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Minori e prodotti dannosi, Moige: “Rispettare le norme esistenti”. Chiesti controlli e sanzioni
Si è svolta ieri presso la Sala Zuccari del Senato la conferenza stampa “Venduti ai minori”. L’incontro ha preso le mosse dallo studio – omonimo – promosso dal Moige e dall’Istituto Piepoli, e si è concentrato sul facile accesso dei giovanissimi a bevande alcoliche, gioco d’azzardo, cannabis, pornografia, videogiochi per adulti e prodotti contraffatti. Presenti, tra gli altri, anche il ministro per la Famiglia e la Natalità Eugenia Roccella, che Rec News ha intervistato a margine dei lavori (qui in basso).
Un problema, quello dell’accesso dei minori a prodotti sostanzialmente dannosi, speculare a un altro, che tuttavia non è ancora oggetto di indagine e sufficiente analisi. Se, infatti, si parla già moltissimo dei pericoli del web – e tra questi rientra l’accesso alla pornografia e a determinati videogiochi, su cui si concentra lo studio presentato – in molti casi fatica a cadere la cortina di omertà che riguarda gli adescamenti di minori. Su questo problema attuale e preoccupante il governo Meloni aveva fatto promesse roboanti, senza tuttavia andare al di là degli annunci relativi al decreto Caivano.
Abbiamo tentato di approfondire l’argomento con la dottoressa Elisabetta Scala, vicepresidente nazionale del Moige.
Oltre a quelli descritti nel vostro studio, esistono altri pericoli per i minori che riguardano gli adescamenti online. Non c’è solo il problema dell’accesso alla pornografia, ma anche il dramma legato alla pedopornografia.
Sulla pedopornografia la Polizia sta facendo moltissimo e le norme ci sono già. L’Agcom si sta impegnando affinché vengano applicati dei filtri, per esempio sui social, in grado di penalizzare l’accesso a determinati contenuti. I danni, comunque, rimangono gravissimi, e in questo periodo la Gran Bretagna sta pensando a misure ancora più stringenti.
C’è comunque poco per cui stare tranquilli, in questo come in altri ambiti.
Il web è anche il posto dove si accede facilmente alla cannabis. Dopo il via libera a quella “light”, molti giovanissimi sono convinti che si tratti di prodotti innocui, in realtà non è così. C’è una volontà di trasgredire.
Cosa manca in fatto di interventi?
Ci sono tuttora ambiti non normati, come cannabis e videogiochi.
Quali sono le vostre richieste alla Istituzioni?
Ancora una volta vogliamo ricordare alle Istituzioni che ci sono divieti che non vengono rispettati. Richiamiamo tutti alle loro responsabilità. Chiediamo inoltre che vengano rispettate le norme con controlli stringenti e sanzioni e che vengano apposti filtri ai contenuti dannosi.
I dati diffusi dal Moige
Il Moige, Movimento italiano genitori, per l’indagine condotta in collaborazione con l’Istituto Piepoli ha analizzato un campione di 1359 giovanissimi tra i 10 e i 17 anni. Alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, sono vietati per legge a chi non abbia almeno 18 anni, mentre per quanto riguarda la cannabis light e i videogiochi 18+ si registra un vuoto normativo, in quanto assente il divieto di legge e le relative sanzioni. Novità di quest’anno, l’analisi sulla conoscenza dei prodotti contraffatti. I dati confermano una vendita piuttosto diffusa di prodotti vietati tra i minori in Italia, nonostante i divieti di legge. La diffusione è legata alla facilità con cui riescono ad avervi accesso: i commercianti non verificano l’età di chi compra, e vendono senza problemi anche ad acquirenti palesemente al di sotto dell’età consentita.
“Come genitori, auspichiamo più controlli, sanzioni più severe, e una norma che metta il divieto ai minori per videogiochi18+ e cannabis light” – Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE – L’impegno a proteggere i minori non può essere confinato solo in famiglia. È inaccettabile che attualmente non esista una legge che vieta la vendita di cannabis light ai minori così come una legge che regolamenti la vendita dei videogiochi 18+. È fondamentale una collaborazione attiva tra genitori, autorità competenti e commercianti e filiera produttiva. In primo luogo, i genitori devono avere una comunicazione aperta con i propri figli sulle ragioni per cui determinati prodotti sono vietati e sulla loro potenziale nocività. È, però, necessario che tutta la filiera produttiva si attivi per garantire che prodotti vietati e inadatti non vadano a finire nelle mani di minori. I distributori e produttori delle merci vietate devono fare la loro parte nel monitorare e controllare con rigore la loro filiera distributiva, così come le autorità governative devono intervenire rafforzando i controlli e le sanzioni per chi viola le leggi sulla commercializzazione di prodotti ai minori. Questo fenomeno rappresenta una sfida per la società, e richiede una risposta coordinata da parte di genitori, educatori, istituzioni, produttori e commercianti”.
ALCOL – Il 96% del campione intervistato è consapevole del fatto che l’alcol può avere conseguenze nocive sulla salute. 3 intervistati su 4 affermano di averne parlato in famiglia e i genitori li hanno messi in guardia. 9 ragazzi su 10 dichiarano che anche i loro docenti hanno affrontato il tema in classe. Ciononostante, più della metà dei minori intervistati (57%) ha bevuto alcol almeno una volta e il 4% lo fa abitualmente (il doppio del 2021, quando il dato era al 2%). I minori bevono alcol principalmente per sentirsi più energici e allegri (11%), rilassarsi (10%), ed essere più socievoli (6%). Gli alcolici vengono acquistati principalmente in locali e pub (12%), bar (5%), e supermercati (3%). Il 76% dei rivenditori non ha verificato l’età di chi comprava alcolici (nel 2021 era il 56%) e, anche quando avevano appurato che si trattava di un minore, il 46% ha venduto ugualmente la bevanda, un dato in aumento del 7% rispetto al 2021.
FUMO – Il 96% del campione intervistato sa che il fumo fa male, e che può comportare conseguenze serie e permanenti (85%). Questo dato indica un calo della consapevolezza da parte dei giovani se lo confrontiamo con il 2021, quando era al 93%. I giovani, quindi, sono più “indulgenti” verso questi prodotti, e il 30% (+7% rispetto al 2021) ha fumato almeno una sigaretta. Di questi, il 10% lo fa abitualmente, una percentuale che è il doppio rispetto all’ultima rilevazione. I minori fumano principalmente per curiosità (19%) e per rilassarsi (10%). Il 71% dei fumatori lo fa in compagnia. Il 53% ha solo provato o fuma occasionalmente, tra i fumatori, la maggior parte (28%) fuma tra 1 e 5 sigarette, ma il 7% arriva ad un intero pacchetto da 20 a giorno (nel 2021 era il 4%) e l’1% fuma anche oltre un pacchetto quotidianamente (dato rimasto invariato). In media, i ragazzi fumano di più nelle regioni del sud e nelle isole. Le sigarette vengono acquistate principalmente presso tabaccherie (47%) e distributori (18%). Il 33%, invece, le chiede ad amici. I minori che acquistano presso distributori automatici con controllo della tessera sanitaria utilizzano quella di amici più grandi (56%), o dei genitori o fratelli maggiori (32%). Nel 12% dei casi, invece, la verifica non era attiva (in leggero miglioramento rispetto al 2021, al 15%). Per quanto riguarda i negozi fisici, invece, il 64% dei venditori non ha verificato l’età (+2% rispetto al 2021), e 1 su 3 non ha negato la vendita anche sapendo che si trattava di un minore.
SIGARETTA ELETTRONICA – Il 33% degli intervistati ha fumato almeno una volta la sigaretta elettronica (nel 2021 era il 19%). A fumarla abitualmente è il 4% degli intervistati, a fronte di un 1% della precedente rilevazione. Il motivo che spinge a svapare è la curiosità (18%), la convinzione che sia meno dannosa delle sigarette tradizionali (12%), per rilassarsi (5%) e per smettere di fumare altri tipi di sigarette (5%). Il 3% (+2% rispetto al 2021) lo fa perché la fumano gli amici. Il 44% utilizza liquidi che contengono nicotina, e il 71% dei ragazzi dichiara che solitamente non viene chiesto loro il documento per verificare l’età (68% nel 2021). Nel 68% dei casi, il venditore non ha rifiutato la vendita, anche sapendo che si trattava di minori.
CANNABIS LIGHT E MINORI – Il 6% degli intervistati (+2%) ha provato cannabis light. Il 26% degli intervistati (+7%) la ritiene legale e che si possa fumare, il 17% (-2%) crede sia legale su prescrizione medica, il 24% (-9%) dichiara che si tratta di un prodotto da collezione non atto alla combustione. Il 33% (+3%), invece, la reputa illegale. Riguardo ai luoghi di acquisto della cannabis light risulta in diminuzione la quota di quanti, tra i rivenditori, hanno correttamente verificato l’età prima di consegnare il prodotto (24% +5%nel ’21), mentre è in aumento la quota complessiva di quanti, dopo la verifica, hanno effettivamente rifiutato di vendere il prodotto perché l’acquirente era minorenne (38% nel 2021 vs 33% nel 2023).
GIOCO D’AZZARDO – L’83% (-4% rispetto al 2021) dei ragazzi è consapevole del fatto che giocare spesso con giochi con vincita in denaro può avere conseguenze negative, ma solo il 47% (-9%) crede che queste possano essere serie e permanenti. Il 79% sa che questo tipo di attività è vietato ai minori di 18 anni, il 7% crede che l’età minima sia 16 anni, per il 5% è sufficiente avere 14 anni e per il 9% non è mai vietato. Il 18% (+4% rispetto al 2021) ha giocato almeno una volta presso agenzie per le scommesse, bar, tabaccherie, sale bingo, o altri luoghi simili. La tipologia di gioco più diffusa tra i minori è il gratta e vinci (37%), seguiti dalle scommesse sportive (21%), slot machine e superenalotto (entrambi 9%). Presso le attività commerciali, solo il 41% dice che sia stata controllata la sua età (con un miglioramento del 6% rispetto al 2021), il 57% dei gestori non si è rifiutato di far giocare un minore.
VIDEOGIOCHI – Aumentano i giovani che giocano ai videogiochi, solo 28% dichiara di non giocarci mai (-10% rispetto al 2021). Il 32% gioca per oltre 2 ore al giorno (+4%), il 71% gioca collegato online (il 36% sempre o spesso). Il 36% gioca da solo, mentre il 34% con amici collegati online, il 20% con amici in presenza e il 3% con sconosciuti connessi in rete. I giochi preferiti sono quelli di azione e avventura (38%), ma anche sport (18%). Il device più utilizzato è lo smartphone (47%), seguito da console per videogiochi (37%). Il 38% dei minori intervistati ritiene che i giochi con contenuti violenti o volgari non abbia alcuna conseguenza sul proprio benessere mentale (+6% dal 2021). Il 10% (+2% dal 2021) crede che non esistano divieti per i giochi con contenuti violenti e volgari, e il 61% ammette di aver giocato almeno una volta con videogiochi vietati per la propria età (+5%).
PRODOTTI CONTRAFFATTI – Solo 3 ragazzi su 10 sanno dare una corretta definizione di cosa sia una merce contraffatta. Il 74% sa che si tratta di un fenomeno globale, per il 5% si tratta di qualcosa circoscritto all’Asia. Il 71% sa che la contraffazione può interessare prodotti di ogni settore, mentre il 13% crede sia circoscritto alle categorie di lusso o all’abbigliamento. Il 79% dei ragazzi è consapevole che acquistando online ci si può imbattere in prodotti non originali, e che ad essere danneggiati sono i consumatori, le imprese, lo Stato e i lavoratori (opzione scelta dal 51%). L’8%, al contrario, ritiene che non venga danneggiato nessuno. Il 40% sa che usare questa categoria di prodotti può comportare conseguenze per la salute e per l’ambiente, ma il 35% pensa che l’acquisto di merce contraffatta non implichi nessuna sanzione o provvedimento, ma che si tratti solo di comportamenti scorretti. Ad 1 ragazzo su 2 è capitato di acquistare online non intenzionalmente un prodotto contraffatto.
POLITICA
Terzo mandato su misura. Ecco chi agevolerebbe
Quest’anno si torna alle urne per decretare sei nuovi governatori, quelli di Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Di questi solo due sono investiti dal problema del terzo mandato: Vincenzo De Luca in Campania e Luca Zaia in Veneto.
In teoria anche la Puglia di Michele Emiliano rientrerebbe nella conta dei presidenti di regione che hanno già compiuto due mandati ma lo stesso Emiliano ha annunciato la sua intenzione di farsi da parte per garantire il ricambio generazionale. Diverso il caso di Lombardia e Friuli Venezia Giulia: due regioni dove si potrebbe porre il problema del terzo mandato visto che sia Attilio Fontana che Massimiliano Fedriga stanno compiendo il loro secondo giro alla presidenza. Ma il tema è decisamente prematuro perché, in assenza di crisi politiche, le due regioni andranno al voto solo nel 2028.
Le Regioni che andranno al voto nel 2025, come detto, sono sei. Certamente quella più al centro delle polemiche è la Campania: i cittadini dovranno scegliere il successore di Vincenzo De Luca (Pd). Al voto anche le Marche governate da Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia), la Puglia guidata da Michele Emiliano (Pd), la Toscana di Eugenio Giani (Pd), la Regione speciale della Valle d’Aosta governata da Renzo Testolin (Union Valdôtaine), subentrato in corso d’opera ad Erik Lavévaz (dimessosi nel 2023 a seguito di una forte crisi politica) e il Veneto guidato da Luca Zaia (Lega).
Complessa è la situazione del Veneto. Perché, con una rincorsa partita già da un anno, è in gioco il nome di Luca Zaia, che allo stato non sarebbe ricandidabile ad una presidenza numero 3 nel 2025. Formalmente Luca Zaia è al secondo incarico consecutivo, perché la legge regionale che ha introdotto il limite dei due mandati ininterrotti per le cariche elettive – recependo la norma nazionale 2004 – è stata approvata dal Consiglio Veneto nel 2012, con decorrenza dal 2015, fatto salvo il mandato che era già in corso. Zaia in quel momento era al suo primo quinquennio da presidente, dopo l’elezione-plebiscito del 2010. L’eventuale ricandidatura – per la prossima legislatura – aprirebbe di fatto per l’esponente leghista la possibilità di una quarta elezione a presidente del Veneto.
Anche in Valle d’Aosta, seppur in forme diverse, c’è un acceso dibattito intorno al limite dei mandati per le cariche apicali all’interno della Giunta regionale. La vicenda, in particolare, riguarda l’attuale presidente della Regione, Renzo Testolin, e il vice presidente, Luigi Bertschy, entrambi esponenti dell’Union valdotaine. Le forze di opposizione sostengono che, secondo la legge regionale 21/2007, entrambi non potranno ricoprire incarichi nella prossima Giunta, anche se eletti (il voto è previsto nel settembre 2025). Ovvero al massimo dovranno “accontentarsi” di fare il semplice consigliere. Della vicenda è stata investita la presidenza del Consiglio regionale. (ANSA)
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Da Trump negli Stati Uniti a AfD in Germania, così è cambiato il sentiment degli elettori
Un fattore comune salta all’occhio se si confrontano le ultime elezioni presidenziali con quelle del 2016, che avevano visto il confronto tra il repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton: sondaggi e analisti ci hanno visto corto. Dando per scontata la vittoria dell’ex vicepresidente Kamala Harris, che già pianifica la ricandidatura per il 2024 e tenta di rimettere insieme i pezzi della disfatta elettorale.
Una disfatta che alcuni si sono preoccupati di analizzare, dati alla mano, per comprendere come sia cambiato il sentiment degli elettori dal 2020 a oggi dopo il quadriennio all’insegna di Joe Biden. E’ il caso del Global Investigative Journalism Network, che ha evidenziato come la maggior parte delle oltre 3.000 contee degli Stati Uniti si sia “mossa a destra rispetto a quattro anni fa, con Trump che ha ottenuto guadagni sorprendenti anche nei sobborghi solidamente democratici di Washington, DC e nelle contee di New York”.
Discorso analogo per la Germania, dove AfD – analizzano ancora dal Global Investigative Journalism Network – ha rastrellato diversi territori, portando dal suo lato anche la Turingia. Utilizzando un modello linguistico, il giornale Tagesspiegel ha analizzato i discorsi dell’AfD e dei parlamenti statali tedeschi dal 2014, per un totale di 340.000 paragrafi e più di 15 milioni di parole, scoprendo che a destare interesse sono state le posizioni di partito che sostengono il ritorno dei migranti nel loro Paese d’origine.
AD
Barolo Tabai Riserva Vintage 2019: Un tesoro enologico per il Mercato di Hong Kong
Il Barolo Tabai Riserva Vintage edizione numerata del 2019 sta catturando l’attenzione degli intenditori e degli appassionati di vino di tutto il mondo. Questo vino d’eccezione non solo incarna la tradizione vitivinicola piemontese, ma si distingue anche per la sua qualità. L’edizione limitata lo rende particolarmente ambito nel mercato internazionale, con Hong Kong in testa.
Caratteristiche distintive del Barolo Tabai Riserva 2019
Il Barolo Tabai Riserva Vintage 2019 è frutto di una vendemmia eccezionale che si riflette nel suo carattere ricco e complesso. Al palato si presenta con una struttura solida e tannini eleganti, promettendo una longevità che lo rende perfetto per collezionisti ed estimatori.
Edizione numerata: un elemento di prestigio
Ogni bottiglia del Barolo Tabai Riserva 2019 è numerata, offrendo un’esperienza unica e irripetibile. Questa esclusività non solo accresce il suo valore, ma crea anche un senso di unicità e prestigio che è molto apprezzato dai connoisseur di Hong Kong, un mercato che valorizza i prodotti di lusso e di alta qualità.
Il Mercato di Hong Kong: il palcoscenico ideale
Hong Kong è rinomata per essere uno dei più importanti hub commerciali per il vino in Asia. La crescente domanda di vini di alta fascia fa del Barolo Tabai Riserva 2019 un protagonista indiscusso nelle migliori enoteche e ristoranti della città. I consumatori di Hong Kong, sempre alla ricerca di novità e prodotti esclusivi, trovano in questo Barolo un perfetto mix di tradizione e innovazione.
Come acquistare il Barolo Tabai Riserva 2019
Il Barolo Tabai Riserva Vintage 2019 è difficile da trovare, praticamente introvabile, perché il prezzo elevato che aumenta con il tempo e la rarità delle edizioni limitate numerate lo rendono un bene molto richiesto sia dai collezionisti che dagli intenditori.
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Illeciti lungo le coste, i numeri del report “Mare Monstrum”
Legambiente ha presentato il nuovo report “Mare Monstrum 2024” con i numeri degli illeciti ambientali lungo le coste italiane. Il Lazio si posiziona al quinto posto tra le peggiori regioni per numero di illeciti, con 1.529 reati in un anno: 1.626 sono state le persone denunciate, 7 quelle arrestate, 334 i sequestri effettuati, 2.450 gli illeciti amministrativi, 2.470 le sanzioni amministrative e 18.035.897. Sono complessivamente 11 ogni km di costa le infrazioni nella Regione.
“I crimini ambientali lungo le coste del Lazio mettono a dura prova la qualità del nostro mare – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio –, l’attenzione va tenuta altissima contro ogni abuso edilizio che continua ad essere il reato principale, ma anche per contrastare i reflui non depurati, la pesca illegale e tutte le violazioni del codice della navigazione nel settore nautico. Con i nostri volontari e grazie alle nostre campagne, continuiamo come sempre a generare centinaia di momenti di pulizia, individuare criticità nei sistemi di depurazione, analizzare con la citizen science gli elementi di maggior impatto tra i rifiuti abbandonati; c’è però bisogno che le amministrazioni alzino l’attenzione contro gli ecoreati sul mare, senza giustificazioni o condoni come quelli che invece sta continuando a proporre il consiglio regionale e che continuiamo a ritenere un percorso devastante per l’ambiente e per la qualità della vita nei nostri territori: gli abusi vanno abbattuti e non sanati”.
617 sono infatti i reati di abusivismo edilizio, 518 sono i reati di mare inquinato da smaltimento illecito di rifiuti, scarichi illegali e maladepurazione. Sono poi 262 i reati legati alla pesca illegale con 12.596 kg di prodotti ittici sequestrati, e infine 132 sono le violazioni del Codice della navigazione e nautica da diporto. I numeri del rapporto sono elaborati da Legambiente su dati forze dell’ordine e Capitanerie di porto per il 2023.