Il partito unico vuole decidere cosa dovete comprare, dove potete andare e cosa potete fare. L’opposizione – compiacente – tace. Il testo provvisorio del Dpcm
Ormai è improprio parlare di Green Pass, di “pandemia”, di covid e di misure sanitarie. L’ultimo respiro (politico) che Mao Draghi sta tentando di emettere è idealmente equiparabile agli esordi delle peggiori dittature e discriminazioni dell’ultimo secolo
Il partito unico vuole decidere cosa dovete comprare, dove potete andare e cosa potete fare. E l’opposizione, compiacente, tace. Ormai è improprio parlare di Green Pass, di “pandemia”, di covid e di misure sanitarie, come ammette lo stesso presidente della Società Italiana di Virologia. L’ultimo respiro (politico) che Mao – l’errore è voluto – Draghi sta tentando di emettere (la bozza diramata dovrà essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale e poi essere approvata da Camera e Senato per l’eventuale conversione in Legge) è equiparabile agli esordi delle peggiori dittature e discriminazioni dell’ultimo secolo. A chi non vuole o non può vaccinarsi è preclusa la possibilità di fruire liberamente dei mezzi pubblici, come accadeva alle persone di colore nella Repubblica Sudafricana piegata dall’Apartheid. Si punta tutto su una politica segregazionista, che mira a dividere la popolazione in pro-vax e no-vax, buoni e cattivi, persone in salute (anche se con il vaccino ci si contagia comunque) e untori, come è già accaduto con altre categorie ed etichette storicamente e tristemente note.
Si vorrebbe vietare l’ingresso ai luoghi pubblici e agli uffici mentre si dice alla popolazione che il virus non c’entra nulla e che – semplicemente – l’Autocrazia di un Draghi supportato dai fidi, ligi e silenti leader di ogni partito vorrebbe imporre l’acquisto al supermercato del “pane e formaggio” citato da Brunetta, ma non di un quaderno per la scuola. Vorrebbe – magari – permettere le fruttuose scommesse che prevedono la gabella allo Stato nei vari punti LIS che non sono mai stati toccati dai Dpcm, ma non la riscossione della pensione allo sportello da parte di un anziano non digitalizzato. Intanto la fantomatica opposizione come sempre sta zitta e buona, e se parla lo fa solo per lamentarsi, mica per imporsi. Mica per contribuire a restituire dignità e diritti basilari a una popolazione stanca, martoriata, ridotta alla fame, costretta a tenersi tutti i mali che non sono il covid.
Uscendo dai palazzi e tastando il polso del Paese reale, infatti, la sensazione è che stavolta la misura sia davvero colma, e che non ci sia più la volontà di sottostare a privazioni illogiche e immotivate che si vorrebbero imporre mentre la classe politica conserva – intatti – tutti i suoi privilegi. Mentre da destra a sinistra l’esercito di colletti bianchi si tiene stretto il proprio lauto stipendio che salterà a fine legislatura (da qui l’idea del rimpastone) i negozianti e le aziende rinunciano alle proprie entrate, mandano a casa i dipendenti e chiudono i battenti, condannati un fallimento calcolato di matrice digital-ambientalista. Mentre gli ospedali e i pronto soccorso abbandonano gli infartuati e le partorienti nei parcheggi e mentre si toglie di mano la professione ai medici che si permettono di dissentire, si prepara la telemedicina. Quella che fa risparmiare il governo che ormai non ha più nulla da tagliare sulla Sanità, e pazienza se nel frattempo si dovrà morire di tumore e di attese infinite.
Il punto però è che a giochi scoperti tutto può cambiare. Le denunce e le querele riempiono le Procure di tutta Italia, molte delle imposizioni potrebbero a breve decadere e Draghi l’Autocrate sa che non può più tirare la corda più di tanto, tanto più che nei ministeri e nei palazzi dopo il preoccupante atto intimidatorio subito da Orlando l’aria è plumbea. C’è solo da immaginarsi cosa potrebbero scatenare nelle frange estremiste i possibili divieti di ingresso che potrebbero riguardare gli uffici postali, alle banche, ai negozi di abbigliamento. Sì perché secondo i geni che concepiscono i Dpcm (in alto, le ultime idee brillanti), al non vaccinato o a chi non si vuole fare un tampone andrebbe anche vietato il rinnovo del guardaroba, quasi che alle ristrettezze sanitarie si debbano ora aggiungere anche quelle di matrice ambientalista e delle ideologie verdi che vorrebbero imporre – a determinate classi sociali, sia chiaro – l’usato, gli oggetti a basso costo senza qualità, l’acquisto spasmodico online di quello che non si può avere nei negozi pieni di limitazioni. Chi ci casca, non protesta, sopporta, non denuncia e non si tutela, è perduto.
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Barolo Tabai Riserva Vintage 2019: Un tesoro enologico per il Mercato di Hong Kong
Il Barolo Tabai Riserva Vintage edizione numerata del 2019 sta catturando l’attenzione degli intenditori e degli appassionati di vino di tutto il mondo. Questo vino d’eccezione non solo incarna la tradizione vitivinicola piemontese, ma si distingue anche per la sua qualità. L’edizione limitata lo rende particolarmente ambito nel mercato internazionale, con Hong Kong in testa.
Caratteristiche distintive del Barolo Tabai Riserva 2019
Il Barolo Tabai Riserva Vintage 2019 è frutto di una vendemmia eccezionale che si riflette nel suo carattere ricco e complesso. Al palato si presenta con una struttura solida e tannini eleganti, promettendo una longevità che lo rende perfetto per collezionisti ed estimatori.
Edizione numerata: un elemento di prestigio
Ogni bottiglia del Barolo Tabai Riserva 2019 è numerata, offrendo un’esperienza unica e irripetibile. Questa esclusività non solo accresce il suo valore, ma crea anche un senso di unicità e prestigio che è molto apprezzato dai connoisseur di Hong Kong, un mercato che valorizza i prodotti di lusso e di alta qualità.
Il Mercato di Hong Kong: il palcoscenico ideale
Hong Kong è rinomata per essere uno dei più importanti hub commerciali per il vino in Asia. La crescente domanda di vini di alta fascia fa del Barolo Tabai Riserva 2019 un protagonista indiscusso nelle migliori enoteche e ristoranti della città. I consumatori di Hong Kong, sempre alla ricerca di novità e prodotti esclusivi, trovano in questo Barolo un perfetto mix di tradizione e innovazione.
Come acquistare il Barolo Tabai Riserva 2019
Il Barolo Tabai Riserva Vintage 2019 è difficile da trovare, praticamente introvabile, perché il prezzo elevato che aumenta con il tempo e la rarità delle edizioni limitate numerate lo rendono un bene molto richiesto sia dai collezionisti che dagli intenditori.
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Opportunità di investimento per il 2024: il Gin del Cardinale Tabai
Nel panorama degli investimenti alternativi, i vini e i distillati pregiati stanno emergendo come asset di grande valore. Tra le novità più intriganti per il 2024 spicca il Gin del Cardinale Tabai. Questo articolo esplora le ragioni per cui investire in un gin pregiato rappresenta un’opportunità interessante, e analizza i benefici più ampi di acquistare distillati pregiati.
Un Gin di Eccellenza
Il Gin del Cardinale Tabai si distingue per la sua produzione artigianale e l’attenzione ai dettagli. Realizzato con botaniche selezionate e distillato secondo metodi tradizionali, questo gin offre un profilo aromatico complesso e raffinato. Ogni bottiglia rappresenta un pezzo unico, frutto di un processo che rispetta i più alti standard di qualità.
Un mercato in forte crescita
Il mercato del gin sta vivendo una fase di espansione senza precedenti. La crescente popolarità dei cocktail a base di gin e l’interesse delle nuove generazioni stanno alimentando la domanda globale. Le previsioni indicano che questa tendenza continuerà nei prossimi anni, rendendo l’investimento in un gin di alta qualità come quello del Cardinale Tabai una mossa strategica, a fronte di una spesa di 300 euro (cassetta oro, confezione da due gin).
Investire in vini e distillati pregiati
Investire in vini e distillati pregiati offre diversi vantaggi rispetto agli investimenti tradizionali. Questi prodotti tendono a mantenere o aumentare il loro valore nel tempo grazie alla loro natura limitata e alla crescente domanda. Inoltre rappresentano un’ottima diversificazione per il portafoglio di un investitore, riducendo il rischio complessivo.
Protezione dall’Inflazione
I vini e i distillati pregiati sono considerati beni rifugio. Durante periodi di alta inflazione, questi prodotti mantengono meglio il loro valore rispetto ad altri asset, offrendo una protezione contro la perdita di potere d’acquisto.
Valorizzazione nel tempo
La scarsità di prodotti di alta qualità come il Gin del Cardinale Tabai ne favorisce l’aumento di valore nel tempo. Con un numero limitato di bottiglie prodotte annualmente, la domanda tende a superare l’offerta, portando a un apprezzamento del valore.
Diversificazione del portafoglio
Gli investimenti in vini e distillati pregiati offrono una diversificazione unica. A differenza delle azioni o delle obbligazioni, il valore di questi prodotti non è direttamente influenzato dalle fluttuazioni del mercato finanziario, offrendo una stabilità maggiore.
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Tradizione e innovazione: ecco il Barolo Tabai più ambito e desiderato dagli investitori
Il Barolo Tabai Riserva 2019 in edizione limitata si presenta come una straordinaria opportunità per investire in vini nel 2024, attirando l’interesse degli appassionati di vino e degli investitori più lungimiranti. Prodotto nel cuore delle Langhe, questa riserva rappresenta l’apice dell’arte vinicola piemontese, combinando tradizione e innovazione per creare un vino di eccezionale qualità. La vendemmia del 2019 è stata particolarmente favorevole, caratterizzata da condizioni climatiche ideali che hanno permesso alle uve Nebbiolo di raggiungere una maturazione perfetta, conferendo al vino una struttura complessa e un equilibrio armonioso.
Come l’edizione 2018, ormai quasi introvabile, Il Barolo Tabai Riserva 2019 è limitato a poche migliaia di bottiglie, rendendolo un bene raro e prezioso. Questa scarsità contribuisce notevolmente al suo potenziale di apprezzamento nel tempo. I critici del vino hanno già elogiato questa annata per la sua eleganza e profondità, preannunciando un futuro brillante per chi sceglierà di investire in essa. Il vino si distingue per i suoi aromi intensi di frutti rossi, spezie e note terrose, che si evolvono ulteriormente con l’invecchiamento. Ogni bottiglia è numerata e certificata, garantendo autenticità e tracciabilità, elementi cruciali per gli investitori seri.
Dal punto di vista finanziario, il Barolo Tabai Riserva 2019 rappresenta un’opportunità di diversificazione del portafoglio, offrendo un’alternativa tangibile agli investimenti tradizionali. Storicamente, i vini pregiati hanno dimostrato una notevole capacità di conservare e aumentare il proprio valore nel tempo, rendendoli un rifugio sicuro contro l’inflazione e le fluttuazioni del mercato. Con l’incremento dell’interesse globale per i vini di alta qualità e l’attrattiva intrinseca delle edizioni limitate, il Barolo Tabai Riserva 2019 si prospetta come una scelta intelligente per gli investitori del 2024, combinando passione e profitto in un’unica, raffinata esperienza. Il suo prezzo può arrivare a 2000 euro a bottiglia.
PRIMO PIANO
Fiction su Riace,
la Rai se ne lava
le mani: “Lucano
dice falsità”
Sembra che anche da Viale Mazzini si stiano accorgendo di che pasta è fatto l’ex sindaco di Riace. Il pretesto per un botta e risposta che dura giorni e che è rimpallato dal sito dell’Ansa a quello dell’emittente è stata la fiction “Tutto il mondo è paese”. Avrebbe dovuto contribuire a formare l’immagine del primo cittadino eroe dell’accoglienza ma, complici le variegate vicende giudiziarie, non è mai andata in onda. Rec News è stato l’unico sito a svelare particolari tuttora ignorati dai media mainstream che riguardano il suo produttore e anche il cast. Particolari che, dicono i ben informati, dall’inchiesta Xenia I potrebbero transitare ad altre scrivanie e dare il via a nuove vicende giudiziarie. Il che potrebbe spiegare la reazione della Rai alle parole di Lucano.
L’idillio tra l’ex sindaco di Riace e i divulgatori di fiction a orologeria, insomma, per il momento è accantonato, e a riprova di questo oggi la Rai ha pubblicato un comunicato stampa dai toni piuttosto eloquenti, che peraltro diffida Lucano a rigettare quanto detto. «In merito alla notizia di un colloquio tra l’Amministratore delegato Rai Roberto Sergio e il produttore Roberto Sessa – scrivono dall’Ufficio Stampa – come riferito dal signor Mimmo Lucano, nel quale si sarebbe parlato della messa in onda della Fiction sul “modello Riace” – (tra virgolette, ndr) – si precisa che quanto riportato è totalmente falso. I termini attribuiti e riportati dal produttore non appartengono alla dialettica dell’Amministratore delegato. In assenza di una smentita ufficiale l’Azienda si riserva di tutelarsi in ogni sede».
Occasione mancata di propaganda in tempo di Europee
Chiaramente, la messa in onda della Fiction “Tutto il mondo è Paese” avrebbe potuto rappresentare un’ottima occasione di propaganda per Mimmo Lucano, che meno di un mese fa ha annunciato la sua candidatura alle Europee tra le fila di Alleanza Verdi Sinistra. Dunque il momento sarebbe stato più che propizio per rilanciare la storia – gradita agli elettori di certa parte politica – del sindaco campione dell’accoglienza. Peccato che da Viale Mazzini, per il momento, abbiano chiuso i cancelli.