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Nasce dalla penna di un “imprenditore seriale” il libro “7 shot per creatori di business”. Enrico Pisani – già libero professionista del mondo delle Tlc che gravita nel mondo delle startup digitali – lo ha scritto pensando “alle paure e ai blocchi che si hanno all’inizio di una carriera”. Il risultato è una guida, un manuale scorrevole dove si trovano molte dritte per destreggiarsi in un periodo di crisi atipico come questo. Il segreto secondo Pisani è abbandonare l’idea del “monobusiness”, reinventandosi di continuo e tentando di capire le dinamiche del mercato.

“Per l’imprenditore che non è abituato a rischiare o che non ha mai iniziato a creare il proprio business – avverte l’autore – sarà dura mandare giù questi problemi.  Il libro è per tutti quelli che almeno una volta nella vita hanno detto o si sono sentiti dire queste frasiMi mancano i capitali, Non ho tempo, Non voglio correre rischi, Non conosco le persone giuste, Non so concretamente che fare,  Non ho le competenze, È troppo tardi, non so se è il momento adatto“.

Il pensiero corre, nelle pagine del testo, a tutti quei titolari di impresa e liberi professionisti che “vedevano i loro sogni arenati in una SRL o una Partita Iva in fase di stallo. Anche io – racconta Pisani – sono stato giovane, impaurito, senza soldi da investire e con tante idee, ma credo che se avessi avuto questo libro nelle mani, avrei iniziato a fare business molto prima e senza troppe preoccupazioni. Vorrei davvero poter vedere meno persone disilluse, e più persone animate dai loro sogni. Magari questo libro riuscirà a “risvegliare” qualcuno, sarebbe bellissimo.” 

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Gli errori da non commettere quando si sta cercando lavoro: i suggerimenti per il CV perfetto con CV Facile

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Gli errori da non commettere quando si sta cercando lavoro: i suggerimenti per il CV perfetto con CV Facile | Rec News dir. Zaira Bartucca

Quali sono gli errori da non commettere quando si sta cercando lavoro? Tanti, a partire da un CV con scarsa cura verso i dettagli fino alla mancata lettera di presentazione, aspetti importantissimi sottolineati anche da CV Facile.

Sono tanti gli aspetti verso cui dobbiamo prestare attenzione: sebbene sia normale sentirsi nervosi durante il processo di candidatura, è importante affrontarlo in modo strategico ed evitare gli ostacoli che potrebbero sabotare le nostre possibilità. Vediamo come realizzare il CV con strumenti come CV Facile e gli errori da non commettere assolutamente.

Il personal branding: oggi il lavoro passa anche dai social

Il personal branding è un aspetto cruciale per differenziarci dalla concorrenza e far emergere le nostre competenze. Spesso, i candidati trascurano il personal branding e non si concentrano sul creare una forte presenza online. La mancanza di una solida immagine professionale può ridurre le possibilità di essere notato dai potenziali datori di lavoro. A cosa dobbiamo prestare attenzione nello specifico?

  • Non avere un profilo completo su LinkedIn o altri siti professionali: LinkedIn è diventato un punto di riferimento per i datori di lavoro alla ricerca di candidati qualificati. Assicuriamoci di avere un profilo completo, che includa una foto professionale, una descrizione accurata delle esperienze e competenze, oltre che testimonianze o raccomandazioni;
  • Non curare la presenza sui social media: i datori di lavoro spesso cercano informazioni sui candidati sui social media. In questo caso possiamo sfruttare i social media in modo strategico per condividere contenuti pertinenti al settore lavorativo e dimostrare interesse e conoscenza;
  • Non sfruttare le opportunità di networking online: il networking online può portare a nuovi contatti professionali e opportunità di lavoro. Partecipare a discussioni e stabilire nuove connessioni con professionisti del campo può rivelarsi molto utile per il futuro.

CV Facile ci spiega come creare il CV e la lettera di presentazione

Il curriculum e la lettera di presentazione sono dei veri e propri biglietti da visita, oltre che la prima impressione che i datori di lavoro avranno di noi. Purtroppo, molti candidati commettono errori che possono farli scartare immediatamente. Anche in questo caso abbiamo una carrellata di consigli da non sottovalutare, disponibili anche sul sito di CV Facile.

  • Non adattare il curriculum alle esigenze del lavoro: ogni lavoro richiede competenze specifiche, per questo motivo è importante adattare il curriculum alle esigenze del lavoro a cui ci stiamo candidando. Mettiamo bene in evidenza le esperienze e le competenze pertinenti e personalizziamo il curriculum per catturare l’attenzione del datore di lavoro o del recruiter;
  • Non evidenziare i risultati ottenuti: i datori di lavoro sono interessati a ciò che abbiamo realizzato in passato. Invece di elencare solo le responsabilità dei precedenti ruoli, cerchiamo di mostrare cosa abbiamo ottenuto negli anni. I nostri successi, del resto, vanno celebrati;
  • Non controllare attentamente la grammatica e l’ortografia: errori di grammatica e ortografia possono far sembrare davvero poco professionale il nostro curriculum. Prendiamoci del tempo per far “respirare” il testo e non inviamolo subito dopo averlo finito. Rileggiamolo dopo qualche giorno, verificando bene le frasi: chiediamo anche aiuto a un amico o un collega.

Personalizzare la nostra candidatura può richiedere un po’ di tempo in più, ma può fare anche la differenza: a questo punto, sfruttiamo piattaforme o strumenti come CV Facile, con un grande ventaglio di opzioni di personalizzazione.

Come usare CV Facile?

Su CV Facile, si possono trovare diversi tipi di CV, come il modello cronologico, combinato o funzionale. Non solo: per scrivere un CV, abbiamo bisogno di un piccolo aiuto, di consigli da seguire, così da non sbagliare in alcun modo.

CV Facile dispensa numerosi suggerimenti a riguardo, soprattutto per compilare nel modo corretto le sezioni relative all’esperienza, alle formazioni, agli obiettivi professionali o alle competenze. Con un po’ di tempo e pazienza, su CV Facile si può creare un curriculum approfondito. La piattaforma, oltretutto, è semplicissima da usare: una volta scelto il modello, bisogna solo costruirlo e infine scaricarlo in diversi formati.

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L’Italia indietro nella produzione di energia solare. Mercato saturato da Tesla e dai cinesi. Perché non fare da noi?

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L'Italia indietro nella produzione di energia solare. Mercato saturato da Tesla e dai cinesi. Perché non fare da noi? | Rec News dir. Zaira Bartucca

Si parla tanto di Green Economy, ma a cogliere le opportunità connesse al risparmio energetico in Italia sono, come sempre, gli altri. Elon Mask è stato uno dei tanti che ha fiutato l’affare delle tegole fotovoltaiche, i tetti di terza generazione promossi da Tesla che si integrano con la copertura e hanno un costo inferiore rispetto agli omologhi che non producono energia. Anche i cinesi non si sono fatti scappare questa opportunità di mercato e si sono imposti con aziende come LONGI Solar, Trina e JA Solar, che figurano tra i primi dieci produttori.

Le aziende italiane, intanto, investono altrove, privando il territorio di nuove fabbriche e di nuovi posti di lavoro. Eppure i benefici di avviare una produzione nazionale di pannelli solari ricadrebbero sia sulle aziende che sul consumatore finale, visti gli incentivi attualmente presenti che riguardano praticamente tutti, dal produttore al cliente finale.

L’energia solare è una risorsa importante e in costante crescita in tutto il mondo, e in Italia, un Paese con una forte esposizione al sole, c’è un grande potenziale per l’uso dell’energia solare come fonte di energia rinnovabile. La creazione di una fabbrica di produzione di tetti solari in Italia potrebbe essere un’opportunità interessante per gli imprenditori che cercano di investire in questo settore. Ma cosa fare per iniziare?

  1. Analisi del mercato. Prima di iniziare la creazione della fabbrica, è importante effettuare un’analisi del mercato per valutare la richiesta per i tetti solari in Italia. In questo caso, sarebbe necessario capire il mercato degli impianti solari, la concorrenza, la domanda potenziale e il tipo di tecnologia che si dovrebbe utilizzare.
  2. Business plan. Il business plan è uno strumento essenziale per avviare qualsiasi tipo di attività imprenditoriale, compresa la creazione di una fabbrica di tetti solari. Dovrebbe includere una descrizione dettagliata dell’azienda, una valutazione del mercato e dei concorrenti (punto 1) una strategia di marketing e vendita, una stima dei costi e dei ricavi, e un piano finanziario a lungo termine.
  3. Ricerca e sviluppo. La ricerca e lo sviluppo sono fondamentali per la creazione di una fabbrica di tetti solari. È importante sviluppare una tecnologia innovativa e di alta qualità per i tetti solari, che sia efficiente e duratura, e che si possa produrre in modo economico.
  4. Sourcing e produzione. Dopo aver sviluppato una tecnologia innovativa, è importante trovare fornitori di materiali di alta qualità per la produzione dei tetti solari. È importante creare partnership con fornitori affidabili che possano garantire i materiali di cui si ha bisogno a prezzi competitivi, privilegiando quelli nazionali per abbattere i costi logistici. È anche importante investire in un processo di produzione efficiente per ridurre i costi e migliorare la qualità dei prodotti.
  5. Marketing e distribuzione. Il marketing e la distribuzione sono importanti per la promozione dei tetti solari in Italia. In questo senso, è importante investire in una strategia di marketing efficace che possa promuovere il prodotto. La distribuzione può essere gestita attraverso una rete di installatori di tetti solari in tutta Italia.
  6. Espansione. Infine, la fabbrica di produzione di tetti solari può espandersi in altri Paesi, preoccupandosi contemporaneamente di essere utile per parte della copertura della domanda interna. L’espansione può essere fatta attraverso partnership con altre aziende, la creazione di joint venture o attraverso l’apertura di filiali, sia in Italia che all’estero.
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Dichiarazione precompilata anche per le partite IVA

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Dichiarazione precompilata anche per le partite IVA | Rec News dir. Zaira Bartucca

Semplificazioni anche per le partite IVA: dal 10 febbraio, ha fatto sapere l’Agenzia delle Entrate, si può infatti presentare la dichiarazione IVA precompilata, che interesserà 2,4 milioni di imprese e professionisti e consentirà loro di visualizzare e scaricare il proprio modello con i dati relativi all’anno d’imposta 2022. La nuova funzionalità è disponibile nel portale “Fatture e corrispettivi”, consente di calcolare e pagare l’imposta ed eventualmente di inviare una dichiarazione correttiva o integrativa.

Si possono inoltre importare nei propri sistemi gestionali i dati precompilati, in modo da poterli confrontare con quelli contenuti nei propri database. La dichiarazione annuale si aggiunge agli altri documenti precompilati per le partite IVA resi disponibili dal secondo semestre 2021, come i registri e le comunicazioni delle liquidazioni periodiche. 

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Albero di Natale, quale comprare e come prendersi cura di un abete vero

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Albero di Natale, quale comprare e come prendersi cura di un abete vero | Rec News dir. Zaira Bartucca

Con la Festa dell’Immacolata Concezione sono iniziati i preparativi per Natale. Per questa data in molti hanno già provveduto – come da tradizione – ad addobbare casa, ma rimangono comunque diversi ritardatari. Fatto il Presepe, si passa alla scelta dell’albero, che non sempre è immediata. Meglio acquistarne uno vero o finto? C’è chi pensa che gli alberi sintetici rappresentino la scelta migliore per l’ambiente. In realtà, un albero artificiale di plastica alto due metri – afferma Pefc Italia – ha un’impronta di carbonio pari a circa 40 kg di emissioni di CO2 equivalenti, senza considerare il tempo che gli alberi finti impiegano a deteriorarsi nelle discariche, che è di oltre 200 anni. Secondo Coldiretti, nel 2021 quasi 3 milioni di italiani hanno scelto un albero vero a Natale.

E’ inoltre importante mettere in casa una pianta che respira, anche quando recisa: un abete vero assorbe l’anidride carbonica, rilascia ossigeno e olii essenziali che purificano l’ambiente e – terminato il suo ciclo vitale – torna ad essere sostanza organica. Al contrario degli alberi in plastica (energivori, inquinanti e destinati alle discariche), le piante sono parte del motore di filtrazione della natura.

“Scegliere un abete vero, però, significa anche fare una scelta precisa: rivolgersi a vivai specializzati o assicurarsi che provenga da attività di gestione forestale, vuol dire sostenere aziende agricole che impiegano centinaia di persone in aree montane a rischio spopolamento e creare una relazione positiva tra città e montagna, prendendo le distanze da sistemi produttivi incompatibili con l’ambiente”, spiega Francesco Dellagiacoma, Presidente di Pefc Italia. “Evitare la plastica significa quindi contribuire all’economia di aziende che lavorano nelle aree interne del nostro Paese”.

Ma come scegliere, acquistare e prendersi cura di un abete vero? Ecco un vademecum con tutti i consigli utili per l’occasione.

1) PROVENIENZA – Secondo Coldiretti, gli abeti italiani disponibili sul mercato in occasione del Natale derivano per il 90% da coltivazioni vivaistiche specializzate gestite da piccole aziende agricole italiane del territorio rurale. Il restante 10% (i cosiddetti cimali o punte di abete o giovani piante destinate al taglio), deriva ad esempio da normali pratiche di gestione forestale di diradamento, indispensabili per lo sviluppo delle foreste. E’ sempre preferibile scegliere un abete a chilometro zero, e in ogni caso acquistarlo dai produttori locali anziché affidarsi agli e-commerce online che spesso dipendono dall’estero.

2) PRIMA DI ACQUISTARE L’ALBERO – Prima dell’acquisto è opportuno misurare accuratamente l’altezza del soffitto di casa: all’aperto gli alberi sembrano molto più piccoli e il rischio è quello di trovarsi con una pianta troppo alta. Bisogna inoltre tener presente che l’albero perfetto non esiste: ogni esemplare tende ad avere un lato meno ricco di rami nella parte cresciuta verso nord, inoltre l’asimmetria è una caratteristica naturale di un albero vivo. Tutte le conifere tendono a perdere gli aghi nella parte interna dei rami, per questo è consigliabile chiedere al vivaista di scuotere l’albero per far cadere gli aghi secchi. Per il trasporto, è meglio portarlo a casa distendendo i rami con qualche giorno di anticipo prima di addobbarlo: in questo modo si adatterà più facilmente al nuovo ambiente, come spiega Coldiretti.

3) COME CURARE L’ALBERO VERO IN CASA – Prendersi cura di un abete vero non è complicato, ma bisogna sapere come fare: è bene sistemarlo in un luogo luminoso, lontano da fonti di calore, ma anche da correnti d’aria troppo forti (quindi non vicino a termosifoni accesi o finestre). Un aspetto importante, soprattutto per le piante in vaso, è innaffiare l’albero regolarmente, ogni 1-2 giorni: un sistema semplice ed efficace consiste nel posizionare dei cubetti di ghiaccio nel vaso dell’albero, così da preservare l’umidità della terra nel vaso. Neve sintetica o spray colorati sono invece da evitare.
 

4) COSA FARE QUANDO FINISCONO LE FESTE – Gli alberi recisi o in vaso che non vogliono essere tenuti per gli anni successivi, dovranno essere smaltiti in modo corretto: portandoli nelle isole ecologiche, saranno trasformati in compost, utile alla crescita di nuove piante. Piantare nuovamente gli alberi dei vasi in bosco è invece una scelta sbagliata: se l’abete non fa parte dei boschi naturali di pianura/collina, è ecologicamente una pianta “alloctona”, cioé estranea al contesto ambientale. Ove possibile, meglio scegliere il giardino di casa, con la raccomandazione di non posizionare  gli alberi troppo vicino agli edifici, visto che tendono a crescere rapidamente.

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