Sono complessivamente 11 ogni km di costa le infrazioni nella Regione.
“I crimini ambientali lungo le coste del Lazio mettono a dura prova la qualità del nostro mare – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio –, l’attenzione va tenuta altissima contro ogni abuso edilizio che continua ad essere il reato principale, ma anche per contrastare i reflui non depurati, la pesca illegale e tutte le violazioni del codice della navigazione nel settore nautico. Con i nostri volontari e grazie alle nostre campagne, continuiamo come sempre a generare centinaia di momenti di pulizia, individuare criticità nei sistemi di depurazione, analizzare con la citizen science gli elementi di maggior impatto tra i rifiuti abbandonati; c’è però bisogno che le amministrazioni alzino l’attenzione contro gli ecoreati sul mare, senza giustificazioni o condoni come quelli che invece sta continuando a proporre il consiglio regionale e che continuiamo a ritenere un percorso devastante per l’ambiente e per la qualità della vita nei nostri territori: gli abusi vanno abbattuti e non sanati”.
617 sono infatti i reati di abusivismo edilizio, 518 sono i reati di mare inquinato da smaltimento illecito di rifiuti, scarichi illegali e maladepurazione. Sono poi 262 i reati legati alla pesca illegale con 12.596 kg di prodotti ittici sequestrati, e infine 132 sono le violazioni del Codice della navigazione e nautica da diporto. I numeri del rapporto sono elaborati da Legambiente su dati forze dell’ordine e Capitanerie di porto per il 2023.
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Abbandono scolastico, audizione presso la settima commissione del Senato
Il testo dell’audizione presso la 7° Commissione del Senato che si è tenuta il 9 maggio su contrasto a povertà educativa, abbandono e dispersione scolastica
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Premierato, oggi Meloni chiede le stesse cose che voleva ottenere D’Alema con la Bicamerale
Il tentativo del governo Meloni di superare l’assetto istituzionale attuale è solo l’ultimo in ordine di tempo (come spiega il professore Musacchio in un’interessante analisi pubblicata su Rec News), ma tanti ne sono stati fatti dalla cosiddetta Seconda Repubblica in poi. Farà riflettere senz’altro gli elettori di centrodestra come uno dei primi esponenti politici a volere un premierato sia stato l’ex leader della sinistra Massimo D’Alema, tesserato del PCI nel 1968 e tra i padri fondatori del Partito democratico della sinistra.
Sua l’idea – come molti ricorderanno – di instaurare nel 1997 una Commissione bicamerale per le riforme istituzionali, formata da 70 parlamentari. L’obiettivo era sempre lo stesso, e cioè accentrare ancora più poteri nelle mani del presidente del Consiglio, chiamato – tra le altre cose – a nominare e revocare i ministri a suo piacimento. L’esito della Bicamerale fu tutt’altro che scontato: i democratici di sinistra di D’Alema votarono ovviamente a favore, mentre i berlusconiani – oggi incarnati da Tajani e più vicini al premierato – votarono assieme alla Lega Nord a favore del semipresidenzialismo, come testimonia un articolo dell’epoca (in basso).
“L’Unità” del 05/06/1997
I lavori della Commissione si interruppero bruscamente un anno dopo, nel 1998, perché i partiti non riuscirono a trovare una quadra e perché le manovre di palazzo risultavano incomprensibili per l’elettorato. Un copione che potrebbe ripetersi anche stavolta.
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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane
Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale