Seguici
Covid, Meloni: "Non replicheremo errori passati. Ora chiarezza su affari milionari con mascherine e respiratori" | Rec News dir. Zaira Bartucca Covid, Meloni: "Non replicheremo errori passati. Ora chiarezza su affari milionari con mascherine e respiratori" | Rec News dir. Zaira Bartucca

POLITICA

Covid, Meloni: “Non replicheremo errori passati. Ora chiarezza su affari milionari con mascherine e respiratori”

© Rec News -

del

“Non possiamo escludere una nuova pandemia, ma non replicheremo in nessun caso quel modello di gestione. L’informazione e la comunicazione sono più efficaci in tutti i campi della coercizione. Occorre fare chiarezza sugli affari milionari e sulla compravendita di mascherine e respiratori”. Un passaggio del discorso pronunciato questa mattina da Giorgia Meloni alla Camera. Dentro non c’è la cronistoria di Fratelli d’Italia (che in tempi di pandemia ha appoggiato e anzi promosso misure lesive delle Libertà fondamentali come il Green Pass) ma ci sono, fondamentalmente, le due promesse che hanno caratterizzato la campagna elettorale di FdI: l’istituzione di una commissione d’Inchiesta sulla gestione della pandemia da parte dei governi Conte II e Draghi e la fine di ogni imposizione e di ogni compressione dei diritti costituzionalmente acquisiti.

Meloni arringa, prende impegni e alza qualche barricata, per esempio sulla questione rigassificatori. Si devono fare punto e basta, anche se Piombino è già sul piede di guerra con l’annuncio del ricorso al Tar da parte del sindaco Francesco Ferrari e con la sconfessione da parte degli amministratori locali di Fratelli d’Italia, che non condividono la posizione della dirigenza del partito. Proprio i rigassificatori, peraltro, pongono due questioni toccate dallo stesso presidente del Consiglio: il mare e i sismi, perché l’idea – di per sé buona – di aumentare l’approvvigionamento nazionale di gas, in Italia si va inevitabilmente a scontrare con il pericolo aumentato di terremoti e con l’inquinamento delle acque marine.

Le preoccupazioni che giungono da mesi dagli abitanti di Piombino non coincidono, dunque, con i cosiddetti “no a prescindere”, ma nonostante questo l’approccio del governo sembra escludere in partenza l’idea di dialogo e di apertura sulla questione: “Farò quel che devo”, ribadisce varie volte il premier, “anche a costo di non essere più eletta e anche a costo di non essere capita”. Magra consolazione per una fetta importante di elettorato che ha consegnato al suo partito le sorti del Paese, certo non per subire una riedizione del governo Draghi. Ma Meloni, eccezion fatta per la pandemia, del governo del banchiere sembra sposare praticamente tutto: dall’Atlantismo ideologico all’esecuzione dei dettami provenienti dall’Unione Europea, dal ricorso agli uomini di sistema come Cingolani alla “transizione digitale con un cloud nazionale”, anche se non c’è più Colao con il suo ministero transumanista.

Sul Reddito di cittadinanza e sui migranti l’approccio annunciato è diverso ma – viste le reali condizioni del Paese – piuttosto favolistico: Meloni invoca il lavoro “per chi può”, ma non dice come il governo interverrà e come la domanda di occupazione si concilierà con l’idea totalitaria di sostenibilità promossa da Bruxelles, con la concorrenza che proviene dal mercato libero, con lo strapotere delle multinazionali, con l’internazionalizzazione imposta e con quella transizione digitale a cui si richiama, che – da sola – è in grado di falciare centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Continua a leggere
Commenta per primo
Iscriviti
Notificami
guest
0 Commenti
Nuovi
Meno recenti Più votati
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti

POLITICA

Zuckerberg: “Su covid e vaccini costretti alla censura dagli uomini di Biden”

© Rec News -

del

Zuckerberg: "Su covid e vaccini costretti alla censura dall'amministrazione Biden" | Rec News

Dopo la decisione di sospendere i finanziamenti ai Fact Checker, il Ceo di Meta Mark Zuckerberg ha deciso di vuotare il sacco su alcune questioni controverse che avrebbero “costretto” il Social a fare piazza pulita di determinati contenuti. In particolare quelli riguardanti il covid e la campagna vaccinale, che negli Stati Uniti come altrove è stata caratterizzata dalla stigmatizzazione di chiunque osava avanzare dubbi e qualsivoglia critica rispetto al pensiero dominante.

Non un semplice caso – per quanto eclatante – di limitazione della libertà di espressione. Perché a sentire Zuckerberg dietro alla volontà di bannare i comunicatori indipendenti ci sarebbe stato un vero e proprio disegno politico messo in pratica per preservare gli interessi dei democratici. “Durante l’amministrazione Biden, quando cercavano di lanciare il programma di vaccinazione, mentre cercavano di promuovere quel programma, cercavano anche di censurare chiunque sostanzialmente si opponesse ad esso. E ci hanno pressati super forte per eliminare cose che, onestamente, erano vere… Fondamentalmente ci pressavano e dicevano “qualsiasi cosa dica che i vaccini potrebbero avere effetti collaterali, in pratica dovete rimuoverla“. E’ quanto ha dichiarato il Ceo di Meta l’altro ieri, ospite di un podcast condotto da Joe Rogan.

“Queste persone dell’amministrazione Biden – ha proseguito Zuckerberg – chiamavano la nostra squadra e urlavano contro di loro e imprecavano… ci sono i documenti, è tutto pubblico”. E ancora: “Non penso che le pressioni affinché le società di social media censurassero i contenuti fosse legale. Il Primo Emendamento si applica al governo. Questo è il punto. Che al governo non è consentito censurare queste cose. Quindi, a un certo livello penso che, sì, avere persone nell’amministrazione che chiamano i ragazzi del nostro team e urlano contro di loro e imprecano e minacciano ripercussioni se non eliminiamo cose che sono vere, è piuttosto brutto”.

Continua a leggere

POLITICA

Maduro e la “grande alleanza mondiale contro i tiranni”

© Rec News -

del

Maduro e la "grande alleanza mondiale contro i tiranni" | Rec News

Nicolàs Maduro, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha giurato per il nuovo mandato nel corso della cerimonia che si è tenuta nei locali dell’Assemblea nazionale a Caracas. “Il Venezuela – ha detto il neo-eletto in occasione del discorso di insediamento – si prepara insieme a Cuba, al Nicaragua e ai nostri fratelli maggiori nel mondo, nel caso in cui un giorno dovessimo prendere le armi per difendere il diritto alla pace, il diritto alla sovranità e i diritti storici della nostra patria”. Concludendo il Festival internazionale antifascista mondiale, il successore di Hugo Chavez ha inoltre evocato una “grande alleanza globale” simile a quella che sconfisse il fascismo durante la Seconda guerra mondiale in grado di sfidare “la tirannia dei potentati occidentali”.

Continua a leggere

POLITICA

Vogliono aumentare (ancora) l’età pensionabile

© Rec News -

del

Vogliono aumentare (ancora) l'età pensionabile | Rec News

Nel panorama economico e sociale attuale, il tema dell’età pensionabile è diventato particolarmente rilevante. L’aumento dell’età pensionabile che sarebbe previsto per il 2027 rappresenta una questione di grande interesse e preoccupazione per molti lavoratori. In questo articolo, esploreremo le ragioni dietro questa decisione, le sue implicazioni e cosa ci si può aspettare nel breve e nel lungo termine.

Le ragioni dietro l’aumento. La “sostenibilità” del sistema pensionistico

Uno dei motivi principali per cui il governo sta considerando l’aumento dell’età pensionabile è la cosiddetta “sostenibilità del sistema pensionistico”, che in realtà ha molto a che vedere con le casse sempre più asciutte dei sistemi di previdenza. Con l’allungamento della vita media e con produttività e turnover sempre più risicati, il numero di anni in cui le persone percepiscono la pensione è aumentato, mettendo sotto pressione i fondi pensionistici. Secondo i promotori dell’iniziativa, dunque, aumentare l’età pensionabile potrebbe tamponare la situazione bilanciando entrate e uscite. Non si sa per quanto, però, in mancanza di una riforma che possa dirsi tale e che tenga conto di necessità variegate.

Cambiamenti demografici

Un altro fattore cruciale è il cambiamento demografico. La diminuzione del tasso di natalità e l’invecchiamento della popolazione significano che ci sono meno giovani lavoratori per sostenere finanziariamente i pensionati. L’aumento dell’età pensionabile potrebbe ridurre il rapporto tra pensionati e lavoratori attivi, ma ha ripercussioni dirette su quei lavoratori costretti a rimandare la loro uscita dal mercato del lavoro.

Le implicazioni per i lavoratori: maggior tempo nel mercato del lavoro, più il problema dei lavori usuranti

Con l’aumento dell’età pensionabile, i lavoratori dovranno necessariamente rimanere nel mercato del lavoro più a lungo. Questo può avere effetti sia positivi che negativi. Da un lato alcuni potrebbero trovare utile risparmiare di più per la pensione. D’altro canto, tuttavia, le nuove regole potrebbero essere sfidanti per coloro che svolgono lavori fisicamente usuranti o per chi desidera ritirarsi prima dal mercato del lavoro.

Continua a leggere

POLITICA

Terzo mandato su misura. Ecco chi agevolerebbe

© Rec News -

del

Terzo mandato su misura. Ecco chi agevolerebbe | Rec News

Quest’anno si torna alle urne per decretare sei nuovi governatori, quelli di Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Di questi solo due sono investiti dal problema del terzo mandato: Vincenzo De Luca in Campania e Luca Zaia in Veneto.

In teoria anche la Puglia di Michele Emiliano rientrerebbe nella conta dei presidenti di regione che hanno già compiuto due mandati ma lo stesso Emiliano ha annunciato la sua intenzione di farsi da parte per garantire il ricambio generazionale. Diverso il caso di Lombardia e Friuli Venezia Giulia: due regioni dove si potrebbe porre il problema del terzo mandato visto che sia Attilio Fontana che Massimiliano Fedriga stanno compiendo il loro secondo giro alla presidenza. Ma il tema è decisamente prematuro perché, in assenza di crisi politiche, le due regioni andranno al voto solo nel 2028.

Le Regioni che andranno al voto nel 2025, come detto, sono sei. Certamente quella più al centro delle polemiche è la Campania: i cittadini dovranno scegliere il successore di Vincenzo De Luca (Pd). Al voto anche le Marche governate da Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia), la Puglia guidata da Michele Emiliano (Pd), la Toscana di Eugenio Giani (Pd), la Regione speciale della Valle d’Aosta governata da Renzo Testolin (Union Valdôtaine), subentrato in corso d’opera ad Erik Lavévaz (dimessosi nel 2023 a seguito di una forte crisi politica) e il Veneto guidato da Luca Zaia (Lega).


 Complessa è la situazione del Veneto. Perché, con una rincorsa partita già da un anno, è in gioco il nome di Luca Zaia, che allo stato non sarebbe ricandidabile ad una presidenza numero 3 nel 2025. Formalmente Luca Zaia è al secondo incarico consecutivo, perché la legge regionale che ha introdotto il limite dei due mandati ininterrotti per le cariche elettive – recependo la norma nazionale 2004 – è stata approvata dal Consiglio Veneto nel 2012, con decorrenza dal 2015, fatto salvo il mandato che era già in corso. Zaia in quel momento era al suo primo quinquennio da presidente, dopo l’elezione-plebiscito del 2010. L’eventuale ricandidatura – per la prossima legislatura – aprirebbe di fatto per l’esponente leghista la possibilità di una quarta elezione a presidente del Veneto.

Anche in Valle d’Aosta, seppur in forme diverse, c’è un acceso dibattito intorno al limite dei mandati per le cariche apicali all’interno della Giunta regionale. La vicenda, in particolare, riguarda l’attuale presidente della Regione, Renzo Testolin, e il vice presidente, Luigi Bertschy, entrambi esponenti dell’Union valdotaine. Le forze di opposizione sostengono che, secondo la legge regionale 21/2007, entrambi non potranno ricoprire incarichi nella prossima Giunta, anche se eletti (il voto è previsto nel settembre 2025). Ovvero al massimo dovranno “accontentarsi” di fare il semplice consigliere. Della vicenda è stata investita la presidenza del Consiglio regionale.  (ANSA)

Continua a leggere

Ora di tendenza

© 2018-2025 Rec News - Lontani dal Mainstream. Copyright WEB121116. Direttore Zaira Bartucca, P.IVA 03645570791. Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione (ROC) n. 31911. - Testata online con ricavi inferiori ai 100.000 euro esente da registrazione in Tribunale (Decreto Editoria n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012). Vietata la riproduzione anche parziale

error: Vietata ogni tipo di copia e di riproduzione