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E’ presente in molte paste dentifricie perché fino a questo momento – anche se non in modo unanime – era considerato un toccasana per l’igiene dentale e per la rimozione della carie. Ma adesso a gettare una nuova ombra sul fluoro è uno studio del National Toxicology Program divulgato dalla National Academies of Science, Engineering and Medicine (in basso, nel Pdf) secondo cui l’alogeno influirebbe sullo sviluppo neurologico e sulla salute cognitiva. Che significa? Che, riportano i dottori Bruce Lanphear, Christine Till e Linda S. Birnbaum, è “tossico per il cervello in via di sviluppo”. E’, cioè, dannoso per i bambini e conseguentemente per le donne incinte, mentre rimangono da chiarire gli effetti a lungo termine su altre categorie frequentemente esposte. Nel pratico, l’elemento anche in forma di fluoruro, ridurrebbe il QI intellettivo “da 3 a 7 punti”, provocando danni a lungo termine nella crescita.

Dove è presente

Il fluoro è presente in natura in minima parte, ma un contatto quasi sicuro avviene in due modi: quando ci si lava i denti e bevendo – per chi decide, incurante, di farlo – acqua potabile o addirittura determinate acque minerali, che possono averlo in percentuali minime o piuttosto elevate. Nello specifico, è uno degli ingredienti privilegiati dei dentifrici, tanto che le aziende lo sponsorizzano come se fosse l’ingrediente segreto a cui si deve la qualità del prodotto. Da anni, inoltre, è in atto la “fluorazione delle acque“, processo che fa in modo che l’acqua potabile sia “arricchita” con questo elemento. La fluorazione avviene più in Stati come quelli americani che in Italia, ma qui è fortemente sostenuta per esempio da organismi autorevoli come l’Istituto Superiore di Sanità. Un sostegno che, tuttavia, alla luce dei nuovi studi andrebbe rivisto. Questa sostanza è inoltre presente in bibite gasate o zuccherine (comprese le più note), negli integratori energetici come quelli usati dagli sportivi, nelle gomme da masticare, in molti cibi industriali e precotti. La Children’s Health Defence, fa sapere che a breve un Comitato dell’Accademia nazionale americana di scienza, medicina e ingegneria esaminerà quelli che finora sono stati considerati gli effetti positivi sulla carie, per soppesare meglio i costi-benefici legati all’assunzione.

Il principio di precauzione suggerisce che, nel dubbio, è meglio evitarlo

L’ormai conosciuto “principio di precauzione” suggerisce però che, nel dubbio, sia meglio evitare il più possibile il fluoro. Secondo molti medici e al di là del nuovo studio appena presentato, può portare danni alle ossa e ad osteoporosi, oltre ai delicati problemi appena elencati. Ma come fare a eliminarlo il più possibile? Anzitutto, bisogna controllare le etichette dei dentifrici che si acquistano, scartare quelli che lo contengono e prediligere prodotti il più naturali possibili. Avere un parere da un professionista fidato su quello che fa al caso proprio, è di sicuro una buona idea. Considerata la presenza di fluoro e di cloro e la situazione spesso degradata degli acquedotti italiani, è anche buona norma abbandonare – per chi ce l’ha – la brutta abitudine di bere acqua del rubinetto. L’acqua minerale, del resto, presenta anche concentrazioni di fluoro in svariate percentuali: secondo gli esperti è il caso di preferire quelle acque che presentano percentuali di fluoro inferiori a o,3 mg/l (0,3 milligrammi per litro). Altre possibili fonti di fluoro possono essere inoltre il latte, il sale da cucina (soprattutto in Svizzera), gli integratori di vitamine, alcuni medicinali.

Occhio ai cattivi consiglieri

Eppure c’è chi continua a consigliare l’assunzione anche massiccia di fluoro, perfino nei bambini. Secondo alcuni medici, infatti, a partire dai sei mesi sarebbe necessario assumere integratori a base di questo elemento per la salute del cavo orale. Certo che lo studio appena pubblicato getta nuova luce su consigli di questo tipo. C’è poi chi consiglia di bere dal rubinetto in nome di una presunta “sostenibilità”. Riflettendo, è sempre bene considerare le cause dei comportamenti. Per quanto riguarda il primo aspetto, dentisti e odontoiatri concordano da tempo sul fatto che un ruolo essenziale nella formazione della carie sia da attribuire agli zuccheri: sembrerebbe, dunque, più sensato consigliare di limitare l’assunzione di dolciumi e merendine in nome della prevenzione, piuttosto che utilizzare la fluorazione dell’acqua come rimedio. Se le bottiglie di plastica non riversate nell’ambiente portano a una “sostenibilità” ambientale maggiore a fronte di possibili danni alla salute, poi, non è un gran traguardo.

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Salva grazie alla manovra di Heimlich. Cos’è, come si fa e perché tutti dovrebbero conoscerla

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Salva grazie alla manovra di Heimlich. Cos'è, come si fa e perché tutti dovrebbero conoscerla

Un pranzo come tanti, a Cesena, ha rischiato di finire in tragedia. Lo racconta Il Resto del Carlino, che spiega come una donna – Monica Turchi – abbia rischiato di morire soffocata a causa di un boccone di carne andato di traverso. E, in casi come questo, non ci sono soccorsi che tengano. Non solo perché questo è il Paese dove le ambulanze arrivano in 30 minuti bene che vada o non arrivano affatto, ma perché qui si parla di minuti. Preziosi, pochissimi, minuti. Ogni tanto una buona notizia: tutto è finito bene grazie al figlio 17enne della donna, che aveva imparato a scuola una manovra salvavita da applicare in caso di soffocamento.

Si tratta della manovra di Heimlich, conosciuta abbastanza ma non a sufficienza se si pensa che è stato stimato che in Italia nel 2022 ci sia stato un morto a settimana a causa di ostruzioni dovute al cibo. Ma cos’è e come si applica? L’Istituto Superiore di Sanità fornisce un vademecum per permettere di riconoscere i casi di soffocamento e per poter agire in maniera tempestiva agevolando l’espulsione del bolo da parte della persona in pericolo.

Sugli altri

Nel pratico, la manovra di Heimlich si pratica alternando cinque colpi alla schiena tra le scapole (con la parte di palmo della mano più vicina al pollice) e tramite cinque spinte sul diaframma, con le mani che assumono una determinata posizione (vedi il video in basso). Non è necessario essere medici, né bisogna temere di non essere capaci, perché il rischio maggiore – come ha spiegato Maurizio Menarini al Resto del Carlino – è che la persona possa morire in caso di mancato intervento.

Su se stessi

La manovra di Heimlich si può attuare anche su se stessi, “mettendo – spiega l’ISS – una mano chiusa a pugno contro il proprio addome mentre l’altra l’afferra e la spinge verso l’alto con una serie di spinte, finché non si liberano le vie aeree. In alternativa, è possibile appoggiarsi con la parte alta dell’addome contro un oggetto fisso (per esempio una spalliera di un divano o di una sedia) spingendo ripetutamente col proprio corpo verso il basso fino a che le compressioni non facilitino l’espulsione dell’ostruzione”.

Sui bambini

La conoscenza di questa manovra salvavita si rivela, poi, fondamentale quando in famiglia ci sono dei bambini (su cui la manovra si pratica in maniera diversa). Certamente le buone pratiche aiutano a impedire i fattori di rischio: com’è noto, è necessario sorvegliare e aiutare i bambini nel momento dei pasti, sminuzzare tutto il cibo nei primi anni di vita e soprattutto evitare alimenti la cui ingestione rappresenta un potenziale pericolo. E’ il caso delle caramelle che, gli esperti sono concordi, non dovrebbero essere mangiate almeno fino ai 5 anni di età (eppure le pubblicità con bimbi piccolissimi che le consumano abbondano). Nella seconda parte del video in alto si può vedere anche la manovra di Heimlich applicata ai bambini e ai lattanti.

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Prevenire gli infortuni quando si fa sport, i consigli dei podologi

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L’8 ottobre si celebra la Giornata internazionale della Podologia e il tema scelto per quest’anno – “Il piede come punto di partenza della maggior parte dei gesti sportivi” – mette in risalto l’importanza di proteggere e preservare la salute degli arti inferiori nello sport: «Un corretto funzionamento del piede è fondamentale per evitare traumi e lesioni in altre parti del corpo, nonché per ottenere quella frazione di secondo che fa la differenza tra il gradino più alto del podio e quello immediatamente sotto» commenta la Commissione di albo nazionale dei Podologi, che si unisce alla comunità internazionale per promuovere la salute dei piedi e il ruolo fondamentale che i Podologi svolgono nella cura e nella prevenzione delle patologie podologiche.

L’attività fisica, a qualsiasi livello di allenamento, comporta un maggiore stress sulle strutture osteo-articolari, muscolari e cutanee. Pertanto, è essenziale studiare la biomeccanica del movimento specifico di ogni sport, al fine di migliorare le prestazioni e prevenire il rischio di lesioni legate al gesto atletico.

Secondo recenti dati sono 20 milioni gli italiani che dichiarano di fare sport più di una volta a settimana. Una buona abitudine per la salute e il benessere, ma non tutti svolgono l’attività sportiva nel modo corretto, e questo comporta un rischio di infortuni significativo.

Si stima che ogni anno si verificano circa 300 mila infortuni, molti dei quali potrebbero essere evitati con le giuste precauzioni – sottolinea la Commissione di albo nazionale dei Podologi – La misura preventiva più importante per evitare lesioni è una buona preparazione atletica, oltre alla scelta consapevole dello sport praticato.

Nello sport, più di un infortunio su 4 colpisce la caviglia, seguito dal ginocchio e dal piede (3,3%). In Italia, quasi la metà degli infortuni (46%) – riportati precedentemente – sono dovuti alla pratica dello sport “nazionale”, ovvero calcio e calcetto. Principalmente si tratta di distorsioni alla caviglia, al ginocchio e contusioni al piede. Altri sport che colpiscono maggiormente questi segmenti sono il badminton (52,3%), la corsa (47,0%), il tennis (40,3%), i tuffi (23,7%), il canottaggio (12,4%) e la ginnastica artistica (11,5%), seguiti dalla pallacanestro (7,3%).

In caso di infortuni, è fondamentale rivolgersi a operatori sanitari preparati, tra cui il Podologo. L’importanza di un corretto supporto e trattamento per gli arti inferiori non può essere sottovalutata.

Come interviene il Podologo in ambito sportivo?

I principali obiettivi terapeutici affrontati dai Podologi nell’ambito dello sport includono le seguenti linee di azione:

  • individuare e trattare patologie biomeccaniche e posturali attraverso l’utilizzo di terapie ortesiche personalizzate per lo sportivo;
  • studiare la funzionalità del piede in relazione a ogni gesto sportivo specifico, utilizzando esami specialistici per analizzare i tempi e le pressioni dinamiche dei piedi e la loro correlazione con le patologie manifeste anche in altre parti del corpo;
  • curare patologie ungueali e dermatologiche, come ipercheratosi, unghie incarnite, verruche plantari, problemi di sudorazione, flittene e vesciche, prima, durante e dopo le competizioni.
  • intervenire per migliorare, ottimizzare e valorizzare il gesto sportivo e le prestazioni conseguenti.

Il piede nel gesto atletico rappresenta uno dei fulcri della riuscita di un’eccellente prestazione sportiva, pertanto la presenza del Podologo all’interno di un team medico-sportivo è fondamentale e specifica propria della professione.

Attraverso lo studio accurato di ogni movimento coinvolto nel gesto sportivo di ogni singola disciplina, è possibile dispensare terapia ortesico-plantare con funzione compensativa di eventuale patologie biomeccaniche riscontrate. Lo studio e la correzione di tali patologie possono essere fondamentali per il recupero funzionale dell’atleta e per prevenire ricadute invalidanti per la prestazione sportiva.

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“Tempi maturi per mettere da parte Green Pass e mascherine”

Il presidente della Società Italiana di Virologia e direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele Massimo Clementi chiede “l’eliminazione” del certificato verde: “Dati in discesa. Non si tratta di discussione scientifica ma politica. Togliere anche in tempi brevi anche l’obbligo di mascherine”

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"Tempi maturi per mettere da parte Green Pass e mascherine" | Rec News dir. Zaira Bartucca

Eliminazione del Green Pass e delle mascherine. E’ quanto ha chiesto la SIV-ISV – Società Italiana di Virologia – tramite il suo presidente Massimo Clementi. Il medico (che è anche direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano) ha rilasciato alcune dichiarazioni sul certificato verde su cui si ostina in queste ore l’azione di governo, chiedendone la sospensione. “Siamo più o meno al picco, calcolando i dati sull’intero paese. Se invece scorporiamo quelli di Lombardia e dell’Emilia Romagna, notiamo che i dati stanno già diminuendo: l’apice qui è già stato raggiunto. Ora dovremmo andare verso la generale discesa: la tendenza ci arriva da altri paesi, dove la nuova variante è circolata all’inizio”, ha detto il medico all’Huffington Post.

I dati, insomma, non sono certo quelli di due anni fa, e tra la penalizzazione del diritto al lavoro e alle cure ai veti a fruire di servizi anche essenziali, comincia ad esplodere – prevedibilmente – la rabbia sociale. “Vediamo file interminabili di persone che hanno bisogno del tampone per lavorare. Bisognerebbe snellire questo percorso: se sei vaccinato e infetto, come negli Stati Uniti, resti 5 giorni a casa e poi con una mascherina FFp2 puoi uscire, senza bisogno di tampone”. Del resto, anche l’OMS inizia a parlare di auto-osservazione al posto di quarantena, i test rapidi (anche fai-da-te) prendono il posto di quelli molecolari e Paesi che sono stati interessati dalla variante Omicron come la Gran Bretagna hanno già detto addio a tutte le restrizioni.

E’ quello che si dovrebbe fare anche in Italia secondo Clementi, che non è certo l’unico ad appellarsi alla fine di tutte le imposizioni. Quella sul Green Pass, chiosa il presidente della Società Italiana di Virologia, più che una discussione scientifica è diventata per molti versi una discussione politica. C’entrano i rapporti tra controllo della pandemia e attività economiche. Per quello che mi riguarda, il Green Pass può essere considerato utile se considerato straordinario, da utilizzare nei periodi in cui non se ne può fare a meno. Se dovessero scendere i contagi, considerando che stiamo andando verso una stagione primaverile e dunque più avversa al virus, bisognerebbe a piano a piano eliminarlo”. Discorso analogo per le mascherine: “sarebbe auspicabile che venisse tolto l’obbligo in tempi brevi se i contagi scendessero. Tra le misure è quella meno utile”. Senza contare, verrebbe da aggiungere, le vere leggi in vigore, che obbligano a non “travisarsi” quando si entra in un luogo pubblico.

C’è poi la questione spinosissima dell’abbandono dei pazienti non covid che devono essere operati o visitati. Un dramma umano e sociale che sta toccando centinaia di migliaia di italiani, tanto è vero che il caso di Pregliasco e del Galeazzi non è che la punta dell’iceberg di una situazione molto più radicata. “Una vera criticità – ha detto ancora Clementi – è rendere fruibile l’ospedale per tutti le specialità che in questi anni pandemici hanno sofferto, offuscati dalla pandemia. Gran parte delle politiche di prevenzione di malattie importanti sono state rallentate nel periodo Covid”.

Fonte: “Intravediamo la discesa, iniziare a ragionare sull’addio al Green Pass”

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Un solo ingrediente per una ricetta estiva leggera e per preparare un’acqua depurativa

Il caldo agostano di questi giorni aumenta la voglia di bere e di cibi freschi, oltre che la necessità – da parte del nostro organismo – di incamerare più vitamine. Ecco allora che una ricetta semplice e veloce può venire in soccorso di tutti

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Un ingrediente (e quello che si ha in casa) per una ricetta estiva leggera e per preparare un'acqua depurativa | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il caldo agostano di questi giorni aumenta la voglia di bere e di cibi freschi, oltre che la necessità – da parte del nostro organismo – di incamerare più vitamine e liquidi. Ecco allora che una ricetta semplice e veloce può venire in soccorso di tutti. E’ lo Tzatziki, la tradizionale salsa greca a base di cetrioli che si serve come antipasto in abbinamento alla “pita”, pane piatto che ha l’aspetto di una piadina lievitata. Qui proponiamo la ricetta di Giallo Zafferano, che è interessante perché propone una variazione che può permettere di realizzare – in aggiunta – un’acqua depurativa e dissetante.

Anziché tagliare i cetrioli – gli ortaggi che assieme all’aglio e allo yogurt compongono questo piatto – il blog propone di grattugiarli e di lasciarli scolare. E’ molto importante, così come è importante strizzarli per evitare che la salsa abbia, alla fine, una consistenza liquida. A scolatura e strizzatura effettuate, avremo un’acqua di un verde vivo dall’alto contenuto vitaminico e dalle alte proprietà depurative che potremo utilizzare per l’acqua di cui sopra. Basta munirsi di una caraffa di vetro, di un boccale o di un bicchiere capiente, e aggiungere il liquido di risulta dei cetrioli. A questo punto si aggiungono acqua fresca, fette di limone e fette di cetriolo a piacere. Per chi lo gradisce, si può aggiungere anche del succo di limone. Il composto va lasciato in infusione per almeno 6 ore, poi va filtrato e bevuto. Non è solo un ottimo rimedio, ma è anche dissetante.

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