I “pericoli” legati al nuovo antidepressivo già utilizzato al Policlinico di Bari
Sedazione, dissociazione, riduzione del senso del tatto, ma anche comportamenti suicidari, tossicità e grave sindrome dissociativa. I rischi connessi all’uso di un nuovo farmaco denunciati dal CCDU
L’intera storia della psichiatria consiste di cicli ripetuti in cui una soluzione viene dapprima osannata come ultimo ritrovato scientifico, poi criticata da molti come inutile e/o dannosa e infine, quando anche i più fervidi sostenitori sono costretti ad arrendersi di fronte all’evidenza, sostituita con una nuova scoperta miracolosa. Oggi tocca agli antidepressivi. Somministrati per tanti anni perché avrebbero compensato un presunto (e mai dimostrato) squilibrio chimico nel cervello, vengono sempre più spesso criticati dal 2009, quando Irvin Kirsch, direttore associato del programma in studi Placebo e docente di medicina presso la Facoltà di Medicina di Harvard, professore emerito di psicologia all’Università di Hull e Plymouth e all’Università del Connecticut ha pubblicato il suo libro “The emperor’s new drug” (il nuovo farmaco dell’imperatore).
Il Prof. Kirsch aveva raccolto tutti gli studi fatti disponibili sugli antidepressivi SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione di serotonina), concludendo che la loro ‘efficacia’ è pari a quella del placebo (la “pillola di zucchero” somministrata negli studi clinici per confronto con il farmaco da testare). Da allora la teoria dello squilibrio chimico è caduta in disgrazia, sebbene venga ancora usata come tecnica di marketing psicofarmacologico, e si sente parlare sempre più spesso di “depressione resistente al trattamento”.
E’ di questi giorni la notizia che al Policlinico di Bari sarebbe iniziata la somministrazione “ad uso compassionevole” (la possibilità, cioè, di somministrare farmaci per i quali non sia ancora terminata la sperimentazione clinica) di esketamina, appunto per il trattamento della cosiddetta depressione resistente al trattamento (TRD – Treatment-Resistant Depression) – quella definita “a maggior rischio di suicidio”.
La presunta efficacia del farmaco sarebbe stata valutata col metodo MADRS (Montgomery Asberg Depression Rating Scale – una serie di 10 domande, ognuna con una scala di quattro possibili risposte, usata dagli psichiatri per diagnosticare la depressione e valutarla come leggera, moderata o grave. La scala MADRS è interamente basata su criteri soggettivi e largamente arbitrari e, al pari degli altri strumenti di ‘diagnosi’ psichiatrica, non ha nessuno di quei requisiti di scientificità, oggettività e riproducibilità che dovrebbero caratterizzare una diagnosi medica.
In una scheda tecnica pubblicata un anno fa il National Center for Biotechnology Information (NCBI, un ente del Ministero della Salute USA) descrive l’esketamina come un farmaco appartenente alla classe della ketamina (più precisamente si tratta di un suo ‘isomero’ – una sostanza composta dagli stessi elementi nella stessa misura, ma legati in maniera diversa), usata un tempo come anestetico, abbandonata per via degli effetti avversi, incluso la sindrome dissociativa, e infine divenuta droga da strada per via dell’euforia che è in grado di generare.
L’esketamina è classificata in America come farmaco di classe III per via del rischio di abuso e dipendenza e può essere somministrata solo sotto stretta sorveglianza per via dei rischi collaterali associati, tra cui sedazione, sensazione di dissociazione, capogiro, vertigini, nausea, ansia, letargia, vomito, riduzione del senso del tatto, cistite e sintomi dell’apparato urinario e aumento della pressione sanguinea. Tra gli effetti meno comuni, ma potenzialmente più pericolosi, idee e comportamento suicidari, grave sindrome dissociativa, cistite interstiziale, tossicità embrio-fetale, oltre al sospetto (non dimostrato) di danni al fegato. L’idea di giocare al piccolo chimico col nostro cervello sembrerebbe dura a morire.
ATTUALITA'
Prove scritte concorso insegnanti, i primi dati del ministero
Si sono concluse le prove scritte del concorso per la Scuola dell’Infanzia e per la Primaria e stanno procedendo quelle per la Secondaria. I posti messi a bando complessivamente sono 44.654. Si sono svolti lunedì 11 (sessione mattutina e pomeridiana) e martedì 12 marzo (sessione mattutina) i tre turni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 15.340 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola dell’infanzia e nella Scuola primaria.
Mercoledì 13 e giovedì 14 marzo si sono svolte le prime quattro delle dieci sessioni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 29.314 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola secondaria di I e II grado. I candidati presenti alle tre sessioni per la Scuola dell’infanzia e per la Primaria sono stati 55.676, dei quali 44.615 sono stati ammessi alla prova orale. I candidati presenti ai primi quattro turni per la Secondaria di I e II grado sono stati 130.252, dei quali 113.543 sono stati ammessi alla prova orale.
ATTUALITA'
Bimbo nato morto a Palermo, la Procura apre un’inchiesta per presunte negligenze
È stata aperta un’inchiesta sulla tragedia avvenuta la notte del 5 novembre all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, dove un bimbo è nato morto. I genitori hanno presentato una denuncia ai Carabinieri e la Procura indaga sull’accaduto. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Codici, che ha deciso di presentare un esposto.
“Di fronte al dramma che si è consumato è doveroso fare chiarezza”, afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici. “Stando alla denuncia della famiglia, ci sarebbero state delle gravi lacune negli ultimi controlli. Come associazione siamo impegnati da anni in battaglie legali contro la malasanità. Non possiamo dire se quanto accaduto a Palermo sia l’ennesimo caso, di sicuro bisogna fare chiarezza e giustizia, nel caso dovessero emergere mancanze o errori”.
“Dalle ricostruzioni fornite dai parenti – prosegue la nota inviata dall’associazione – emerge, in particolare, il comportamento di un’ostetrica, che avrebbe deciso di non effettuare il tracciato la notte della tragedia, somministrando soltanto una medicina prescritta nei giorni precedenti. Un farmaco che sarebbe stato indicato pochi giorni prima al momento del ricovero in ospedale, dove la donna si era recata per una visita di controllo e dove sarebbe stato deciso di indurre il parto data l’alterazione della pressione sanguigna ed essendo alla 38esima settimana”.
“La sera del 5 novembre, stando sempre a quanto denunciato dalla famiglia, il tracciato era regolare e la donna sarebbe stata invitata dall’ostetrica smontante a presentarsi in sala travaglio per un nuovo tracciato e la somministrazione del farmaco. Come detto, la nuova ostetrica di turno non avrebbe effettuato il tracciato, ritenendo che non ce ne fosse bisogno. Nel giro di poche ore, però, la situazione sarebbe precipitata, fino al taglio cesareo d’emergenza intorno alle 23.30 ed il bimbo che è nato morto. Una gravidanza normale finita in tragedia. Alla magistratura il compito di fare chiarezza”, concludono dall’associazione.
ATTUALITA'
Assicurazioni RC Auto e clausole vessatorie, Codici: “Rispettare norme in vigore”
Nei contratti Rc Auto sarebbero presenti clausole vessatorie che violano le norme sulla concorrenza. È il motivo dell’azione legale congiunta promossa dalle associazioni dei consumatori, a cui partecipa anche Codici, che ha portato alla presentazione di numerosi esposti all’Antitrust per segnalare il comportamento ritenuto scorretto di diverse compagnie di assicurazioni.
“Alcune importanti società – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – applicano ai clienti clausole vessatorie in merito alla riparazione danni dei veicoli. Il tutto in piena violazione delle norme vigenti, che vietano alle compagnie di imporre agli assicurati gli operatori a cui rivolgersi per gli interventi sulle auto. Questa vicenda, a nostro avviso, è emblematica del potere delle lobbies. Hanno un’influenza enorme, che purtroppo esercitano in maniera negativa.
Le lobbies danneggiano l’interesse pubblico e gli interessi dei cittadini. È una realtà che non può più essere ignorata, ma che anzi deve essere presa in considerazione ed affrontata. Tornando alla vicenda delle assicurazioni e delle clausole vessatorie, la legge sulla Concorrenza del 2017 all’articolo 1 comma 9 prevede ‘per l’assicurato la facoltà di ottenere l’integrale risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato avvalendosi di imprese di riparazione di propria fiducia’. Le compagnie assicurative, tuttavia, anche attraverso le reti agenziali e peritali, richiamando clausole contrattuali illegittime, condizionano pesantemente i danneggiati nella scelta del riparatore, indicando le carrozzerie presso cui eseguire obbligatoriamente gli interventi e limitando così la libertà del consumatore ed il suo diritto ad ottenere una riparazione a regola d’arte.
Una prassi vessatoria, contraria al quadro normativo comunitario in tema di concorrenza (articolo 101 TFUE), ed in piena violazione sia dell’articolo 16 della Carta Diritti Fondamentali UE sulla libertà d’impresa, sia dell’articolo 41 della Costituzione che tutela il diritto alla libera iniziativa privata. Dicevamo prima del potere delle lobbies. Ebbene, proprio in questi giorni alcuni emendamenti bipartisan al Ddl Concorrenza hanno tentato di bloccare tale pratica illegale, ma la lobby delle assicurazioni è riuscita ad ottenerne lo stop in sede parlamentare. Il tutto, è evidente, ai danni dei consumatori. Non è più possibile subire situazioni del genere. Per questo, oltre agli esposti all’Antitrust, siamo intenzionati anche a presentare al Governo ed al Parlamento una proposta condivisa affinché nel Ddl Concorrenza sia rafforzata la protezione dei diritti degli assicurati sancita nel 2017”.
ATTUALITA'
Diplomifici, parte l’indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori
In merito all’indagine di Tuttoscuola sul fenomeno dei “diplomifici” dal titolo «Maturità: boom dei diplomi facili», il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una indagine ispettiva. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). “Sotto il profilo normativo – fa sapere il MIM – verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici”.