Ristorazione, abbigliamento e vendita al dettaglio, è battuta d’arresto. I dati di Confimprese per regioni e città
Maiocchi sull’assenza di ripresa: “Fattori congiunturali condizionano decisioni di acquisto delle famiglie e conti delle imprese. Settore abbigliamento imbocca trend preoccupante, mentre il prosieguo della pandemia, inflazione e caro energia impattano in negativo sulla stabilità economica”
L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e retail non food elaborato da Confimprese-EY evidenzia una nuova battuta d’arresto nel mese di gennaio 2022, che chiude a -25,1% rispetto a gennaio 2020, mese pre-covid che permette un confronto significativo e realistico. A pesare la spinta inflazionistica. Abbigliamento-accessori continuano a perdere terreno con una chiusura mese a -38,5% rispetto al gennaio 2020 non compensata dal periodo dei saldi. Trend negativo anche per la ristorazione a -18%. Il retail non food ritorna ai livelli pre-pandemia con un mese di gennaio a +5,3% e a -0,2% negli ultimi 12 mesi rispetto a due anni fa. I centri commerciali sono in flessione del -33%, le high street del -30,9%. Migliore la tenuta dei negozi di prossimità -12,9%. La Puglia con -17,4% performa meglio delle altre regioni. Il Veneto precipita a -30,7%, mentre tra le città Bologna tocca il -37% e Roma resiste al -19%.
I dettagli. L’Osservatorio Confimprese-EY sui consumi di mercato analizza i dati di gennaio 2022 sullo stesso mese del 2020, con un trend mese vs 2021 positivo ma relativo a gennaio 2021. Di contro, la fotografia mensile scattata col confronto col gennaio 2020 inquadra una nuova battuta d’arresto nei consumi con -25,1% su gennaio 2020 e un dato degli ultimi 12 mesi a -19,9% rispetto al periodo febbraio 2019 – gennaio 2020. Se fermiamo il confronto degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti, le vendite sono cresciute invece del +31,5%. Siamo, dunque, di fronte a una situazione di criticità del retail, che dopo la fiammata dell’ultimo trimestre 2021, accusa la forte spinta inflazionistica e l’aumento del prezzo dell’energia.
Forti le differenze fra settori e attività. Il comparto abbigliamento-accessori registra una caduta di -38,5% in gennaio 2022 vs gennaio 2020 e di -24,1% negli ultimi 12 mesi rispetto a febbraio 2019-gennaio 2020. Sempre negativa anche la ristorazione a -18% nel mese di gennaio e -24,3% se confrontata a 2 anni fa. Continua il recupero del retail non food, che chiude gennaio a +5,3% su gennaio 2020 e raggiunge pressoché la parità, -0,2%, anche nel benchmark su due anni fa (febbraio 2019-gennaio 2020). Si tratta di un comparto penalizzato dalla gestione covid, che ha costretto la maggior parte degli italiani a passare più tempo in casa e a un utilizzo più frequente dei canali digitali per gli acquisti.
Quanto ai canali di vendita, il settore dei viaggi si conferma quello più in sofferenza con -36,6% nel mese, mentre lo shopping di prossimità (aree periferiche delle metropoli e cittadine di provincia) rimane la destinazione preferita dai consumatori registrando un -12,9% nel mese. Trend negativo per i centri commerciali che chiudono gennaio a -33%, gli outlet -26,7% e le high street -30,9%.
Nelle aree geografiche, sempre nel mese di gennaio 2022 vs gennaio 2020, troviamo tutti trend negativi, che confermano l’andamento generale del mercato a -25,1%. L’andamento migliore, sia pure in negativo, si registra al Centro con -23%, seguito dal Sud -23,6% e dal Nord-ovest -25,2%. Nord-est l’area peggiore -28,3%.
«Gennaio segna una battuta di arresto verso il periodo pre-pandemia – conferma Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese –. Il mese chiude a -25,1% e mostra la debolezza della ripresa, circoscritta all’ultimo trimestre 2021. Nel mese di gennaio è avvenuto un cambio di passo a causa dei fattori congiunturali che impattano sulle decisioni di acquisto delle famiglie e sui conti delle imprese. A incidere maggiormente sull’andamento dei consumi è il settore abbigliamento/accessori, che ha imboccato un trend preoccupante. I saldi, partiti male, non hanno fatto recuperare il terreno perso. Recrudescenza della pandemia, inflazione e caro energia impattano negativamente sulla stabilità dell’economia e gelano la propensione all’acquisto dei consumatori. Una nota positiva arriva dal retail non food, che sembra invece avere raggiunto i livelli pre-covid sia su 12 mesi rolling con -0,2% sia nel mese di gennaio con +5,3%, mostrando quindi anche una certa solidità della ripresa».
La pandemia ha tentato di imporre cambiamenti senza precedenti nelle abitudini dei consumatori che potrebbero potenzialmente – in mancanza dell’introduzione di correttivi – continuare ad evolversi e trasformarsi nel tempo. Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di EY in Italia, commenta: «Il mese di gennaio ha subito la forte ascesa dei contagi che ha influito particolarmente sulle occasioni di consumo e spesa degli Italiani. Gli ultimi 24 mesi di pandemia hanno trasformato in maniera strutturale le abitudini di consumo degli italiani, che hanno ridotto la spesa per abbigliamento e ristorazione a favore di altri beni come quelli per la casa. È infatti significativo che la spesa per quest’ultima categoria sia rimasta stabile negli ultimi due anni. Parte di questi cambiamenti rimarranno nelle abitudini di vita e di consumo anche quando l’emergenza pandemica verrà superata definitivamente, impattando di conseguenza sul tessuto territoriale dei comparti analizzati».
Analisi per regioni
L’analisi delle regioni nel mese di gennaio 2022 vs gennaio 2020 rispecchia l’andamento delle aree geografiche con i trend migliori in Puglia -17,4%, e i peggiori in Veneto -30,7%. Tra le due estremità si collocano tutte le altre. A cominciare dalle regioni con perdite contenute sotto i 20 punti percentuali: Abruzzo -18% e Lazio -18,2%. Le restanti capitalizzano tutte flessioni oltre il -20%. E sono: Calabria -23,3%, Lombardia -23,8%, Friuli Venezia Giulia -24,4%, Sicilia -25,2%, Liguria e Sardegna -26,2%, Campania -26,5%, Emilia Romagna -27,2%, Umbria -27,5%, Toscana -27,6%, Trentino Alto Adige -27,8%, Piemonte -27,9%, Marche -30,4%.
Analisi per città
Analizzando i dati delle principali città, nel mese di gennaio 2022 vs gennaio 2020, Roma registra -19% riuscendo ad attutire in parte l’impatto della pandemia che risulta invece maggiore a Milano -24% e Napoli -25%. Seguono a -29% Palermo e Venezia mentre poco distante Firenze -30% e Verona -32%. Tra le città prese in esame che rilevano i trend più negativi vi sono nell’ordine Bologna -37%, Genova -34% e Torino -33%.
Analisi principali province
Nel confronto del mese di gennaio 2022 vs gennaio 2020 le province di Novara -13%, Roma -18% e Brescia -19% risultano essere quelle con trend migliori seppur negativi. I valori invece più bassi si registrano a Bologna, che con -35% è la provincia con l’andamento più negativo, seguita da Torino e Genova entrambe a -32%. Seguono, Firenze (-32%), Padova e Verona a -31% entrambe, Caserta -30%, Udine e Palermo a -29% mentre Napoli e Venezia sono al -28%. Con valori intermedi troviamo invece Milano -24%, Bari -25%, Monza e Brianza -25%.
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Barolo Tabai Riserva Vintage 2019: Un tesoro enologico per il Mercato di Hong Kong
Il Barolo Tabai Riserva Vintage edizione numerata del 2019 sta catturando l’attenzione degli intenditori e degli appassionati di vino di tutto il mondo. Questo vino d’eccezione non solo incarna la tradizione vitivinicola piemontese, ma si distingue anche per la sua qualità. L’edizione limitata lo rende particolarmente ambito nel mercato internazionale, con Hong Kong in testa.
Caratteristiche distintive del Barolo Tabai Riserva 2019
Il Barolo Tabai Riserva Vintage 2019 è frutto di una vendemmia eccezionale che si riflette nel suo carattere ricco e complesso. Al palato si presenta con una struttura solida e tannini eleganti, promettendo una longevità che lo rende perfetto per collezionisti ed estimatori.
Edizione numerata: un elemento di prestigio
Ogni bottiglia del Barolo Tabai Riserva 2019 è numerata, offrendo un’esperienza unica e irripetibile. Questa esclusività non solo accresce il suo valore, ma crea anche un senso di unicità e prestigio che è molto apprezzato dai connoisseur di Hong Kong, un mercato che valorizza i prodotti di lusso e di alta qualità.
Il Mercato di Hong Kong: il palcoscenico ideale
Hong Kong è rinomata per essere uno dei più importanti hub commerciali per il vino in Asia. La crescente domanda di vini di alta fascia fa del Barolo Tabai Riserva 2019 un protagonista indiscusso nelle migliori enoteche e ristoranti della città. I consumatori di Hong Kong, sempre alla ricerca di novità e prodotti esclusivi, trovano in questo Barolo un perfetto mix di tradizione e innovazione.
Come acquistare il Barolo Tabai Riserva 2019
Il Barolo Tabai Riserva Vintage 2019 è difficile da trovare, praticamente introvabile, perché il prezzo elevato che aumenta con il tempo e la rarità delle edizioni limitate numerate lo rendono un bene molto richiesto sia dai collezionisti che dagli intenditori.
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Opportunità di investimento per il 2024: il Gin del Cardinale Tabai
Nel panorama degli investimenti alternativi, i vini e i distillati pregiati stanno emergendo come asset di grande valore. Tra le novità più intriganti per il 2024 spicca il Gin del Cardinale Tabai. Questo articolo esplora le ragioni per cui investire in un gin pregiato rappresenta un’opportunità interessante, e analizza i benefici più ampi di acquistare distillati pregiati.
Un Gin di Eccellenza
Il Gin del Cardinale Tabai si distingue per la sua produzione artigianale e l’attenzione ai dettagli. Realizzato con botaniche selezionate e distillato secondo metodi tradizionali, questo gin offre un profilo aromatico complesso e raffinato. Ogni bottiglia rappresenta un pezzo unico, frutto di un processo che rispetta i più alti standard di qualità.
Un mercato in forte crescita
Il mercato del gin sta vivendo una fase di espansione senza precedenti. La crescente popolarità dei cocktail a base di gin e l’interesse delle nuove generazioni stanno alimentando la domanda globale. Le previsioni indicano che questa tendenza continuerà nei prossimi anni, rendendo l’investimento in un gin di alta qualità come quello del Cardinale Tabai una mossa strategica, a fronte di una spesa di 300 euro (cassetta oro, confezione da due gin).
Investire in vini e distillati pregiati
Investire in vini e distillati pregiati offre diversi vantaggi rispetto agli investimenti tradizionali. Questi prodotti tendono a mantenere o aumentare il loro valore nel tempo grazie alla loro natura limitata e alla crescente domanda. Inoltre rappresentano un’ottima diversificazione per il portafoglio di un investitore, riducendo il rischio complessivo.
Protezione dall’Inflazione
I vini e i distillati pregiati sono considerati beni rifugio. Durante periodi di alta inflazione, questi prodotti mantengono meglio il loro valore rispetto ad altri asset, offrendo una protezione contro la perdita di potere d’acquisto.
Valorizzazione nel tempo
La scarsità di prodotti di alta qualità come il Gin del Cardinale Tabai ne favorisce l’aumento di valore nel tempo. Con un numero limitato di bottiglie prodotte annualmente, la domanda tende a superare l’offerta, portando a un apprezzamento del valore.
Diversificazione del portafoglio
Gli investimenti in vini e distillati pregiati offrono una diversificazione unica. A differenza delle azioni o delle obbligazioni, il valore di questi prodotti non è direttamente influenzato dalle fluttuazioni del mercato finanziario, offrendo una stabilità maggiore.
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Tradizione e innovazione: ecco il Barolo Tabai più ambito e desiderato dagli investitori
Il Barolo Tabai Riserva 2019 in edizione limitata si presenta come una straordinaria opportunità per investire in vini nel 2024, attirando l’interesse degli appassionati di vino e degli investitori più lungimiranti. Prodotto nel cuore delle Langhe, questa riserva rappresenta l’apice dell’arte vinicola piemontese, combinando tradizione e innovazione per creare un vino di eccezionale qualità. La vendemmia del 2019 è stata particolarmente favorevole, caratterizzata da condizioni climatiche ideali che hanno permesso alle uve Nebbiolo di raggiungere una maturazione perfetta, conferendo al vino una struttura complessa e un equilibrio armonioso.
Come l’edizione 2018, ormai quasi introvabile, Il Barolo Tabai Riserva 2019 è limitato a poche migliaia di bottiglie, rendendolo un bene raro e prezioso. Questa scarsità contribuisce notevolmente al suo potenziale di apprezzamento nel tempo. I critici del vino hanno già elogiato questa annata per la sua eleganza e profondità, preannunciando un futuro brillante per chi sceglierà di investire in essa. Il vino si distingue per i suoi aromi intensi di frutti rossi, spezie e note terrose, che si evolvono ulteriormente con l’invecchiamento. Ogni bottiglia è numerata e certificata, garantendo autenticità e tracciabilità, elementi cruciali per gli investitori seri.
Dal punto di vista finanziario, il Barolo Tabai Riserva 2019 rappresenta un’opportunità di diversificazione del portafoglio, offrendo un’alternativa tangibile agli investimenti tradizionali. Storicamente, i vini pregiati hanno dimostrato una notevole capacità di conservare e aumentare il proprio valore nel tempo, rendendoli un rifugio sicuro contro l’inflazione e le fluttuazioni del mercato. Con l’incremento dell’interesse globale per i vini di alta qualità e l’attrattiva intrinseca delle edizioni limitate, il Barolo Tabai Riserva 2019 si prospetta come una scelta intelligente per gli investitori del 2024, combinando passione e profitto in un’unica, raffinata esperienza. Il suo prezzo può arrivare a 2000 euro a bottiglia.
PRIMO PIANO
Fiction su Riace,
la Rai se ne lava
le mani: “Lucano
dice falsità”
Sembra che anche da Viale Mazzini si stiano accorgendo di che pasta è fatto l’ex sindaco di Riace. Il pretesto per un botta e risposta che dura giorni e che è rimpallato dal sito dell’Ansa a quello dell’emittente è stata la fiction “Tutto il mondo è paese”. Avrebbe dovuto contribuire a formare l’immagine del primo cittadino eroe dell’accoglienza ma, complici le variegate vicende giudiziarie, non è mai andata in onda. Rec News è stato l’unico sito a svelare particolari tuttora ignorati dai media mainstream che riguardano il suo produttore e anche il cast. Particolari che, dicono i ben informati, dall’inchiesta Xenia I potrebbero transitare ad altre scrivanie e dare il via a nuove vicende giudiziarie. Il che potrebbe spiegare la reazione della Rai alle parole di Lucano.
L’idillio tra l’ex sindaco di Riace e i divulgatori di fiction a orologeria, insomma, per il momento è accantonato, e a riprova di questo oggi la Rai ha pubblicato un comunicato stampa dai toni piuttosto eloquenti, che peraltro diffida Lucano a rigettare quanto detto. «In merito alla notizia di un colloquio tra l’Amministratore delegato Rai Roberto Sergio e il produttore Roberto Sessa – scrivono dall’Ufficio Stampa – come riferito dal signor Mimmo Lucano, nel quale si sarebbe parlato della messa in onda della Fiction sul “modello Riace” – (tra virgolette, ndr) – si precisa che quanto riportato è totalmente falso. I termini attribuiti e riportati dal produttore non appartengono alla dialettica dell’Amministratore delegato. In assenza di una smentita ufficiale l’Azienda si riserva di tutelarsi in ogni sede».
Occasione mancata di propaganda in tempo di Europee
Chiaramente, la messa in onda della Fiction “Tutto il mondo è Paese” avrebbe potuto rappresentare un’ottima occasione di propaganda per Mimmo Lucano, che meno di un mese fa ha annunciato la sua candidatura alle Europee tra le fila di Alleanza Verdi Sinistra. Dunque il momento sarebbe stato più che propizio per rilanciare la storia – gradita agli elettori di certa parte politica – del sindaco campione dell’accoglienza. Peccato che da Viale Mazzini, per il momento, abbiano chiuso i cancelli.
Draghi e stato scelto non votato da nessuno x fare fallire l Italia e svenderla ai suoi padroni dei poteri forti ma non ci riuscirà perché a breve gli italiani lo cacceranno fuori dal nostro paese!viva l Italia l Italia in mano ai traditori e ai rinnegati!
fattori congiunturali? Sta avvenendo tutto così per caso, per una casuale congiuntura…….