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La leggenda metropolitana (ormai ampiamente sbufalata) secondo cui la depressione sarebbe causata da uno squilibrio chimico nel cervello, ha determinato un boom di vendite di antidepressivi negli ultimi decenni, e viene rimodulata oggi per venderci l’idea che per la nostra salute mentale sarebbe invece assicurata da droghe psichedeliche. É da poco giunta conferma dal mondo scientifico che gli antidepressivi come Prozac, Zoloft e Paxil non sono più efficaci del placebo, e che non c’è alcuna evidenza scientifica di uno squilibrio chimico nel cervello, e l’industria psicofarmaceutica, spaventata dalla perdita di profitti, già propone di sostituirli con droghe psichedeliche in grado di generare guadagni per oltre 10 milioni di dollari. (1)

Un ulteriore incentivo per un revival delle sostanze psichedeliche viene dalla scadenza dei brevetti per alcuni dei più venduti antidepressivi: questa variazione di strategia assomiglia a un cambio di poltrone sul Titanic.  La teoria dello squilibrio chimico era basata sull’idea che gli antidepressivi potessero rimediare a un basso livello di serotonina nel cervello. Una teoria simile era stata proposta negli anni ’60 e ’70 per promuovere gli allucinogeni come l’LSD, prima che fosse messo al bando nel 1968: le sostanze psichedeliche sono oggi eufemisticamente ribattezzate “allucinogeni serotoninergici”. (2)

David B. Yaden, professore associato presso il Centro per la Ricerca Psichedelica e Conscia della facoltà di medicina della Johns Hopkins University, nel maggio di quest’anno ha presentato al congresso annuale dell’Associazione Psichiatrica Americana un lavoro sull’evidenza scientifica dell’uso di sostanze psichedeliche in psichiatria, scrive: “le molecole di serotonina di fatto assomigliano molto a quelle di LSD e psilocibina – due allucinogeni serotoninergici.” (3)

Secondo la rivista Slate, le società farmaceutiche giudicano “inefficaci” i farmaci da prescrizione attualmente usati e vedono le sostanze psichedeliche come validi sostituti (4): una di loro nel reclamizzarle fa riferimento al “fallimento dei farmaci tradizionali”, sostenendo che “antidepressivi e ansiolitici a malapena fanno meglio del placebo” e che “è ora di trovare rimedi potenti che funzionino.” Di fronte alla minaccia di perdite finanziarie, l’industria psicofarmaceutica ora ammette che questi farmaci sono inefficaci e non fanno meglio del placebo, contraddicendo così ciò che loro stesse hanno sostenuto da trent’anni a questa parte. Ma se hanno mentito per tre decenni sullo squilibrio biochimico e sull’efficacia, cosa raccontano oggi riguardo le sostanze psichedeliche? 

Secondo quanto riferito da alcuni media, il 65% degli americani con problemi di salute mentale chiede di poter accedere al trattamento con sostanze psichedeliche. Questo “sondaggio” però era stato commissionato per la Delic Corporation, proprietaria dei Ketamine Wellness Centers (KWC – una rete di 13 cliniche ‘per il benessere’ cui se ne aggiungeranno altre 15 entro il 2024). Secondo la loro teoria, le proprietà allucinogene della ketamina sarebbero collegate al suo presunto effetto antidepressivo. La rivista Psychiatric Times ammette che l’uso di ketamina – in aumento nonostante la mancanza di approvazione FDA – “va oltre la comprensione scientifica” ma ciò non impedisce di concludere che “la ketamina potrebbe indurre alterazioni nella coscienza e nella personalità simili a quelle provocate dai serotoninergici psichedelici.” (5)

Un altro produttore di ketamina sostiene che sia possibile “ricalibrare il cervello durante il periodo ottimale della neurogenesi” (lo sviluppo di nuove cellule) e magnificando lo stato mentale ottenibile con un’iniezione di ketamina. La ditta in questione ha protetto con copyright il suo metodo di mescolare psicoterapia e ketamina, che “aiuta i pazienti a interpretare le loro esperienze durante lo stato mentale alterato.”! 

Le spiegazioni del perché queste sostanze psichedeliche “funzionano” sono dei veri slogan pubblicitari e, come quelle relative al presunto squilibrio chimico, sono prive di fondamento scientifico. I commenti del luminare di turno sono conditi di verbi al condizionale e al congiuntivo, e abbondano parole come “sembrerebbe” “suggerisce” “si ritiene”. Nel seguito qualche esempio:  

  • “Si pensa che gli allucinogeni producano il loro effetto di alterare le percezioni agendo su circuiti neurali del cervello che usano serotonina.”” (6)  – U.S. National Institute on Drug Abuse (NIDA) 
  • Gli allucinogeni causano un “temporaneo squilibrio chimico nel cervello che causa allucinazioni e altri effetti come l’euforia.” (7) – Elizabeth Hartney, psicologa, direttore del Centre for Health Leadership and Research al Royal Roads University, Canada. 
  • “Le sostanze psichedeliche inducono il cervello a cambiare transientemente in modalità che sembrano agevolare un reset e permettere l’alterazione delle modalità, precedentemente bloccate, di percepire e sentire le cose.”  (8)  – Dr. Jerrold Rosenbaum, direttore del Center for the Neuroscience of Psychedelics ed ex primario di psichiatria al Massachusetts General Hospital  
  • Le sostanze psichedeliche “cambiano le stesse strutture dei neuroni, il che può influenzare il cablaggio del cervello e, di conseguenza, il modo di percepire, pensare e comportarsi.” (9) – David E. Olson, professore associato, Department of Chemistry; Department of Biochemistry & Molecular Medicine; Center for Neuroscience, University of California, Davis 
  • “Gli scienziati non sono del tutto sicuri del perché le persone rispondano in maniera diversa a queste sostanze psichedeliche, ma nuove ricerche suggeriscono che la variazione genetica di un recettore di serotonina possa essere un fattore.”  (10)  – Healthline 

Conflitti d’interesse: gli strumenti del mestiere 

Nel settembre del 2021 Scientific American pubblicava un articolo molto elogiativo sui benefici delle sostanze psichedeliche. Gli autori, Danielle Schlosser e Thomas R. Insel, rispettivamente vicepresidente e azionista di Compass Pathway – una società che, secondo Bloomberg Businessweek, ha prodotto oltre trentamila dosi di psilocibina (11) scrivono che la loro ricerca ‘suggerisce’ che la psilocibina ‘è potenzialmente in grado’ di curare l’abuso di sostanze, compreso nicotina e alcol, e anche la depressione, aggiungendo che ‘quando è efficace, la sostanza sembra conferire effetti a lungo termine, suggerendo dunque che non si limiti a ridurre i sintomi ma rappresenti una vera cura’. 

Anche se questo “studio” è tutt’altro che conclusivo, il professor Paul Hutson, dell’Università del Wisconsin, ha anticipato che la FDA approverà questi farmaci per almeno qualcuno di questi scopi, probabilmente entro i prossimi 5 anni. (12) Da parte sua, il governo USA ha già attivato una corsia preferenziale per consentire l’approvazione veloce di ecstasy e psilocibina. (13)

L’uso ‘clinico’ aumenta l’abuso stradale 

Come già successe negli anni ’60, l’uso di allucinogeni si sta trasmettendo dal lettino psichiatrico ai marciapiedi. Una ricerca pubblicata dalla rivista Addiction (‘tossicodipendenza’) evidenzia un raddoppio di uso di allucinogeni tra il 2002 e il 2019 e, relativamente alla fascia di età da 18 a 25 anni, un aumento di quattro volte. (14)

I rischi sono ben noti: 

  • Seconodo NIDA (National Institute of Drug Abuse), “Gli effetti degli allucinogeni con LSD possono essere descritti come una psicosi indotta da sostanze: distorsione o disorganizzazione della capacità di riconoscere la realtà, ragionare in maniera razionale o comunicare con altri. Inoltre “L’uso di sostanze allucinogene produce anche tolleranza di altre sostanze appartenenti alla stessa classe, come psilocibina e peyote”. (15)
  • Secondo Katharine Neill Harris, ricercatrice alla Rice University in Texas, “Possono scatenare esperienze negative che cambiano la vita”.(16)
  • Il microdosaggio di LSD o psilocibina è già in uso ed è pericoloso. Si ritiene che l’assunzione di piccole dosi (circa 10% del consueto) distanziate di qualche giorno possa indurre benefici senza scatenare i famigerati ‘viaggi’, ma secondo il New York Times “può essere dannoso, e c’è perfino evidenza di possibili danni al cuore con l’uso prolungato”. Il microdosaggio di LSD sui topi produce un effetto opposto al ‘viaggio’: apparivano segni di psicosi e aggressività.” 

Dopo l’accettazione entusiasta degli antidepressivi, avvenuta nella seconda metà degli anni ’80, e durata fino ai giorni nostri, stiamo ora assistendo a una nuova accettazione entusiasta di queste sostanze (17) trainata da una riesumata teoria dello squilibrio chimico che preannuncia un ‘rinascimento’ nel campo della salute mentale. Ci sono voluti più di trent’anni per riconoscere che la teoria dello squilibrio chimico era pseudoscienza, in grado di fuorviare i consumatori in maniera pericolosa. Dovremmo ora riconoscere i segnali di una identica campagna di marketing sulle sostanze psichedeliche. 

*Presidente CCHR International


(1) Sonari Glinton, “Big Pharma Is Betting on Psychedelics for Mental Health: Will it Pay Off,” Slate, 18 Aug 2022
(2) NCBI
(3) “The Recent Resurgence of Psilocybin: Is It Here to Stay?” Psychiatric Times, 22 Aug. 2022
(4) Op. cit., Sonari Glinton, Slate, 18 Aug 2022l 
(5) Psychiatric Times – “Revisitinh hallucinogenic potential ketamine”
(6) “How Do Hallucinogens (LSD, Psilocybin, Peyote, DMT, and Ayahuasca) Affect the Brain and Body?,” National Institute of Drug Abuse
(7) “How Psychedelic or Hallucinogenic Drugs Work,”Very Well Mind, 25 Nov. 2020
(8) Peter Grinspoon, MD, “Back to the future: Psychedelic drugs in psychiatry,” Harvard Health Publishing, Harvard Medical School, 22 June 2021
(9) “Mind molding psychedelic drugs could treat depression and other mental illness” – The Conversation
(10) “People respond differently to psychedelic drugs and genetics could be one reason” Healt Line
(11) “Shroom-Therapy Startup Edges Toward FDA Approval: The feds have designated Compass Pathways’ experimental psilocybin treatment for depression a ‘breakthrough therapy,’” Bloomberg Businessweek, 6 Jan. 2020
Danielle Schlosser, Thomas R. Insel, “A Renaissance for Psychedelics Could Fill a Long-Standing Treatment Gap for Psychiatric Disorders.” Scientific American, 14 Sept. 2021
(12) Danielle Schlosser, Thomas R. Insel, “A Renaissance for Psychedelics Could Fill a Long-Standing Treatment Gap for Psychiatric Disorders.” Scientific American, 14 Sept. 2021
(13) Op. cit., Sonari Glinton, Slate, 18 Aug 2022 
(14) Hannah Sparks, “Millions more are tripping on psychedelic drugs than ever before: study,” New York Post: 19 Aug 2022
(15) “How Do Hallucinogens (LSD, Psilocybin, Peyote, DMT, and Ayahuasca) Affect the Brain and Body?” National Institute of Drug Abuse
(16) Kat Eschner, “The Promises and Perils of Psychedelic Health Care,” New York Times, 5 Jan. 2022
(17) “Comfortably Numb: How Psychiatry Is Medicating a Nation,” Medscape J Med. 2008
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LETTERE

La Psicologia Artistica

di Paolo Battaglia La Terra Borgese*

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La Psicologia Artistica | Rec News dir. Zaira Bartucca

La psicologia ha da qualche tempo cercato di rendersi conto della natura dei fatti artistici in riferimento alla psiche umana, sollevando una serie di problemi ai quali, se non una soluzione, ha dato almeno una impostazione seria e chiara.

Il tentativo di spiegare psicologicamente l’arte e l’artista incontra naturalmente i suoi limiti in due ordini di fatti: il primo è che la psicologia non è ancora in grado di precisare metodi e soluzioni definitive rivolgendosi a un campo, l’interiorità umana, che proprio per sua natura è molto difficile a cogliere in modo sperimentale nella sua purezza.

Il secondo è che la psicologia artistica vale, in ogni caso, ad illuminare un tipo di condizioni dell’esperienza estetica dell’uomo, ma non già l’esperienza estetica nella sua complessità e varietà di piani: i suoi risultati saranno perciò inadeguati a una completa spiegazione del fenomeno artistico.

È tuttavia di grande importanza rivelare i problemi che la psicologia moderna ha sollevato nel campo dell’estetica. Tali studi sono stati condotti soprattutto negli USA in corrispondenza alla tendenza generale della cultura di quel Paese di risolvere con lo psicologismo l’intera vita spirituale. Una prima serie di questioni s’innesta all’osservazione dell’attività creativa. Si studia, in questo caso, il funzionamento della mente dell’artista nella misura in cui essa può essere sperimentata.

Si procede a distinguere diverse fasi: una di preparazione, una di incubazione, una di illuminazione, una di verifica, e si riconosce in questo processo un atteggiamento particolare dell’artista verso gli oggetti della sua esperienza; atteggiamento che, a confronto dell’uomo normale, rivela maggiore attività del soggetto e una sua tendenza a esprimere qualche cosa da sé. La fonte di questi studi è naturalmente costituita in gran parte dalle confessioni degli stessi artisti.

È per esempio comune a molti di essi lavorare per molto tempo alla ricerca di una felice intuizione che rischiari tutta l’opera e che si verifichi solo più tardi e improvvisamente; dunque la psicologia forma l’ipotesi che il cosiddetto lavoro senza frutto sia in realtà necessario perché un meccanismo psichico si organizzi e riesca, alla fine, a produrre un risultato positivo. Un altro genere di analisi è rivolto a scoprire le reazioni psicologiche dell’artista nel corso della stessa esecuzione dell’opera: le bozze, le correzioni, le prove, i rifacimenti possono testimoniare il succedersi di reazioni emotive che hanno guidato il lavoro dell’artista e che la psicologia cerca di rintracciare e spiegare.

L’indagine psicologica si rivolge poi all’ambiente culturale e sociale in cui vive l’artista e cerca di trarre un duplice ordine di conclusioni: anzitutto accertare l’influenza dell’ambiente sulla formazione mentale dell’artista, e, in secondo luogo, scoprire come l’artista stesso reagisca alle condizioni in cui gli è stato dato di vivere. In questo caso possono costituire materia di informazioni alla scienza sia le opere, sia il comportamento dell’artista nelle sue relazioni sociali.

Ancora, la psicologia studia il formarsi del gusto e il particolare sviluppo che la mentalità dell’artista segue per arrivare a compiere la propria destinazione estetica. In definitiva, questa parte della psicologia artistica si pone il problema di indagare le condizioni fisiopsichiche della creazione artistica e che cosa le faccia differire dalla struttura psicologica dell’uomo normale.

Una seconda serie di ricerche si appunta invece ai valori estetici delle opere d’arte per sapere a quali reazioni psicologiche corrisponda nel contemplare l’esperienza della bellezza. Si tratta, in altre parole, di vedere quali sono le qualità di un’opera che suscitano in noi emozioni tali per cui noi affermiamo di trovarci dinnanzi alla bellezza artistica. Si possono allora distinguere, nel fenomeno della contemplazione, gli elementi riguardanti l’atteggiamento dello spettatore (visione disinteressata, intuizione, catarsi ecc.) e vedere a quali elementi obiettivi si debba riferirli.

L’estetica sperimentale studia appunto la forma oggettiva e le singole emozioni e reazioni che possono suscitare in noi e che, coi processi della psicologia, possono essere controllate e verificate. Studi di tal genere si propongono per esempio di accertare il valore emotivo delle pure forme geometriche (il perfetto rettangolo, la migliore croce, il profilo dorato), la piacevolezza dei colori, l’espressività delle linee e gli effetti della musica.

A proposito di quest’ultima, in particolare, sono state condotte indagini per rilevare il riflesso della melodia e del ritmo sui processi organici, l’umore che essi suscitano, l’uniforme tonalità sentimentale che creano nell’uditorio, il valore altamente emotivo del tempo veloce e del tempo lento con le particolari variazioni dei ritmi. A sua volta di fronte alla musica si distinguono i vari atteggiamenti dell’ascoltatore: c’è il tipo intersoggettivo che reagisce con impulso eccitativo, il tipo associativo che analizza e critica gli elementi della composizione, il tipo caratterizzatore che interpreta con qualità umane (morbidezza, allegria, misticismo) la musica stessa.

Allo stesso modo la recitazione e la lettura dei versi del periodo in prosa, la particolare cadenza della voce, la pausa, ecc. sono altrettanti piani d’indagine per uno studio che voglia fissare i riflessi psicologici della poesia e della letteratura. Analoghe ricerche vengono pure condotte per ogni altra arte.

Il termine «psicologia artistica» vale anche a significare la psicologia dei personaggi nelle opere di letteratura, specie nel romanzo. In tal caso si possono distinguere la posizione naturalistica che tende a riprodurre esattamente i movimenti fisiopsichici dell’agire umano e quella idealizzante che risolve i problemi psicologici in schemi ideali, per cui si sviluppa una psicologia che non è più quella dell’uomo reale, ma è un elemento della composizione artistica a cui concorre e alle cui leggi estetiche si sottomette. La psicologia diviene la forma stessa in cui si ordina l’agire dell’uomo nella letteratura.

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LA SEGNALAZIONE

“Mia sorella sottoposta senza motivo a quattro TSO”

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"Io, minacciato e obbligato a più di una decina di TSO, solo perché ho risposto a un vicino" | Rec News dir. Zaira Bartucca

Buongiorno gentilissima redazione. Vorrei narrarvi la storia di mia sorella di 54 anni, 4 tso e altrettanti ASO. Ultimo oggi, con obbligo iniezione con farmaco psichiatrico. È partito tutto da alcuni parenti che hanno segnalato al CPS di San Donato Milanese, dopodiché da anni siamo bersagliate da continue pressioni a fare cure inadeguate. Per evitare i TSO mia sorella ha dovuto accettare di fare questa iniezione mensile. Ci siamo rivolti a diverse associazioni e anche ad avvocati chiedendo aiuto, ma nulla è servito.

Mia sorella, M.M., ha fatto una relazione psichiatrica ed è stata riconosciuta sana di mente, ma dall’ospedale di Melegnano sostengono il contrario. Per loro mia sorella non è sana di mente, per loro è una persona schizofrenica e paranoide. Non hanno mai fatto una perizia che dimostri questa loro teoria, ma comunque loro continuano a fare ricoveri forzati e a propinare tutti questi farmaci che comunque nel tempo hanno lasciato i loro segni. Io stessa che non ho subito una violenza come il TSO ma ne subisco indirettamente gli effetti mi sento impotente, avvilita, priva di forze e sconfitta davanti a un sistema che ritengo sia dittatoriale.

Perché priva non solo la persona ma tutta la famiglia delle libertà di scelta di andare dal medico che ispira fiducia e scegliere le cure con piena consapevolezza. Chiedo a voi di pubblicare questa lettera e attendo vostre notizie speranzosa, ringraziando porgo cordiali saluti. A.M.

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LETTERE

Realizzare il sogno di Basaglia

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Realizzare il sogno di Basaglia | Rec News dir. Zaira Bartucca

A meno di una settimana dalla scomparsa del giovane di Lampedusa, che ha preferito gettarsi in mare dal traghetto piuttosto che subire un TSO, si è conclusa a Milano la mostra multimediale “Controllo sociale e psichiatria: violazioni dei diritti umani”. L’evento, organizzato dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU), ha attirato oltre mille visitatori in cinque giorni, molti dei quali hanno voluto esprimere parole di ringraziamento e di complimenti sul libro degli ospiti, e si è concluso con un convegno intitolato “180 – una riforma incompiuta”. 

Dopo i saluti del presidente del CCDU, avv. Enrico del Core, che ha voluto ricordare l’importanza vitale del diritto alla difesa nell’ordinamento costituzionale, il vicepresidente Alberto Brugnettini ha aperto i lavori ricordando le forti critiche e i dubbi espressi a suo tempo da Franco Basaglia nei confronti di una legge che, pur fregiandosi del suo nome, riproponeva le logiche manicomiali cambiandone solo il nome. 

I primi a parlare sono stati Fabio, che ha riferito i gravi maltrattamenti cui è stato soggetto suo fratello durante la sua lunga esperienza nei servizi psichiatrici ospedalieri, le angherie e i soprusi di cui è stato testimone oculare, e le condizioni ignobili in cui vivono i degenti – costantemente sotto il ricatto della contenzione se non fanno i bravi. 

Fabio ha concluso chiedendo che la medicina faccia un passo indietro e ammetta di non saper curare il disagio mentale. Maria Cristina Soldi, ha raccontato l’incredibile e dolorosa vicenda di suo fratello Andrea, ucciso a Torino nel 2015 durante un TSO. La vicenda legale si è chiusa recentemente con la condanna definitiva dei responsabili, ma resta l’amarezza per quanto è accaduto e per i particolari – assieme tragici e grotteschi. 

Andrea Soldi se ne stava tranquillamente seduto sulla panchina di un parco torinese quando lo hanno avvicinato due psichiatri chiedendogli di seguire uno di loro per un trattamento sanitario. Andrea avrebbe volentieri seguito il secondo psichiatra, di cui si fidava, ma fu obbligato con la forza a seguire l’altro. Sdraiato a pancia in giù e con le mani legate dietro alla schiena, Andrea morì soffocato durante il trasporto in ambulanza. I familiari si sentirono dire dai medici che il loro congiunto era morto d’infarto, per poi scoprire l’amara verità dalla stampa. 

La dottoressa Eleonora Alecci, psicologa e psicoterapeuta con un passato in un reparto psichiatrico in cui si praticava la contenzione, ha confermato che i fatti riferiti da Fabio sono la routine quotidiana, e ha ribadito il suo impegno verso il superamento di queste pratiche, impegnandosi in un programma di addestramento del personale medico e infermieristico, come anche spiegato nel corso di un suo recente intervento al congresso della Società Italiana di Psichiatria.  

La dottoressa Maria Rosaria D’Oronzo, collaboratrice per molti anni di Giorgio Antonucci – il medico e psicoterapeuta che liberò i “matti” del manicomio di Imola dimostrando al mondo intero che è possibile alleviare la sofferenza mentale senza usare forza o coercizione – ha ricordato il lavoro di Antonucci, e il suo profilo di umanitario, ben documentati nell’archivio online di cui la dottoressa D’Oronzo è curatrice. 

L’avvocato Michele Capano, dell’Associazione Radicale Diritti alla Follia e del Direttivo Radicale, ha denunciato l’incredibile contraddizione della legge italiana, che da una parte ha ratificato le risoluzioni ONU per la cessazione delle pratiche coercitive in psichiatria, e dall’altra mantiene in vigore una legge che le consente. L’Associazione Diritti alla Follia e il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani intendono lavorare assieme, e coinvolgere altre associazioni e individui, per una riforma della 180 in senso garantista, che superi questa contraddizione e realizzi il sogno basagliano. 

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LETTERE

Caro premier, si ricordi di tutti i totalitarismi

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Caro futuro premier, si ricordi delle foibe e di tutti i totalitarismi | Rec News dir. Zaira Bartucca

Egregio Signor Presidente, da italiani, sia per scelta sia per nascita, non possiamo che essere contenti per l’esercizio di democrazia registrato con le elezioni dello scorso 25 settembre. Finalmente saremo guidati da un governo espressione del voto popolare e non da uno maturato da accordi di Palazzo, come accaduto negli ultimi anni.               

Abbiamo ascoltato con grande interesse, in questi giorni, le dichiarazioni degli esponenti della maggioranza appena eletta e che lei, signor presidente, avrà l’onore e l’onere di guidare. Da tali esponenti, in queste ore, è stato espresso ripetutamente un concetto che ci sentiamo di condividere totalmente: uno Stato è tanto più credibile ed è tanto più considerato, quanto più onora e rispetta i Trattati internazionali che esso stesso ha sottoscritto.

Noi crediamo che sia arrivato, alfine, il momento di rispettare quei Trattati che non sono stati ottemperati fino ad oggi, provocando, in tal modo, un grave danno al mondo dell’Esodo Giuliano-Dalmata. Ci riferiamo al Trattato di Pace di Parigi del 1947 il quale, al punto 9 dell’allegato XIV, stabilisce che: “I beni degli italiani residenti nei Territori ceduti […] non potranno essere trattenuti o liquidati […], ma dovranno essere restituiti ai rispettivi proprietari”.

Come sappiamo a tale Trattato, ampiamente disatteso, seguirono diversi accordi bilaterali tra Italia e Jugoslavia – accordi del 23/05/1949, 23/12/1950, 18/12/1954 – tutti poi tramutati in Leggi attuative, che in sintesi sancivano il pagamento dei debiti di guerra dell’Italia nei confronti delle Jugoslavia utilizzando i beni degli Esuli a fronte dell’impegno dello Stato italiano di un successivo risarcimento per l’esproprio perpetrato.

Ebbene, gli Esuli istriani, fiumani e dalmati ed i loro discendenti, sono ancora in attesa di un “equo indennizzo”, avendo percepito solo una minima parte di quanto promesso. Si tratta di un indennizzo che, secondo i nostri calcoli, si aggira intorno ai 4,5 miliardi di euro. Una cifra che sembra enorme, ma che se confrontata con l’attuale debito pubblico (ad oggi pari a circa 2770 miliardi) rappresenta l’1,6 per mille.

Quanto fin qui non è solo una questione di vile danaro, si tratta, piuttosto, di un’espressione di civiltà attesa da lunghi decenni da un intero popolo. Gli Esuli e i loro discendenti si sono rifatti una vita in Patria, eppure resta l’insopportabile retrogusto amaro nella consapevolezza di essere stati ignobilmente usati per questioni geopolitiche giocate sulla propria pelle.

La vita della nostra Gente è stata tutta in salita per troppo tempo, anche dal punto di vista culturale. Sempre a dover giustificare la propria identità, sentendosi dire che la sofferenza patita era il giusto scotto per colpe di altri. Il giustificazionismo è un concetto terribile che porta allo stupro della ragione, definendo accettabile l’eliminazione di un qualcosa o qualcuno – magari per mezzo di una foiba -, su cui far ricadere i misfatti di qualcun altro.

Per questi motivi auspichiamo anche l’emendamento della Legge 167/2017 che punisce la propaganda, l’istigazione e l’incitamento al razzismo e chiediamo l’inserimento di una menzione specifica al negazionismo e giustificazionismo per i crimini commessi in Istria, Fiume e Dalmazia in merito alla persecuzione anti-italiana avvenuta a guerra finita. Così come auspichiamo che possa essere emendata la Legge 178/1951 che disciplina il conferimento delle onorificenze al Merito della Repubblica, senza la quale non è possibile la revoca del cavalierato assegnato al Maresciallo Tito, causa di dolore e sofferenza non solo per la nostra Gente, ma per centinaia di migliaia di persone che si opponevano alla dittatura comunista jugoslava.

A tale proposito vogliamo ricordare il pronunciamento del 19 settembre 2019 in cui il Parlamento Europeo – presieduto da David Sassoli – approvò a larghissima maggioranza (89%) la risoluzione: “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, che condanna tutti i totalitarismi del XX secolo, equiparando in tal modo il comunismo al nazismo. L’attuale maggioranza, così come maturata il 25 Settembre, ha dimostrato nel tempo grande sensibilità ai temi qui riportati. Confidiamo nella sua futura opera.

*Esule di seconda generazione nato al Villaggio Giuliano-Dalmata di Roma nel 1959. Past-President FederEsuli – Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati  – Vicepresidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Consigliere Associazioni Dalmati Italiani nel Mondo – Fondatore MondoEsuli – Movimento per la memoria e la promozione di Istria, Quarnaro e Dalmazia»

Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it

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