Andrew Torba (Gab) rilancia sull’offerta di Elon Musk a Twitter
Il social per la libertà di espressione al Patron di Starlink: “Insieme possiamo costruire l’infrastruttura per un internet davvero libero”. I dettagli della proposta
Il Ceo di Gab Andrew Torba ha rilanciato sull’offerta di Elon Musk a Twitter con una singolare contro-offerta. Non per tentare di accaparrarsi una quota della piattaforma di messaggistica istantanea, ma per lanciare una proposta piuttosto allettante. Non si sa se ha avuto seguito, ma quel che è certo è che il patron di Tesla e Space X dopo l’appello lanciato in direzione di Jack Dorsey ha fatto marcia indietro. Torba negli scorsi giorni ha commentato l’offerta da 40 miliardi di dollari chiamandosi dentro: “Tutto ciò che ha l’obiettivo di portare più libertà di parola su Internet per più persone è una buona cosa”, ha detto.
Il Ceo di Gab a questo punto ha evidenziato i limiti di Twitter e i punti di forza del suo social, basato sul principio della libertà di espressione. “Twitter – ha detto – ha problemi legacy che Gab non ha. Sono completamente dipendenti da infrastrutture di terze parti. Noi non lo siamo. Abbiamo costruito tutto da noi. Hosting, servizi di posta elettronica, strumenti di analisi, e-commerce, elaborazione dei pagamenti, tutto. Abbiamo costruito tutto”.
“Portare la libertà di parola su Twitter – ha detto ancora il Ceo di Gab – non è così semplice come acquistarlo. Apple e Google non consentono la libertà di parola, quindi se si interrompe la censura cacceranno a calci Twitter da entrambi gli app store. Noi abbiamo già risolto il problema e lo abbiamo superato. Twitter – ha proseguito il fondatore del social indipendente – opera in Paesi in cui la censura di massa è richiesta dalla legge. Hanno uffici in questi paesi. Non hanno altra scelta che soddisfare le richieste di censura di quei paesi o rischiare di essere chiusi o di ricevere multe”.
“Poi – ha ricordato ancora Torba – c’è il problema della comunità di Twitter. Distorce massicciamente a sinistra e quindi è ostile alla libertà di parola. Se ti permetti di portare la libertà di parola su Twitter, molte persone si allontanano perché la loro fragile visione del mondo non può permette loro di gestire la realtà che la libertà di parola porta. Un buon amico mi ha giustamente detto questa mattina: dubito fortemente che accetteranno la sua offerta. Preferirebbero che le azioni andassero a zero piuttosto che consegnare il controllo narrativo. Se accettano, lo saboteranno internamente o, se farà buoni cambiamenti, otterrà il trattamento di Gab”.
“Alla luce di queste verità – ha detto Torba presentando la sua proposta – mi piacerebbe offrire a Elon una controfferta al suo accordo Twitter molto costoso. Elon, ho fondato Gab nel 2016 perché credo nel suo potenziale di piattaforma per la libertà di parola in tutto il mondo. Credo che la libertà di parola sia un imperativo sociale per una Repubblica federale costituzionale funzionante. Tuttavia, dalla fondazione di Gab mi sono reso conto che per fornire una piattaforma di libertà di parola è necessario disporre anche di un’infrastruttura Internet di libertà di parola. Gab da allora si è trasformato da un semplice social network in una società di infrastrutture Internet per la libertà di parola”.
“Abbiamo costruito i nostri server – ha ricordato il Ceo di Gab – i nostri servizi di posta elettronica, il nostro processore di pagamento, e molto altro ancora non perché volevamo, ma perché non avevamo scelta se avevamo intenzione di continuare ad esistere. Quello che ci manca al momento è un ISP. Temo che il prossimo grande salto di censura sia a livello di ISP, con il blocco dell’accesso dell’ISP a Gab.com. Risolvi questo problema con Starlink. Insieme possiamo costruire infrastrutture per un internet libero“, è l’invito lanciato a Musk.
“Sono disposto – il dettaglio della proposta – a offrirti un posto nel consiglio e l’equità nella società, in cambio della vendita della tua posizione su Twitter e dell’investimento di 2 miliardi in Gab. La mia offerta è la mia migliore e ultima offerta. Gab ha un potenziale straordinario. Apriamolo insieme”, ha concluso.
ATTUALITA'
Prove scritte concorso insegnanti, i primi dati del ministero
Si sono concluse le prove scritte del concorso per la Scuola dell’Infanzia e per la Primaria e stanno procedendo quelle per la Secondaria. I posti messi a bando complessivamente sono 44.654. Si sono svolti lunedì 11 (sessione mattutina e pomeridiana) e martedì 12 marzo (sessione mattutina) i tre turni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 15.340 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola dell’infanzia e nella Scuola primaria.
Mercoledì 13 e giovedì 14 marzo si sono svolte le prime quattro delle dieci sessioni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 29.314 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola secondaria di I e II grado. I candidati presenti alle tre sessioni per la Scuola dell’infanzia e per la Primaria sono stati 55.676, dei quali 44.615 sono stati ammessi alla prova orale. I candidati presenti ai primi quattro turni per la Secondaria di I e II grado sono stati 130.252, dei quali 113.543 sono stati ammessi alla prova orale.
ATTUALITA'
Bimbo nato morto a Palermo, la Procura apre un’inchiesta per presunte negligenze
È stata aperta un’inchiesta sulla tragedia avvenuta la notte del 5 novembre all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, dove un bimbo è nato morto. I genitori hanno presentato una denuncia ai Carabinieri e la Procura indaga sull’accaduto. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Codici, che ha deciso di presentare un esposto.
“Di fronte al dramma che si è consumato è doveroso fare chiarezza”, afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici. “Stando alla denuncia della famiglia, ci sarebbero state delle gravi lacune negli ultimi controlli. Come associazione siamo impegnati da anni in battaglie legali contro la malasanità. Non possiamo dire se quanto accaduto a Palermo sia l’ennesimo caso, di sicuro bisogna fare chiarezza e giustizia, nel caso dovessero emergere mancanze o errori”.
“Dalle ricostruzioni fornite dai parenti – prosegue la nota inviata dall’associazione – emerge, in particolare, il comportamento di un’ostetrica, che avrebbe deciso di non effettuare il tracciato la notte della tragedia, somministrando soltanto una medicina prescritta nei giorni precedenti. Un farmaco che sarebbe stato indicato pochi giorni prima al momento del ricovero in ospedale, dove la donna si era recata per una visita di controllo e dove sarebbe stato deciso di indurre il parto data l’alterazione della pressione sanguigna ed essendo alla 38esima settimana”.
“La sera del 5 novembre, stando sempre a quanto denunciato dalla famiglia, il tracciato era regolare e la donna sarebbe stata invitata dall’ostetrica smontante a presentarsi in sala travaglio per un nuovo tracciato e la somministrazione del farmaco. Come detto, la nuova ostetrica di turno non avrebbe effettuato il tracciato, ritenendo che non ce ne fosse bisogno. Nel giro di poche ore, però, la situazione sarebbe precipitata, fino al taglio cesareo d’emergenza intorno alle 23.30 ed il bimbo che è nato morto. Una gravidanza normale finita in tragedia. Alla magistratura il compito di fare chiarezza”, concludono dall’associazione.
ATTUALITA'
Assicurazioni RC Auto e clausole vessatorie, Codici: “Rispettare norme in vigore”
Nei contratti Rc Auto sarebbero presenti clausole vessatorie che violano le norme sulla concorrenza. È il motivo dell’azione legale congiunta promossa dalle associazioni dei consumatori, a cui partecipa anche Codici, che ha portato alla presentazione di numerosi esposti all’Antitrust per segnalare il comportamento ritenuto scorretto di diverse compagnie di assicurazioni.
“Alcune importanti società – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – applicano ai clienti clausole vessatorie in merito alla riparazione danni dei veicoli. Il tutto in piena violazione delle norme vigenti, che vietano alle compagnie di imporre agli assicurati gli operatori a cui rivolgersi per gli interventi sulle auto. Questa vicenda, a nostro avviso, è emblematica del potere delle lobbies. Hanno un’influenza enorme, che purtroppo esercitano in maniera negativa.
Le lobbies danneggiano l’interesse pubblico e gli interessi dei cittadini. È una realtà che non può più essere ignorata, ma che anzi deve essere presa in considerazione ed affrontata. Tornando alla vicenda delle assicurazioni e delle clausole vessatorie, la legge sulla Concorrenza del 2017 all’articolo 1 comma 9 prevede ‘per l’assicurato la facoltà di ottenere l’integrale risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato avvalendosi di imprese di riparazione di propria fiducia’. Le compagnie assicurative, tuttavia, anche attraverso le reti agenziali e peritali, richiamando clausole contrattuali illegittime, condizionano pesantemente i danneggiati nella scelta del riparatore, indicando le carrozzerie presso cui eseguire obbligatoriamente gli interventi e limitando così la libertà del consumatore ed il suo diritto ad ottenere una riparazione a regola d’arte.
Una prassi vessatoria, contraria al quadro normativo comunitario in tema di concorrenza (articolo 101 TFUE), ed in piena violazione sia dell’articolo 16 della Carta Diritti Fondamentali UE sulla libertà d’impresa, sia dell’articolo 41 della Costituzione che tutela il diritto alla libera iniziativa privata. Dicevamo prima del potere delle lobbies. Ebbene, proprio in questi giorni alcuni emendamenti bipartisan al Ddl Concorrenza hanno tentato di bloccare tale pratica illegale, ma la lobby delle assicurazioni è riuscita ad ottenerne lo stop in sede parlamentare. Il tutto, è evidente, ai danni dei consumatori. Non è più possibile subire situazioni del genere. Per questo, oltre agli esposti all’Antitrust, siamo intenzionati anche a presentare al Governo ed al Parlamento una proposta condivisa affinché nel Ddl Concorrenza sia rafforzata la protezione dei diritti degli assicurati sancita nel 2017”.
ATTUALITA'
Diplomifici, parte l’indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori
In merito all’indagine di Tuttoscuola sul fenomeno dei “diplomifici” dal titolo «Maturità: boom dei diplomi facili», il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una indagine ispettiva. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). “Sotto il profilo normativo – fa sapere il MIM – verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici”.